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A Roma, cristiani ed ebrei
a confronto sul "midrash", commento
rabbinico alla Bibbia
Il midrash è la chiave
per spiegare le scritture secondo
l’ebraismo e, al contempo, per capire
l’ebraismo e la sua cultura”.
Rappresenta “una posizione di confine,
un punto di contatto ma anche di grande
rottura”, tra ebraismo e cristianesimo.
Lo ha ricordato Riccardo Segni, rabbino
capo di Roma, intervenendo ieri
pomeriggio a Roma, nella scuola ebraica,
ad una tavola rotonda con mons. Ambrogio
Spreafico, rettore della Pontificia
Università Urbaniana, incentrata sul
tema: “Il midrash, una lettura
spirituale della Bibbia”. Mons.
Spreafico – riferisce l’agenzia SIR - ha
sottolineato che i commenti ebraici ai
testi biblici, aiutano a “capire che il
valore del testo non risiede solo nella
sua storia redazionale, ma anche nella
sua comprensione all’interno della
tradizione di fede”. Nella tradizione
rabbinica, il midrash designa anzitutto
una attività e un metodo di
interpretazione della Scrittura che,
andando al di là del senso letterale,
scruta il testo in profondità secondo
regole e tecniche specifiche. La ricerca
viene applicata alle parti legislative
per dedurne conseguenze giuridiche e a
sezioni narrative per interpretazioni di
tipo morale. I risultati di secoli di
“ricerca biblica” nelle scuole e nelle
sinagoghe, dopo un lunghissimo periodo
di trasmissione orale, furono
progressivamente ordinati per scritto
per formare le raccolte multiple
chiamate midrashim. Queste si presentano
sia come un commento continuo della
Scrittura, sia come un’antologia di
sermoni sulle letture fatte in occasione
del sabato e delle feste.
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