... da Avvenire del 28 marzo 2000 |
Roma.
Un fatto unico, senza precedenti. Sia nel panorama giubilare - perché per
Gad Lerner le due settimane che vanno dalla domenica del Perdono a quella
di Gerusalemme rimarranno «uno dei momenti più alti dell'Anno Santo del
2000» - sia per il rapporto tra ebrei e cristiani, che proprio dal
"mea culpa" riceverà un nuovo impulso. |
Mano
nella roccia che scioglie un grumo di storia
Lo leggerà e lo
conserverà l'umanità, la storia, Dio. Quello è un punto dove tre storie
diverse si sono scontrate, come i continenti quando andavano alla deriva e
urtandosi formavano corrugamenti e sistemi montuosi, difficili da
superare: lì in pochi metri si toccano il sacro dei musulmani, il sacro
degli ebrei e il sacro dei cristiani. Il nobile santuario dei musulmani
indica il punto da cui Maometto salì in cielo, il Muro del Pianto è ciò
che resta dell'Antico Tempio ebraico, ed è il punto a cui convergono le
preghiere degli ebrei da tutte le parti del mondo fin da quando furono
dispersi, con ferocia, dall'imperatore romano soprannominato "delizia
del genere umano". E lì c'è il Santo Sepolcro, che sta sul punto
esatto dove Cristo patì, morì, fu sepolto e risorse. Fra tutti i luoghi
della terra, questo è il più alto concentrato di spiritualità. Sono tre missioni in
una. Nessuna di queste tre missioni, singolarmente presa, era facile, ma
una concordanza di tutte e tre era impossibile. Infatti non è riuscita.
La relazione fra cristiani ed ebrei, cristiani e musulmani, riparte da
basi nuove. Ma la relazione tra musulmani ed israeliani resta quel che
era, e del resto non si vede come la visita del Capo del cattolicesimo
potesse modificarla. I musulmani non hanno dialogato con gli ebrei, perché
non hanno superato il loro divieto di incontrare e sedere insieme con i
rabbini; con gli israeliani non è stato nemmeno toccato, forse per
prudenza, lo status di Gerusalemme. Ma se il viaggio papale avesse toccato
e risolto questi problemi, sarebbe stato un evento minore. Perché in
realtà il viaggio ha fatto molto di più. Nella terra dov'è nato il
cristianesimo vivono popoli che sanno poco o nulla (parlo della gente
comune) del cristianesimo: per la prima volta hanno visto da vicino il
Capo del cattolicesimo, tremante, stanco, che veniva avanti un passettino
alla volta, usando la croce come un bastone d'appoggio, deciso a
combattere contro gli ostacoli della storia, della politica, degli stati,
dell'età, della malattia, per dire a tutti qual è la sua idea di bene,
farsi dire da tutti qual è la loro, e vedere se si può realizzarle
insieme. Per la prima volta hanno assistito, un'ora o due, a riti
cristiani prima mai trasmessi in tv, tra cui una messa: hanno sentito le
formule, visto i gesti, e si son meravigliati per la ricerca di pace che
contengono, di comprensione, di intesa, e si son detti: "Ma è così,
dunque? Mai saputo". |
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