Dopo l'Accordo fondamentale del 1993 tra la
Santa Sede e lo Stato di Israele, trattative e intese per una più stretta
collaborazione
Le delegazioni ufficiali
della Santa Sede e di Israele si sono incontrate il 20 aprile scorso
presso una “prestigiosa istituzione cattolica” in Israele. Al termine
dell’incontro le due parti, che costituiscono la Commissione bilaterale
permanente di lavoro fra la Santa Sede e lo Stato d’Israele, hanno
firmato un “comunicato congiunto” di cui riportiamo di seguito il
testo integrale:
“La Commissione
bilaterale permanente di lavoro fra la Santa Sede e lo Stato d’Israele
si è incontrata oggi, 20 aprile 2005, per continuare i negoziati relativi
all' Art. 10, par. 2 dell’Accordo Fondamentale tra Stato d’Israele e
Santa Sede. I colloqui sono stati sostanziali, sinceri e cordiali e le
delegazioni si sono impegnate a fare del proprio meglio per portare a
termine il loro compito in un prossimo futuro”.
Con l'Accordo Fondamentale
del 1993 la Santa Sede ha riconosciuto pienamente il moderno Stato di
Israele, al quale ha anche concesso rapporti diplomatici. Questo sulla
base dell'impegno israeliano a riconoscere, mediante un nuovo trattato
bilaterale con la Santa Sede, i diritti acquisiti alla Chiesa in Terra
Santa, in campo legale, fiscale e di proprietà nel corso dei secoli
precedenti la creazione (1948) dello Stato di Israele. I negoziati
mirano a trovare un accordo proprio su questi punti (contenuti
nell’Art.10, par. 2) e sono oramai in corso da alcuni anni.
L’ultimo incontro della
Commissione bilaterale permanente si era tenuto il 31 marzo scorso, il
primo dopo 6 anni dall’inizio dei negoziati, cominciati l’11 marzo
1999.
I colloqui sono tesi a
siglare un accordo che confermi le esenzioni della Chiesa dalle tasse; la
salvaguardia delle sue proprietà; la partecipazione dello Stato al
finanziamento delle opere sociali ed educative della Chiesa in favore
della popolazione.
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[Fonte: AsiaNews.it - 21 aprile 2005]