IV Giornata Europea della Cultura Ebraica, 
momento di conoscenza e tolleranza
Edizione 2003 


Una giornata particolare  
Ester Faietti 

    A settembre, nello stesso giorno, nelle stesse ore, in 23 paesi europei (Austria, Belgio, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Regno Unito, Slovacchia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Ucraina, Ungheria), le comunità ebraiche hanno aperto ai visitatori sinagoghe, quartieri, bagni rituali, antichi cimiteri, musei e mostre varie, secondo un tema comune: "Ebraismo e arte in Europa"

    
Con l'intento di promuovere la conservazione del patrimonio ebraico, parte integrante di quello culturale europeo, e di promuoverne la conoscenza, che sola può combattere pregiudizi e intolleranza, permettendo un dialogo costruttivo con altre culture.

    Un evento fortemente significativo e modello per future possibilità di dialogo multiculturale in Europa. L'organizzazione è stata accurata e mirata, sostenuta dal desiderio di manifestare un'identità misconosciuta, che nel secolo scorso si voleva portare all'estinzione. I visitatori affluiti numerosi col desiderio di conoscere e di capire hanno contribuito al dialogo in questa straordinaria giornata. In Italia, il ministro per i beni e le attività culturali ha approvato le iniziative, notando "la felice integrazione delle tradizioni ebraiche ne/la vita civile e democratica italiana: modello esemplare per altre culture". Il presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane ha affermato che "1'Europa sarà unita solo con l'inclusione a pari dignità di tutte le culture in essa presenti, facendo prevalere le ragioni della coesione e dello scambio su quelle del1a disgregazione e dell'esclusione".

    
Con questo spirito e consapevolezza si sono svolte le iniziative italiane in 47 località. La responsabile del comitato organizzatore, riferisce che Comuni con tracce d'antica presenza ebraica ma non più ospitanti una comunità, hanno chiesto di aderire all'evento. Come Trani, che ha riscoperto una sua antica cultura, tornata ad essere viva e attuale. Verona, secondo centro ebraico dopo Venezia per I'interscambio con i paesi d'OItralpe, ha offerto le iniziative più numerose per I'inaugurazione della sinagoga ristrutturata e del complesso per le attività culturali. Olek Mincer ed Evelina Meghnagi vi hanno interpretato letture e canti sefarditi.

    Nella piccola comunità di Siena, il coro diretto da c. Di Segni, ha eseguito musiche della liturgia romana e il commovente "Anì maamin" (io credo) che cantavano gli ebrei condotti ai forni crematori. Nelle varie sedi la musica ebraica è stata particolarmente apprezzata per un linguaggio universale fortemente comunicativo e coinvolgente. Come a Roma il concerto di melodie e versi andalusi e italiani della tradizione sefardita e l'orchestra Ozen rievocante le musiche con influssi tzigani degli Shtetl balcanici, con intervallate da aneddoti e storielle; a Milano i "Fiori del barocco ebraico"; i concerti toscani e a Livorno, in mostra, la "Bibbia di Chagal" realizzata su 105 tavole negli anni trenta.

    In occasione di questa giornata, il card. W a Iter Kasper, che presiede la commissione per i rapporti con I'ebraismo, ha tracciato il percorso di questi rapporti attraverso i secoli, rievocando le riunioni nel tempio di Gerusalemme degli Ebrei seguaci del Cristo, consapevoli di far parte del popolo dell'alleanza; il fariseo Gamaliele che prende le difese di Simon Pietro e Giacomo; e Saulo di Tarso che diventa Paolo, l'apostolo che innesta il ramo selvatico delle genti del mondo pagano sull'olivo buono d'Israele. E nasce così la chiesa dai circoncisi e dai gentili. Fa poi riferimento ai documenti pontifici che condannano l'antigiudaismo perché in contraddizione con le Sacre Scritture, sia ebraiche, sia cristiane, testimoni dell'alleanza mai venuta meno, di" Dio col popolo d'Israele. Neppure Agar e Ismaele furono ripudiati e divennero "una grande nazione". 

    Tuttavia passi del Nuovo Testamento critici verso gli Ebrei, utilizzati in passato come pretesto per l'antigiudaismo, portarono a una discriminazione generalizzata verso gli ebrei, in ambienti cristiani dell'Europa occidentale e orientale. 

    Nel XIX secolo, con la separazione tra Stato e Chiesa, un antisemitismo di carattere sociopolitico, sostenuto da teorie razziste, esploderà nella shoà. Questo non suscitò sufficiente opposizione a livello culturale e giuridico presso i cristiani d'Europa, mantenendo così nel tempo il disprezzo" medievale. Il cardinale conclude il percorso con un cenno all'antisemitismo attuale, di carattere sociopolitico e ideologico laico. 

    Esorta quindi la cristianità occidentale e orientale a passare dai gesti significativi di riconciliazione e dai documenti ad alto livello a un impegno ecumenico spirituale e morale di riscoprire assieme al popolo eletto da Dio la chiamata a servire l'umanità nella pace e nella giustizia, nella convinzione che il dialogo con l'ebraismo è fondamentale per I'autocoscienza cristiana e per superare le divisioni tra le Chiese. 

    Con questi orizzonti, verso queste mete si è conclusa una giornata veramente particolare per I'Europa.
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[Fonte: «La Vita in Cristo e nella Chiesa» - 1/2004]



 
 
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