Ricorrenze ebraiche 

Digiuno del 17 Tamuz 5771 (19 luglio 2011)
 

Il 19 luglio 2011 ricorre il digiuno del 17 Tamuz. Il digiuno del 17 di Tammuz ricorda la distruzione di Gerusalemme ad opera dei Babilonesi, preludio all'incendio e al saccheggio del Tempio che avvennero il 9 di Av del 586 a.e.v. Così come quest'ultima data ricorda altri eventi infausti della storia ebraica, a partire dall'episodio degli esploratori mandati da Mosè a perlustrare la Terra promessa fino alla cacciata degli ebrei dalla Spagna nel 1492, anche il 17 di Tammuz ricorda altre sventure. Fra queste, in particolare, la rottura delle Tavole della Legge da parte di Mosè alla vista degli ebrei che danzavano attorno al vitello d'oro. I Maestri hanno detto che tutte le disgrazie successe al popolo ebraico nella sua lunga storia vengono a far scontare in parte anche quella colpa, commessa a soli 40 giorni da quando erano stati promulgati i Dieci Comandamenti che includevano il divieto d'idolatria. Mosè, secondo l'opinione della maggior parte dei Maestri, ruppe le Tavole della Legge di propria iniziativa (un'altra cosa che Mosè fece spontaneamente fu posticipare di un giorno il dono della Torà da parte di D-o). Molti si sono chiesti (e non solo fra i Maestri): perché Mosè spezzò le Tavole? Dopo tutto, esse erano opera divina e quindi quanto di più santo si potesse immaginare. Romperle potrebbe sembrare un atto estremamente sacrilego. Come osò Mosè fare una cosa del genere? Varie risposte sono state date. Presentiamo qui la risposta assai interessante che si trova nel commento alla Torà Meshekh Chokhmà, di Rabbi Meir Simcha Ha-Kohen, nato vicino a Vilna nel 1843 e morto nel 1926 a Dvinsk, nella Lettonia, dove era stato rabbino per quasi 40 anni. Egli voleva far capire che non c'è nessuna santità e divinità al di fuori della realtà del Creatore, sia benedetto il Suo santo Nome. Se Mosè avesse consegnato loro le Tavole, essi avrebbero semplicemente sostituito il vitello con le Tavole, senza capire il proprio errore. Ma quando ruppe le Tavole, capirono quanto lontano essi fossero dallo scopo della fede e dalla pura Torà. Non c'è alcuna santità nel creato se non in virtù del fatto che Israele osserva la Torà in accordo con la volontà del Creatore, sia santo il Suo Nome benedetto, il vero Essere.


v. anche: L
e tre settimane di fuoco
 


  [Fonte: LnR] 



 Bologna
 
Le iniziative del Museo Ebraico di Bologna
 

Bologna, 17 giugno -17 luglio 2001

 

Inaugura giovedì 16 giugno 2011 alle ore 18:00 presso il Museo Ebraico di Bologna la personale dell’artista israeliana Shlomith Haber-Schaim. La mostra Prints and Drawings 1970>2011 - aperta al pubblico dal 17 giugno al 17 luglio 2011 - espone circa 40 lavori realizzati con le tecniche della stampa, del disegno e dell’incisione. Per la prima volta in Italia un museo espone i lavori dell’artista israeliana, nata a Tel Aviv e vissuta fino al 2005 a Boston, prima di trasferirsi a Gerusalemme, dove tuttora vive e lavora. La formazione di Shlomith Haber-Schaim – divisa tra Israele e gli Stati Uniti – ha risentito dell’appartenenza dei suoi maestri alla scuola Bauhaus, ma questo le ha altresì lasciato una grande libertà espressiva, che in questi anni l’ha resa un’artista a tutto tondo tra le più brillanti nel panorama mondiale.


Info:
Entrata gratuita
Via Valdonica, 1/5
40126 Bologna
Tel 0512911280 | Fax 051235430

 


 
[Fonte: Museo Ebraico Bologna giugno 2011]



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