La Sapienza, itinerario di ricerca nella Rivelazione

 Da alcuni decenni si sta verificando un autentico risveglio di interesse verso la tradizione sapienziale di Israele, di cui si intravede sempre più chiaramente l'importanza, sia per quando riguarda la formazione del canone della "Scrittura" veterotestamentaria, sia per l'influsso determinante che essa ha esercitato nella genesi della cristologia neotestamentaria [1]

Questa rinnovata considerazione della sapienza biblica ha la sua causa remota nella conoscenza delle letterature sapienzali della Mesopotamia e dell'Egitto, che le scoperte archeologiche a partire dal secolo scorso misero progressivamente in luce, permettendo di individuare rapporti dapprima impensabili tra la sapienza di Israele e quella degli altri popoli. 

Anche un altro fattore sta favorendo notevolmente questo interesse e, al tempo stesso, si presenta ricco di stimoli in quanto permette di situare la ricerca in nuovi contesti e prospettive antropologíco-teologiche. Alludiamo alla conoscenza, maturata in questo secolo, delle tradizioni sapienziali africane a cultura orale, nelle quali è possibile cogliere alcuni aspetti che possono illuminare meglio il significato e la funzione stessa della sapienza biblica [2].

Se gli studi comparativi hanno messo in luce le profonde connessioni della sapienza d'Israele con le tradizioni sapienziali del mondo circostante, non va dimenticato che la ricerca scientifica ha permesso di accostare, con una nuova visuale e con nuovi interrogativi, i testi assai recenti in cui la sapienza, personificata appare unita a Dio, presente con Lui nella creazione, operante nella vita e nella storia degli uomini, dimorante in Israele, quale sorgente della rivelazione (Torah) e della illuminazione profetica. 

Nel presente lavoro dopo aver presentato, nelle sue linee fondamentali, lo sviluppo della tradizione sapienziale, evidenziandone le caratteristiche principali, intendiamo appunto cogliere il significato del fatto che Israele ha collocato la "sapienza" nel cuore stesso della propria fede, al punto da identificarla con la Torah e considerarla fonte inesauribile della profezia [3]

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