Israele contro il Papa. Le ragioni di una crisi
Mattia Bianchi

Tensione improvvisa, dopo mesi a ciel sereno, fra Israele e il Vaticano sulla spinosa questione della lotta al terrorismo. Dietro lo scontro diplomatico, problemi legati ai negoziati bilaterali tra Israele e Santa Sede.


Il governo Sharon ha protestato ieri formalmente con il Vaticano dopo le parole pronunciate domenica all'Angelus da Benedetto XVI. Il papa aveva condannato i recenti attentati terroristici in diversi paesi, citandone esplicitamente quattro, l'Egitto, la Turchia, l'Iraq e il Regno Unito, ma non Israele. Ieri mattina il nunzio apostolico a Gerusalemme monsignor Pietro Sambi è stato convocato al ministero degli esteri per ricevere una ''protesta verbale''. In segno di protesta Israele ha inoltre annullata la riunione che rappresentanti israeliani e del Vaticano avrebbero dovuto tenere oggi a Gerusalemme sulla questione delle proprietà della Chiesa in Terrasanta.

Immediata la risposta della Santa Sede. ''Sorprende che si sia voluta distorcere così pretestuosamente l'intenzione del Santo Padre, - ha detto il direttore della Sala Stampa Joaquin Navarro-Valls - essendo ben noti i numerosissimi interventi della Chiesa, del magistero dei sommi pontefici e da ultimo del papa Benedetto XVI a condanna di ogni forma di terrorismo, da qualsiasi parte essa venga e contro chiunque sia rivolta''.

L'agenzia del Pime Asianews è andata oltre. 'L'attacco senza precedenti lanciato ieri dal Ministero israeliano degli esteri contro la persona di Benedetto XVI - si legge in una nota - è una cortina fumogena per nascondere la decisione dello stesso ministero di abbandonare i negoziati con la Santa Sede, in programma lo stesso giorno''. Tali negoziati – esplicitamente richiesti dall’Accordo Fondamentale fra Israele e Santa Sede del 1993, il trattato internazionale che è  la “magna charta” di tutti i rapporti fra lo stato ebraico e la Chiesa cattolica – hanno lo scopo di giungere a un nuovo trattato per confermare il diritto della Chiesa all’esenzione dalle tasse (un diritto che dura da secoli) e quelli di proprietà, entrambi erosi dallo stato israeliano fin dalla sua fondazione. 

I negoziati erano cominciati in modo ufficiale l'11 marzo 1999. Ma negli ultimi anni, ricorda Asianews, Israele è stato riluttante perfino a incontrare la delegazione della Santa Sede e dialogare sui termini degli accordi. Il 28 agosto 2003 la delegazione israeliana ha abbandonato in blocco il tavolo dei negoziati e vi è tornato solo un anno dopo, in seguito a pressioni della Chiesa e del governo degli Stati Uniti. Dopo essersi accordati per alcuni, pochi incontri nel 2005, Israele si è detta d'accordo a incontrarsi il 19 luglio scorso; all'ultimo momento ha cancellato l'incontro per fissarlo al 25 luglio. Fonti ecclesiali a Gerusalemme, spiega l'agenzia cattolica, affermano che con ogni evidenza i rappresentanti di Israele ''temevano le conseguenze di una nuova cancellazione all'ultimo momento e così hanno pensato di inscenare una critica all'Angelus del papa, solo per nascondere le loro impreparazioni e mancanze sulle obbligazioni da loro prese riguardo ai negoziati con la Santa Sede''.

Di recente, alcune personalità vaticane hanno parlato apertamente delle continue mancanze di Israele nel mettere in atto le obbligazioni prese con la Santa Sede. In tutto questo periodo, né l'Accordo Fondamentale del 1993, né l'Accordo sulla Personalità giuridica del 1997 sono stati ancora tramutati in legge. L'anno scorso il governo ha ufficialmente informato la Corte suprema di Israele che esso non si considerava per nulla vincolato all'Accordo Fondamentale. Nonostante tutte le proteste da parte della Santa Sede, la posizione di Israele non è cambiata. Esperti sulle relazioni fra stato e Chiesa affermano che la crisi delle relazioni fra Israele e Santa Sede diviene sempre più profonda e rischia di oscurare le celebrazioni del 40/mo anniversario della dichiarazione Nostra Aetate, programmate in tutto il mondo. La dichiarazione conciliare Nostra Aetate (pubblicata il 28 ottobre 1965) ha dato un nuovo impulso ai rapporti fra Chiesa cattolica ed ebraismo.
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[Fonte: korazym.org - 26 luglio 2005]

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Vedi anche:
30.07.2005 - Rav Di Segni e la nota Vaticana
21.04.2005 - Israele e Vaticano: sostanziali gli ultimi colloqui
20.04.2005 - Benedetto XVI, unità per cattolici base del dialogo per ebrei e islamici
21.12.2004 - Vaticano ed Israele, Card Achille Silvestrini Univ. Gregoriana
28.05.2004 - La Terra Santa ha un nuovo custode

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