In questo tempo, in cui
assistiamo ad una dissoluzione dei valori e che alcuni arrivano ad
uccidere in nome di Dio, è dovere dei capi spirituali delle
diverse religioni, come ha appena proclamato la recente riunione
di Assisi, denunciare il razzismo, l'antisemitismo ed il
terrorismo e invocare la pace tra i popoli.
Forti della nostra
identità, depositari della storia dell'ebraismo europeo, assertori
della democrazia, affermiamo anche i nostri legami con il popolo
d'Israele. Constatando con inquietudine, il risorgere di violenti
segnali antisemiti, riconoscibili setto le loro nuove maschere,
noi salutiamo la lotta che la Chiesa Cattolica conduce al nostro
fianco contro gli sviamenti pieni d'odio (odiosi) del messaggio
divino.
Speriamo di rinnovare
periodicamente questi incontri europei, al più alto livello, tra
ebrei e cattolici.
Noi, rappresentanti
cattolici partecipanti agli incontri europei, dichiariamo
che:
Tutta la nostra
fraternità con le comunità ebraiche è fondata non su
considerazioni politiche ma sulle nostre convinzioni spirituali
più profonde e soprattutto sulla nostra fede nell'alleanza sancita
da Dio.
Consapevoli delle nostre
responsabilità nella storia ebraica, ci teniamo a riaffermare con
fermezza il rifiuto di ogni antisemitismo, sia esso secolare o
religioso. Il cristianesimo non può né deve essere mai
strumentalizzato per giustificare proposito o atti di disprezzo e
di violenza nei confronti degli ebrei.
Più di cinquant'anni fa
si rischiava di costruire una Europa eliminando gli Ebrei. Ci
teniamo a ricordare che la memoria ebraica e la memoria cristiana
sono parti costitutive della memoria europea. L'Europa di oggi non
può comprendersi senza il suo radicamento nella Legge ricevuta da
Mosè sul Sinai.
Ci sta a cuore che
l'insegnamento della storia della Shoah sia trasmesso alle giovani
generazioni cristiane perché l'idolatria di sé, promossa dal
nazismo fino al rifiuto dell'altro ed alla sua eliminazione, sia
per sempre bandita dalla nostra civiltà.
Noi preghiamo perché a
Gerusalemme venga la Pace!
Parigi, 29 gennaio 2002