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La fondatrice, la beata Rosa Gattorno, aveva voluto legare alla figura della madre della Madonna la spiritualità della nuova fondazione. Certamente, nella scelta della beata Rosa vi era anche una componente culturale di natura devozionale, secondo lo spirito dell'epoca; tuttavia, la sua scelta risultava ugualmente interessante e stimolante, perché affidava il patronato della sua famiglia a una figura misteriosa, la cui rinomanza secolare nella devozione popolare era in contrasto con l'«anonimato», come si esprime sr.Natalina, della sua esistenza storica. Il concilio Vaticano II ha portato tra gli altri frutti anche quello di dare un nuovo impulso alla vita religiosa, invitando i vari ordini e istituti a riscoprire le proprie radici. Sr. Natalina, grazie alla sua cultura, alla sua ricca vita interiore e alla sua fedeltà all'istituto delle Figlie di s. Anna, ha raccolto l'invito conciliare e ha intrapreso una ricerca sistematica nella quale ha fatto confluire, oltre alla sua passione costante per la parola di Dio, scritta nella Bibbia, anche l'intensa esperienza vissuta nel decennale soggiorno in Terra Santa, nella comunità di Haifa da lei diretta. Cosi, ella si è proposta di «scoprire il volto della Madre», ovvero di s. Anna. Il metodo scelto per condurre il lavoro e i risultati ottenuti sono di un'originalità unica. Lungi dal voler fare una pia riflessione gratuita su una santa di cui storicamente non si sa nulla, sr. Natalina ha fatto molto di più: ne ha ricostruito in modo biblicamente ineccepibile il profilo teologico sulla base di uno studio meticoloso, informato e personalizzato dell'Antico Testamento. Ella ha rintracciato i tratti dell'«eterno femminino», presenti nelle Scritture, con una sapienza unica, distinguendo di volta in volta l'alone ideale delle grandi figure, come quelle di Ester, Giuditta, Debora, dalle caratteristiche delle donne comuni della Bibbia, non meno interessanti ai fini della ricostruzione di un volto femminile biblico. Le une e le altre, però, le grandi figure e quelle anonime, sono entrambe l'oggetto di un'attenta disamina dalla quale sr. Natalina ricava dei quadri o delle sculture a soggetto femminile che sorprendono. Il suo procedimento è sempre vigile e non indulge mai verso momenti di debolezza devozionale o spiritualistica: la sua frequentazione di testi specialistici sulla materia è evidente. E tuttavia, le riflessioni di sr. Natalina si nutrono ugualmente di una grande passione innanzitutto per il popolo ebraico, verso il quale ha mostrato sempre un amore sconfinato, perché esso è un popolo che ha sofferto perennemente e perché è il popolo da cui sono usciti s. Anna, la vergine Maria e Gesù; e poi una passione per il suo istituto religioso che dev'esserle grato di aver ricevuto il bene prezioso della sua presenza efficace. Mentre rileggevo queste pagine che sr. Natalina ci ha lasciato, ripensavo da un lato alla sua interiorità adulta profusa magistralmente in esse, dall'altro a quanto bene esse faranno se le Figlie di s. Anna ne faranno oggetto di meditazione propria, ma anche di diffusione al di fuori dell’Istituto, perché sono riflessioni di spiritualità biblica di alto livello. Marco Nobile ofm
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