Per la prima volta
nella storia un Rabbino al Sinodo dei Vescovi
Svolta al Sinodo dei vescovi Il Papa
invita a parlare un rabbino. Sarà Shear-Yashuv Cohen
[Resoconto
dell'intervento da Zenit]
|
Un ebreo in Vaticano parlerà di Bibbia e di sacre scritture davanti a papa
Ratzinger e a una nutrita rappresentanza di vescovi di tutto il mondo.
Quasi un "miracolo" storico nel suo genere, destinato a rafforzare i
rapporti tra cristiani ed ebrei, sulla scia di quanto già fatto da
eventi altrettanto storici come la visita di Giovanni Paolo II alla
Sinagoga di Roma del 1986 e la pubblicazione del documento conciliare
Nostra Aetate del 1963 che
cancellò, tra l´altro, l´anacronistica accusa di deicidi agli ebrei.
L'ebreo che parlerà del Libro dei Libri è il rabbino capo di Haifa
(Israele), Shear-Yashuv Cohen, invitato da Benedetto XVI a tenere una
relazione al Sinodo dei vescovi che, dal 5 ottobre prossimo, sarà
dedicato alla Parola di Dio attraverso la Bibbia. La notizia è stata
anticipata ieri dall´agenzia dei vescovi Usa Cns, secondo la quale il
rabbino parlerà il 6 ottobre. Alla stessa agenzia, il rabbino - che è
anche membro della commissione mista di dialogo tra Israele e Vaticano -
ha confermato l´iniziativa definendola un passo che «porta con sé un
messaggio di amore, coesistenza e pace per le generazioni». Un invito
che ancora Cohen apprezza «profondamente» perché dimostra che verso gli
ebrei la «Chiesa cattolica intende continuare con la politica e la
dottrina stabilite da papa Giovanni XXIII e papa Giovanni Paolo II».
Cohen - nella cui famiglia si susseguono rabbini e studiosi della Bibbia
da 18 generazioni - parlerà al Sinodo della centralità delle Scritture
ebraiche nella tradizione, nella vita quotidiana e nell´educazione
ebraiche, così come della importanza della Bibbia per lo Stato di
Israele. Un importante accenno il rabbino farà anche «all´importanza
della conoscenza delle Scritture per il dialogo interreligioso tra
cristiani, ebrei e musulmani, perché malgrado le differenze di opinione,
le radici sono le stesse». E a chi, tra gli ebrei più tradizionalisti,
teme che l´invito vaticano nasconda, in realtà, un ennesimo tentativo di
«conversione forzata degli ebrei da parte della Chiesa», Cohen risponde
che «non ci sono pericoli di questo genere, almeno in occasione del
Sinodo, è solo una chiara scelta di dialogo che rafforzerà la conoscenza
tra cristiani e mondo ebraico».
Per il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni l´invito in Vaticano al
collega Cohen è «un gesto rilevante fatto a una persona molto saggia,
impegnata con rispetto e grande sapienza nel colloquio con il mondo
cristiano». Apprezzamenti anche dal presidente del Coreis, comunità
islamiche italiane, Yaha Pallavicini («Veramente una bella iniziativa»)
che si augura un analogo invito in futuro possa essere fatto anche per
gli islamici. Ma ebrei e musulmani faranno comunque parte della
«squadra» dei 1250 lettori invitati alla lettura integrale della Bibbia
organizzata dalla Raiuno proprio in occasione del Sinodo nella basilica
romana di S. Croce in Gerusalemme.
Sarà papa Ratzinger ad avviare la lettura in collegamento dal Vaticano
presentando il primo libro della Genesi, seguito da Roberto Benigni e da
un intervento canoro di Andrea Bocelli. Il rabbino Di Segni ha invece
declinato l´invito avendo giudicato l'iniziativa Rai «troppo cattolica».
[© Copyright Repubblica, 25 settembre 2008 ]
___________________
Trascriviamo, per dovere di cronaca,
questa notizia diramata dal Vaticanista Andrea Tornielli, oggi 7
ottobre:
|
"Come sapete, la novità
assoluta di questo Sinodo è la presenza di un rabbino, che ieri
pomeriggio è intervenuto in aula: si tratta del rabbino capo di Haifa,
Shear-Yashuv Cohen. Quest’ultimo, nel suo intervento dedicato
all’interpretazione della Scrittura secondo la fede ebraica, si è
scagliato contro il presidente iraniano Ahmadinejad. E in serata, in un
incontro informale con alcuni giornalisti, ha detto che la Chiesa non
deve beatificare Pio XII e che se avesse saputo che Benedetto XVI
stava per celebrare il cinquantesimo anniversario della morte di Papa
Pacelli (con la messa che presiederà giovedì mattina in San Pietro), lui
non sarebbe nemmeno venuto al Sinodo. A parte il fatto che la data
di morte di Pio XII non è propriamente un segreto del Mossad, trovandosi
in tutte le enciclopedie, a parte il fatto che il cinquantesimo
rappresenta una scadenza importante, trovo del tutto fuori luogo che un
esponente ebraico invitato a parlare ai vescovi cattolici ne approfitti
per mettere in imbarazzo il Papa, per di più sulla base di leggende
nere. Vi lascio immaginare che cosa sarebbe successo se un cardinale
della curia romana fosse stato invitato a prendere la parola in un
importante consesso religioso ebraico a Gerusalemme e poi uscendo, ai
giornalisti, avesse fatto dichiarazioni di tenore simile... Al rabbino
Cohen mi permetto sommessamente di ricordare le parole pronunciate da un
illustre collega, il Gran rabbino di Gerusalemme, Isaac Herzog, nel
1944: «Il popolo di Israele non dimenticherà mai ciò che Sua Santità e i
suoi illustri delegati, ispirati dai principi eterni della religione,
che stanno alla base della autentica civiltà, stanno facendo per i
nostri sventurati fratelli e sorelle nell’ora più tragica della nostra
storia, una prova vivente della Divina Provvidenza in questo mondo».
All’indomani della morte di Papa Pacelli, lo stesso Herzog ebbe a
dichiarare: «La morte di Pio XII è una grave perdita per tutto il mondo
libero. I cattolici non sono i soli a deplorarne il decesso»."
|
|