Potrebbe svolgersi a
maggio del prossimo anno la “desiderata” visita
di Benedetto XVI in Terra Santa, nel corso della
quale il Papa dovrebbe recarsi sia in Israele
che nei Territori palestinesi. La notizia,
diffusa dal quotidiano Haaretz, è stata
confermata solo in parte dall’ambasciata
israeliana presso la Santa Sede, secondo la
quale “sono in corso contatti”, ma non ci sono
date stabilite. «Si sta lavorando perché avvenga
entro il 2009», ha annunciato oggi il portavoce
della Santa Sede, padre Federico Lombardi, che
ha indicato la seconda settimana di maggio come
periodo del possibile viaggio pontificio.
Una questione aperta da molto tempo è quella
dell’attuazione dell’Accordo fondamentale fra Santa Sede e Israele. L’Accordo
firmato nel 1992 vene considerato un passo storico nella normalizzazione dei
rapporti fra i due Stati dopo che a livello religioso le cose erano migliorate
già da tempo. Al centro della questione ci sono delicate trattative sulle tasse
dovute allo Stato israeliano da parte delle istituzioni cattoliche, quindi lo
statuto giuridico di queste ultime e più in generale delle proprietà della
Chiesa nella regione, e poi la questione dei visti d’ingresso nel Paese per i
religiosi cattolici, in particolare i francescani della Custodia di Terra Santa,
spesso originari di Paesi mediorientali e per questo respinti alle frontiere
israeliane per motivi di sicurezza interna
Le delegazioni del Vaticano e di Gerusalemme
s’incontrano periodicamente per sciogliere i vari nodi e di recente è stato
compiuto qualche passo avanti. Lo scorso 6 novembre infatti si è tenuto a
Gerusalemme l’ultimo incontro la Commissione bilaterale permanente tra Stato di
Israele che ha fatto registrare qualche progresso. Secondo quanto hanno
dichiarato le fonti ufficiali in una nota congiunta diffusa al termine dei
lavori: «l’incontro si è svolto in uno spirito di grande cordialità e
cooperazione. Le delegazioni hanno portato aventi il loro lavoro, fiduciose nel
conseguimento del loro impegno comune per accelerare i progressi verso un
accordo. A livello lavorativo - conclude il testo - il prossimo incontro della
Commissione si terrà il 17 dicembre 2008. Il 18 dicembre seguirà la riunione
della Commissione plenaria presso il ministero degli Affari esteri».
La Curia ha ufficializzato il viaggio per il
maggio prossimo
Benedetto XVI
pellegrino in Terra Santa sulle orme di Paolo VI
e Karol Wojtyla. Ora è ufficiale: il Papa
visiterà la patria di Gesù alla metà di maggio.
Il viaggio papale, secondo quanto si apprende in
Curia, comincerà l’8 maggio, con arrivo in
Giordania, e proseguirà dall’11 al 15 maggio in
Israele e nei territori palestinesi.
La storica visita non sarà limitata a
Gerusalemme e Betlemme ma «inizierà dalla
Giordania», annuncia il patriarca Fouad Twal, il
più alto rappresentante della Chiesa in
Terrasanta. Sarà il primo pellegrinaggio di
Joseph Ratzinger in Medio Oriente da quando è
stato eletto al soglio di Pietro. «L’arrivo del
Pontefice sproni Israele all’apertura - auspica
l’arcivescovo Twal -. Per riportare la pace
devono finire l’occupazione, gli insediamenti
illegali, i posti di blocco e un Muro che non
garantirà mai la sicurezza di alcuno».
L’annuncio è contenuto nel messaggio natalizio
in cui il Patriarcato latino lancia l’allarme
per la riduzione della presenza cristiana e le
sofferenze della popolazione nei territori
occupati. «Abbiamo la gioia di annunciare che
Benedetto XVI arriverà nel mese di maggio -
afferma Twal -.
Il Papa desidera pregare per noi e con noi,
conoscere meglio le nostre difficili condizioni
di vita». La speranza è che «la visita papale
sia una benedizione per tutti noi, contribuisca
a una migliore comprensione reciproca tra le
diverse nazioni della regione, abbatta le
barriere, aiuti a risolvere i problemi,
consolidi le relazioni tra i popoli e le
religioni». Il viaggio del Papa in Israele
comprenderà anche i territori palestinesi e avrà
luogo in uno scenario allarmante «per la
instabilità, l’insicurezza, la confusa visione
del futuro, le aggressioni contro i cittadini,
le loro terre e proprietà».
Il pericolo riguarda soprattutto Gerusalemme.
«Siamo fortemente preoccupati per la Città Santa
- spiega il patriarca -. Abbiamo la
responsabilità di difenderne la santità e di
preservare le caratteristiche di vero Santuario
in cui si incontrano le tre religioni
monoteistiche». A dividere cristiani, ebrei e
musulmani sono «l’avidità mista all’ingiustizia,
la violenza e la persecuzione dell’uomo
sull’uomo». La costruzione degli insediamenti
ebraici «strangolano Gerusalemme», mentre
proseguono il «deterioramento della situazione
politica» e «l’ingiusto assedio che ha colpito
Gaza e le centinaia di migliaia di innocenti
abitanti». La striscia è «sottoposta a un blocco
devastante» da Israele in rappresaglia ai lanci
di razzi degli attivisti palestinesi sul suo
territorio.
L’ufficializzazione, precisano in Vaticano, è
avvenuta a Natale per sottolineare il
significato spirituale del viaggio. I dettagli
dell’evento vengono discussi con la Segreteria
di Stato dall’ambasciatore israeliano presso la
Santa Sede, Mordechay Lewy. Sullo sfondo, il
contenzioso sulla beatificazione di Pio XII, il
problema di storiche proprietà (tra cui il
Cenacolo a Gerusalemme) e la questione dei
visti, della tassazione e dello status giuridico
delle istituzioni cattoliche nello Stato
ebraico. Un contenzioso coinvolge la tappa a
Betlemme, territorio della Cisgiordania
sottoposto all’autorità palestinese. «Lì le
tensioni tra Al Fatah e Hamas s’intrecciano
sulla fine o meno del mandato del presidente
Abbas, che scade a gennaio e che al Fatah
vorrebbe prolungare per continuare le trattative
con Israele - osservano in Curia -. E anche in
Israele a febbraio si vota per le elezioni
politiche, quindi, anche per la mutata influenza
della Casa Bianca di Obama, sarà un Medio
Oriente dal volto nuovo quello in cui Benedetto
XVI metterà piede».
Già il Segretario di Stato, Tarcisio Bertone,
aveva parlato di «visita in preparazione»,
chiudendo la polemica tra Vaticano e Israele
innescata dalle dichiarazioni di padre Peter
Gumpel, relatore della causa di beatificazione
di Pio XII («Niente viaggio di Ratzinger in
Israele se il museo dello Yad Vashem non rimuove
la targa con l’accusa a papa Pacelli di
indifferenza all’Olocausto»).
© Copyright La Stampa, 24 dicembre 2008
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