Ester Faietti
A settembre, nello
stesso giorno, nelle stesse ore, in 23 paesi europei
(Austria, Belgio, Bosnia Erzegovina, Bulgaria,
Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania,
Grecia, Italia, Lussemburgo, Polonia, Portogallo,
Repubblica Ceca, Regno Unito, Slovacchia, Spagna,
Svezia, Svizzera, Turchia, Ucraina, Ungheria), le
comunità ebraiche hanno aperto ai visitatori
sinagoghe, quartieri, bagni rituali, antichi cimiteri,
musei e mostre varie, secondo un tema comune: "Ebraismo
e arte in Europa"
Con l'intento di
promuovere la conservazione del patrimonio ebraico,
parte integrante di quello culturale europeo, e di
promuoverne la conoscenza, che sola può combattere
pregiudizi e intolleranza, permettendo un dialogo
costruttivo con altre culture.
Un evento fortemente
significativo e modello per future possibilità di
dialogo multiculturale in Europa. L'organizzazione è
stata accurata e mirata, sostenuta dal desiderio di
manifestare un'identità misconosciuta, che nel secolo
scorso si voleva portare all'estinzione. I visitatori
affluiti numerosi col desiderio di conoscere e di
capire hanno contribuito al dialogo in questa
straordinaria giornata. In Italia, il ministro per i
beni e le attività culturali ha approvato le
iniziative, notando "la felice integrazione
delle tradizioni ebraiche ne/la vita civile e democratica
italiana: modello esemplare per altre culture". Il
presidente dell'Unione delle comunità ebraiche
italiane ha affermato che "1'Europa sarà
unita solo con l'inclusione a pari dignità di tutte
le culture in essa presenti, facendo prevalere le
ragioni della coesione e dello scambio su quelle del1a
disgregazione e dell'esclusione".
Con questo spirito e
consapevolezza si sono svolte le iniziative italiane
in 47 località. La responsabile del comitato
organizzatore, riferisce che Comuni con tracce
d'antica presenza ebraica ma non più ospitanti una
comunità, hanno chiesto di aderire all'evento. Come
Trani, che ha riscoperto una sua antica cultura,
tornata ad essere viva e attuale. Verona, secondo
centro ebraico dopo Venezia per I'interscambio con i
paesi d'OItralpe, ha offerto le iniziative più
numerose per I'inaugurazione della sinagoga
ristrutturata e del complesso per le attività
culturali. Olek Mincer ed Evelina Meghnagi vi hanno
interpretato letture e canti sefarditi.
Nella piccola comunità di
Siena, il coro diretto da c. Di Segni, ha eseguito
musiche della liturgia romana e il commovente "Anì
maamin" (io credo) che cantavano gli ebrei
condotti ai forni crematori. Nelle varie sedi la
musica ebraica è stata particolarmente apprezzata per
un linguaggio universale fortemente comunicativo e
coinvolgente. Come a Roma il concerto di melodie e
versi andalusi e italiani della tradizione sefardita e
l'orchestra Ozen rievocante le musiche con influssi
tzigani degli Shtetl balcanici, con intervallate da
aneddoti e storielle; a Milano i "Fiori del
barocco ebraico"; i concerti toscani e a
Livorno, in mostra, la "Bibbia di Chagal"
realizzata su 105 tavole negli anni trenta.
In occasione di questa
giornata, il card. W a Iter Kasper, che presiede la
commissione per i rapporti con I'ebraismo, ha
tracciato il percorso di questi rapporti attraverso i
secoli, rievocando le riunioni nel tempio di
Gerusalemme degli Ebrei seguaci del Cristo,
consapevoli di far parte del popolo dell'alleanza; il
fariseo Gamaliele che prende le difese di Simon Pietro
e Giacomo; e Saulo di Tarso che diventa Paolo,
l'apostolo che innesta il ramo selvatico delle genti
del mondo pagano sull'olivo buono d'Israele. E nasce
così la chiesa dai circoncisi e dai gentili. Fa poi
riferimento ai documenti pontifici che condannano
l'antigiudaismo perché in contraddizione con le Sacre
Scritture, sia ebraiche, sia cristiane, testimoni
dell'alleanza mai venuta meno, di" Dio col popolo
d'Israele. Neppure Agar e Ismaele furono ripudiati e
divennero "una grande nazione".
Tuttavia
passi del Nuovo Testamento critici verso gli Ebrei,
utilizzati in passato come pretesto per
l'antigiudaismo, portarono a una discriminazione
generalizzata verso gli ebrei, in ambienti cristiani
dell'Europa occidentale e orientale.
Nel XIX secolo,
con la separazione tra Stato e Chiesa, un
antisemitismo di carattere sociopolitico, sostenuto da
teorie razziste, esploderà nella shoà. Questo
non suscitò sufficiente opposizione a livello
culturale e giuridico presso i cristiani d'Europa,
mantenendo così nel tempo il disprezzo"
medievale. Il cardinale conclude il percorso con un
cenno all'antisemitismo attuale, di carattere
sociopolitico e ideologico laico.
Esorta quindi la
cristianità occidentale e orientale a passare dai
gesti significativi di riconciliazione e dai documenti
ad alto livello a un impegno ecumenico spirituale e
morale di riscoprire assieme al popolo eletto da Dio
la chiamata a servire l'umanità nella pace e nella
giustizia, nella convinzione che il dialogo con
l'ebraismo è fondamentale per I'autocoscienza
cristiana e per superare le divisioni tra le Chiese.
Con questi orizzonti, verso queste mete si è conclusa
una giornata veramente particolare per I'Europa.
______________