L'Autore

David Gil Dalin nasce a San Francisco, in California, negli Stati Uniti d’America, nel 1949. Rabbino di osservanza conservative, appartiene alla corrente religiosa ebraica che si colloca intermediamente fra gli "ortodossi" e i "riformati" e che rappresenterebbe circa il 55% della popolazione ebraica del paese. Laureato a Berkeley, ha insegnato in vari atenei e seminari ebraici statunitensi. Attualmente è docente di studi giudaici alla Georgetown University di Washington. Dal 1989 ha pubblicato — da solo e con altri — e ha curato più volumi sulle relazioni fra la religione ebraica e lo Stato in America, fra i quali, con Alfred J. Kolatch, The presidents of the United States & the Jews, "I presidenti degli Stati Uniti e gli ebrei" (Jonathan David Publishers, Middle Village [New York] 2000); e, con Jonathan D. Sarna, Religion and State in the American Jewish experience, "Religione e Stato nell’esperienza ebraica americana" (University of Notre Dame Press, Notre Dame [Indiana] 1997). Collabora a diverse riviste americane — ebraiche e non —, fra le quali The weekly Standard di New York.


David G. Dalin 
La leggenda nera del Papa di Hitler

Editrice Piemme, 2007

Lo studioso ebreo americano David G. Dalin interviene nella querelle su Pacelli: «Macchè Papa di Hitler, andrebbe anzi collocato fra i Giusti che salvarono molti perseguitati dalla Shoah». Nel 2001 pubblicò sul Weekly Standard un articolo destinato a fare il giro del mondo. In questo articolo (pubblicato anche in Italia dalla Rivista di studi politici internazionali), Dalin affrontava i nodi storiografici riguardati Pio XII. Addentrandosi su un terreno minato per le relazioni tra ebrei e cattolici, Dalin prendeva nettamente le distanze dai tanti miti che avevano distorto, nel tempo, l'immagine e la memoria di Eugenio Pacelli considerato, a seconda delle sfumature culturali, silenzioso e passivo testimone della Shoah o addirittura complice del nazifascismo, anche sull'onda del successo mediatico del Vicario di Hochhuth e di libri come quello di John Cornwell. Il Rabbino non risparmiava critiche anche a quanti, servendosi di "citazioni in serie", avevano fatto un uso strumentale delle fonti, alterandole e quindi alterando la verità storica. Pubblichiamo il suo testo tratto da "Cristianità", n. 304/2001

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