IV
Giornata
Europea della Cultura Ebraica,
momento di conoscenza e tolleranza
Edizione
2003 - Soncino (Cremona)
COMUNITÀ EBRAICA DI ROMA
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Roma, 8
febbraio 2003
L.tevere Cenci
Può sembrare strana, come
un'invasione di campo, questa sorta di presentazione
firmata da un rabbino che, rispetto all’opera d’arte
si colloca dalla parte dei fruitori e che non possiede
gli strumenti dei professionisti.
Lo scopo di questo intervento è
però un altro: richiamare il particolare
percorso culturale dell'artista che ha
cercato ispirazione e forme espressive nei simboli e
nelle lettere dell'alfabeto ebraico. Lettere che
secondo la tradizione sono state il veicolo o il mezzo
attraverso il quale si è
realizzata la creazione, il tramite tra lo spirito e
la realtà fisica. Una ininterrotta catena culturale ha
sviluppato questa idea, riempiendola di contenuti
sacri ed evocazioni suggestive.
Queste
suggestioni hanno coinvolto anche Giovanni Bonaldi che
nella sua creazione artistica le ha
riprese e riproposte, a mio parere in modo mirabile.
Egli tenta di percorrere la via dell'Assoluto,
facendo riferimento alla Kabalah, con il desiderio di
incidere sulle sue tele figure virtuose e
piene di grazia. Ecco che allora, quelle lettere
ebraiche che tanto abitano le opere di Bonaldi
assumono un preciso valore simbolico diventando esse stesse una raffigurazione
dell'Essere per eccellenza in una trasmutazione
continua tra segno e corpo, tra forma e materia.
Particolarmente apprezzabili sono quegli scrigni
multiformi realizzati in materiale povero, che
conservano gelosamente elementi e figure umane che ci
permettono di intravedere una realtà soprasensibile e
ci fanno respirare il profumo del divino.
Ciò che rivive in questa
proposta artistica sembra essere il risultato di
un modellamento che l'antica tradizione ebraica ha
operato sul nostro artista.
Il Rabbino Capo
(Dr. Riccardo Di Segni)
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