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Il volume ha l'intento di scoprire il volto di Anna, la madre di Maria. Su di lei la Bibbia tace e l'autrice, invece di seguire i sentieri della riflessione pia e gratuita, focalizza la ricerca sul dato originario fondamentale: Anna è madre per eccellenza, per capire Anna bisogna «scoprire il volto della Madre». L'autrice costruisce in modo biblicamente ineccepibile un profilo teologico sulla base dell'Antico Testamento. Ha rintracciato i tratti dell'«eterno femminino», presenti nelle Scritture, con una sapienza unica, distinguendo di volta in volta l'alone ideale delle grandi figure, come quelle di Ester, Giuditta, Debora, dalle donne comuni della Bibbia non meno interessanti ai fini della ricostruzione di un volto femminile biblico. Le une e le altre, le grandi figure e quelle anonime, sono oggetto di un'attenta disamina dalla quale l'autrice ricava sorprendenti quadri a soggetto femminile. Il suo procedimento è sempre vigile e non indulge mai verso momenti di debolezza devozionale o intimistica: la frequentazione di testi specialistici sulla materia è evidente. E tuttavia le riflessioni si nutrono di una grande passione, innanzitutto per il popolo ebraico, verso il quale l'autrice ha mostrato sempre un amore sconfinato, perché esso ha sofferto perennemente e perché è il popolo da cui sono usciti s. Anna, la vergine Maria e Gesù; e poi una passione per la spiritualità della sua congregazione religiosa. Il volume è nato dall'esigenza specifica dell'Istituto delle Figlie di S. Anna di delineare in modo rinnovato i tratti della propria spiritualità. Ma esso si nutre anche dei lunghi soggiorni e delle profonde impressioni di Sefforis, Haifa e Nazaret ove l'autrice volle tornare «attratta da inesplicabile nostalgia» per immergersi nella luce della parola di Dio. Natalina (Annettina) Sotgia, suora delle Figlie di s. Anna, nata a Sorgono (NU) nel 1912 e laureata in lettere all'Università Cattolica, insegnò e tenne la presidenza nelle scuole medie dell'Istituto a Cercola (NA) e a Matera. Dal 1966 al 1978 fu vicaria generale e nei successivi dieci anni (1979-89) diresse in Israele le comunità di Haifa e di Nazaret, Visse intensamente quel decennio maturando una sintonia sempre più profonda con il popolo ebraico: contatti significativi con persone e istituzioni, affetto per il paese e servizio ai poveri (in grandissima maggioranza arabi). Rientrata in Italia nel 1989 lavorò nel Centro studi e nell'Archivio storico della congregazione; molto apprezzato fu il suo contributo nel gruppo romano dell'Amicizia ebraico-cristiana dove il suo ricordo è ancora vivo. Annie Cagiati espresse nel libro Settanta domande sull'ebraismo la propria gratitudine a sr. Natalina che aveva collaborato alla revisione del testo. E morta il 21 luglio 2000 a Roma dopo aver vissuto gli ultimi due anni nella sofferenza di una grave malattia.
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