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Cercasi maestro d'ebraico per la Chiesa in Terra Santa

In un'intervista ad "Asia News" del 30 luglio, padre David M. Jaeger, da molti anni pivot dei negoziati tra Santa Sede e Israele, oltre a difendere Sharon e ad addossare a funzionari di basso livello del ministero degli esteri israeliano i crudi attacchi dei giorni scorsi al papa, fa un'osservazione di grande interesse sulla mancanza di un "soggetto ecclesiale" capace di dar voce nel mondo israeliano, in lingua ebraica, alla Chiesa cattolica, in dialogo con la comunità d'Israele:

Tale mancanza si è accentuata dopo la morte, il 24 giugno scorso, di Jean Baptiste Gourion, monaco benedettino e vescovo ausiliare di Gerusalemme con facoltà speciali per i cattolici di espressione ebraica.

Ecco il passaggio clou dell'intervista di padre Jaeger:

"Questa crisi fa emergere la difficile situazione in cui versa la Chiesa cattolica in Israele: essa non ha alcuna struttura che sia capace e desiderosa di parlare al pubblico ebraico e di prendere parte alle problematiche che si discutono nell'opinione pubblica. Nonostante i molti volti della presenza della Chiesa in Terra Santa, la Chiesa cattolica è assente dalla società e dalla popolazione israeliana di lingua ebraica. In tutta questa settimana, mentre la propaganda dell'odio veniva diffusa dal ministero degli esteri e da quelli da esso istigati, non c'era nessuno in grado di rispondere: nessuno in Israele, in lingua ebraica, nei media israeliani, di fronte al pubblico israeliano. Il campo è completamente abbandonato

"Non conosco un'altra nazione dove la Chiesa è sprovvista allo stesso modo di rappresentanza pubblica, senza nemmeno un addetto stampa, capace e desideroso di impegnarsi nel dialogo con la nazione ebraica, usando la lingua ebraica. Questo è un problema che va risolto in modo stabile, così che in tempi di crisi, sia sempre possibile trovare un portavoce della Chiesa, capace di dialogare e interloquire con i media nazionali.

"Si è discusso e scritto per anni sul bisogno di stabilire un soggetto ecclesiale capace di di essere la Chiesa nella nazione israeliana, proprio come la Chiesa, presente in ogni altra nazione, secondo il comando del Signore e l'insegnamento del Concilio Vaticano II.

"Questa presenza è di fondamentale importanza anche per ogni altro aspetto della vita della Chiesa in Terra Santa. Essa è nell'interesse di tutte le altre comunità nazionali all'interno della comunità ecclesiale. Ma questo è un discorso che va affrontato più avanti in altre occasioni".

Sul compito affidato al vescovo Gourion quando fu nominato due anni fa, vedi: "Il patriarca arabo Sabbah ha un ausiliare. Che però parla ebraico".
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[Tratto da Settimo cielo" il Weblog di Sandro Magister, 12 agosto 2005]

   
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