DIOCESI DI ROMA |
Dal Libro del Sinodo
Il rapporto privilegiato con gli ebrei
Obiettivi pastorali
Vie e linee dimpegno
Da "Verso l'unità dei cristiani", sussidio per l'ecumenismoCiò che ha detto il Concilio
Particolarità della Diocesi di Roma
Sette orientamenti pratici
Il
rapporto privilegiato con gli ebrei La crescita del dialogo e delle forme di incontro e di collaborazione con i nostri "fratelli maggiori", gli Ebrei, è un obiettivo concreto e impegnativo che la Chiesa che è in Roma sente di doversi proporre, in fedeltà ai dettami del Concilio Vaticano II e seguendo lesempio e le indicazioni offerti, in particolare, dalla storica visita del Santo Padre alla Sinagoga il 13 aprile 1986. A Roma la comunità ebraica è più antica di quella cristiana (Cfr. At 2,10-11), come ricordano le catacombe ebraiche e numerose altre testimonianze e documenti che ne attestano la presenza costante sino al momento attuale, in cui essa costituisce la più numerosa e significativa presenza del popolo ebraico in Italia. La nuova coscienza del rapporto profondo che lega la Chiesa con la comunità ebraica al livello stesso della loro identità [1], promossa dal Concilio, pur avendo fatto notevolissimi progressi, deve sempre più penetrare nel popolo cristiano. Proseguendo il cammino intrapreso, la Chiesa di Roma intende impegnarsi perché la preparazione dei presbiteri e dei diaconi, dei catechisti e degli insegnanti di religione sia accurata sotto il profilo dellinformazione relativa alla fede e alla tradizione ebraica, nel loro sviluppo storico e nel modo in cui oggi sono vissute, e perché la predicazione e la catechesi sappiano adeguatamente presentare il rapporto tra lAntico e il Nuovo Testamento. In particolare vanno rese più presenti e consapevoli nella conoscenza e nello stile di vita delle nostre comunità le comuni radici che ci legano alla tradizione ebraica: in primo luogo la Scrittura dellAntico Testamento, attraverso cui scrutiamo il disegno del Dio dellAlleanza; lesperienza della salvezza come "memoriale" dellintervento liberatore di Dio a favore del suo popolo; la comune attesa escatologica della venuta definitiva e piena di Dio in mezzo agli uomini. La realizzazione di gruppi di studio sulla Bibbia e la celebrazione della giornata per la conoscenza e il dialogo con lebraismo, il 17 gennaio di ogni anno, rappresentano delle occasioni opportune ed importanti da favorire e promuovere. Il riemergere di fenomeni dolorosi, che si ritenevano ormai estinti, rendono questa giornata e ogni altra forma di dialogo e di reciproca conoscenza e fraternità particolarmente attuali. Ogni atteggiamento dintolleranza e di razzismo è infatti indegno delluomo e contrario allinsegnamento di Cristo. Una condanna ferma e incondizionata va quindi rivolta, non solo alle forme estreme e violente del razzismo che fa notizia, ma anche alle forme, meno palesi e quindi più difficili da combattere, delle mentalità e dei linguaggi nei quali traspaiono discriminazione e disprezzo per chi viene considerato diverso da noi. La Chiesa che è in Roma intende esprimere ai fratelli ebrei una particolare e calorosa solidarietà e operare con ogni sforzo perché fiorisca una nuova primavera nelle relazioni reciproche tra le due religioni. La comune collaborazione a molteplici livelli tra cristiani ed ebrei, nel rispetto della diversità e dei contenuti specifici delle rispettive religioni, può infatti assumere un grandissimo significato per il futuro della nostra Città, e soprattutto per la testimonianza del Dio unico e vero che agisce nella storia degli uomini per la loro salvezza. [2] La Chiesa di Roma, nella consapevolezza del vincolo privilegiato che unisce i discepoli di Cristo con il popolo ebraico, guarda con profonda stima a coloro che il suo Vescovo ha chiamato "fratelli maggiori". Intende perciò promuovere nelle comunità cristiane una corretta informazione circa la fede, la cultura e la storia dellebraismo. Svilupperà inoltre forme di dialogo, dincontro e di collaborazione con la comunità ebraica residente in Roma a servizio della promozione spirituale, culturale e sociale della Città.
Con la dovuta preparazione e opportune iniziative sul piano diocesano, sarà celebrata il 17 gennaio di ogni anno la giornata del dialogo ebraico - cristiano, allo scopo di favorire una più proficua conoscenza tra la comunità cristiana e quella ebraica nello spirito della Dichiarazione conciliare Nostra Aetate. La Diocesi, dintesa con la Commissione della Santa Sede per i rapporti religiosi con lebraismo e con il Segretariato della Conferenza episcopale italiana per lecumenismo e il dialogo, valorizzerà lopera degli organismi e dei gruppi impegnati nel dialogo ebraico - cristiano a Roma. Quanti svolgono attività educative si impegnino a formare le nuove generazioni a
una mentalità e a un costume di incontro e di accoglienza verso ogni persona e al rifiuto
degli atteggiamenti e comportamenti antisemiti, indegni delluomo e del cristiano.
[3]
Da: "Verso lUnità dei Cristiani" [4] Linee di riflessione La Commissione Ecumenica Diocesana ha il mandato di promuovere i contatti e il dialogo con la Comunità ebraica di Roma. Lesperienza ecumenica infatti mette in evidenza che la ricerca dellunità dei cristiani spinge alla ricerca di una riconciliazione più vasta, che abbraccia tutto il popolo di Dio, dellAntica e della Nuova Alleanza. In una prospettiva dottrinale, questa dimensione era già stata sottolineata dal Concilio Vaticano II, il quale <<ricorda le parole dellApostolo Paolo riguardo agli uomini della sua stirpe: "dei quali è ladozione a figli e la gloria e i patti di alleanza e la legge e il culto e le promesse, ai quali appartengono i Padri e dai quali è Cristo secondo la carne." (Rm 9,4-5), Figlio di Maria Vergine>>. Il Concilio ricorda inoltre <<il vincolo con cui il popolo del Nuovo Testamento è spiritualmente legato con la stirpe di Abramo>> e specifica i vari titoli di base ai quali il Popolo cristiano è collegato con il Popolo ebraico. La Chiesa di Cristo si riconosce nella comune fede monoteistica, nella vocazione di Abramo secondo la fede, e anchessa rivive la salvezza <<misteriosamente prefigurata nellesodo del popolo eletto dalla terra di schiavitù>>. Infatti <<la storia dellebraismo non si è conclusa con la distruzione di Gerusalemme. Questa storia ha continuato a svolgersi, sviluppando una tradizione religiosa la cui portata, pur assumendo - crediamo noi - un significato profondamente diverso dopo il Cristo, resta tuttavia ricca di valori religiosi>>. Si sottolinea inoltre la comune prospettiva escatologica, a cui tendono ebrei e cristiani, benché da punti di vista diversi. Per gli ebrei il Messia è atteso come colui che deve venire; per i cristiani è venuto, sta venendo e verrà nella gloria. Questa attesa escatologica, diversamente motivata, è un dono di Dio, che crea negli ebrei e nei cristiani una tensione comune e un modo particolare di essere e di agire nellimpegno quotidiano nella storia. Il Messia atteso quindi non è solo un punto di divergenza, ma colui che già in qualche modo riunisce gli uni gli altri nella comune attesa. Particolarità della Diocesi di Roma La Diocesi di Roma poi, unitamente ai titoli generali, riconosce anche titoli particolari che, in modo più immediato, la uniscono alla Comunità ebraica di Roma. La Chiesa di Roma infatti è fondata dagli Apostoli Pietro e Paolo, della stirpe ebraica. Inoltre si registra a Roma una millenaria storia di convivenza tra ebrei e cristiani, storia che - pur se intessuta purtroppo di molti eventi negativi - ha creato tuttavia nella nostra Diocesi un tessuto sociale e culturale, che ha e non potrà non avere anche per lavvenire ripercussioni nel contesto religioso. Allinterno di queste sommarie indicazioni, la Diocesi di Roma auspica che si ricerchino e si promuovano rapporti ispirati a quanto detto sopra:
Note [1] Giovanni Paolo II, Discorso a esponenti di Organizzazioni Ebraiche, 12 marzo 1979, in Insegnamenti di Giovanni Paolo II, II, I, p.534. [2] Dal Libro del Sinodo della Diocesi di Roma, Cap II, n.40 p.123 [3] Indicazioni Pastorali, dal Libro del Sinodo della Diocesi di Roma, 17, p. 144.[4] Sussidio per lEcumenismo - Roma, Gennaio 1983 - nn.137-143. |