Benedetto XVI ha promosso questo lunedì una
cooperazione “più efficace” tra ebrei e cattolici ricevendo una
delegazione del Centro “Simon Wiesenthal” degli Stati Uniti, definendo
il dialogo tra cristiani ed ebrei - che possiedono un'antica e comune
eredità spirituale - seme di pace e di riconciliazione per il futuro del
pianeta
|
Durante l’udienza, di carattere privato, il Papa ha ricordato che quest’anno
si celebra il quarantesimo anniversario della dichiarazione del Concilio
Vaticano II “Nostra Aetate”, “che ha formulato i principi che hanno
guidato gli sforzi della Chiesa per promuovere una migliore comprensione
tra ebrei e cattolici”. |
“Dopo una storia difficile e dolorosa, i rapporti tra le nostre due
comunità stanno attualmente prendendo una direzione nuova e più positiva”,
ha constatato nel discorso pronunciato in inglese.
Il Santo Padre ha proposto di “continuare ad avanzare sul sentiero del
rispetto e del dialogo reciproci, ispirati dalla nostra eredità
spirituale condivisa ed impegnati in una sempre più efficace cooperazione
al servizio della famiglia umana”.
Secondo il Vescovo di Roma, “cristiani ed ebrei possono fare molto per
far sì che le generazioni future possano vivere in armonia e rispetto
della dignità di cui ogni essere umano è stato dotato dal Creatore”.
“Esprimo la speranza, condivisa da uomini e donne di buona volontà in
ogni luogo, che questo secolo veda il nostro mondo emergere dalla rete di
conflitto e violenza, e getti i semi per un futuro di riconciliazione,
giustizia e pace”, ha detto concludendo il suo saluto.
Nel suo indirizzo di saluto al Santo Padre, il Rabbino Marvin Hier,
fondatore e decano del Centro “Simon Wiesenthal”, ha ringraziato per l’invito
“a dialogare e a scambiare punti di vista, soprattutto in questi momenti
critici in un mondo che ha disperatamente bisogno di chiarezza morale e
civiltà”.
Il Rabbino ha poi ricordato il contributo al dialogo ebraico-cristiano
fornito da Giovanni XXIII e da Giovanni Paolo II ed ha lodato le parole
che Benedetto XVI ha pronunciato ad agosto nella Sinagoga di Colonia,
quando ha ribadito la sua intenzione a continuare su questa strada.
Per il rappresentante ebraico, “al giorno d’oggi, i grandi pericoli
per il genere umano non provengono dai laicisti o dagli atei, ma dai
fanatici religiosi e dagli zeloti. Quanti aiutano a reclutare ed ispirano
i terroristi ad uccidere civili innocenti promettendo loro un posto in
cielo non sono leader politici empi, ma imam fondamentalisti
e mullah che dicono di obbedire al creatore”.
“Il Presidente dell’Iran, un religioso che prega cinque volte al
giorno, è tornato ad enunciare le parole di Adolf Hitler ed ha chiesto
apertamente l’eliminazione dello Stato di Israele, in violazione della
Carta delle Nazioni Unite, una minaccia che è stata rimproverata dal
Vaticano ma non ancora dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite”,
ha detto Hier.
“Il futuro della civiltà dipende dalla nostra capacità di coalizzarci
per il bene, da quanti credono ancora che niente di duraturo sia stato
creato dall’odio, che non ci sia un futuro luminoso con la tirannia, che
non ci sia rafforzamento della fede con il fanatismo”, ha sottolineato.
Il Rabbino Hier ha concluso informando il Papa sul nuovo centro per la
Dignità Umana che il Centro Wiesenthal inizierà presto a costruire a
Gerusalemme.
Il Centro “Simon Wiesenthal”, come spiega la sua pagina web, è “un’organizzazione
internazionale ebraica di diritti umani dedicata a preservare la memoria
dell’Olocausto e a promuovere la tolleranza e la comprensione attraverso
la partecipazione comunitaria e l’azione educativa e sociale”.
Circa 400.000 famiglie sostengono il centro, che ha la sua sede principale
a Los Angeles ed uffici a Gerusalemme, Buenos Aires, Parigi, Toronto, New
York e Miami.
L’istituzione prende il nome da Simon Wiesenthal, uno dei pochi
sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti, morto il 20 settembre
scorso all’età di 96 anni.
Dopo la fine del nazismo, Wiesenthal si dedicò alla caccia dei criminali
nazisti sfuggiti alla giustizia, aiutando a scovarne più di mille.
Quella di questo lunedì è la terza visita del Centro Wiesenthal in
Vaticano.
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[Fonte:Zenit.org 14 novembre 2005]