Incontro dei vescovi europei ed americani 
con gli ordinari cattolici della Terra Santa

Cronaca dell'evento
Documento dei vescovi cattolici dalla Terra Santa

Dall’8 al 13 gennaio si svolgerà a Gerusalemme l’incontro annuale dei vescovi delle conferenze episcopali di vari Paesi del mondo con l’Assemblea degli ordinari cattolici della Terra Santa. 

L’obiettivo dell’incontro, presieduto dal Patriarca latino di Gerusalemme, Sua Beatitudine Michel Sabbah, e dal Delegato apostolico a Gerusalemme, l’arcivescovo Pietro Sambi, è incoraggiare la solidarietà con la comunità cristiana in Terra Santa e condividere la vita pastorale della Chiesa locale, che vive sotto un’intensa pressione politica e socio-economica. (1)

I vescovi che parteciperanno all’incontro provengono, tra gli altri Paesi, da Canada, Stati Uniti, Inghilterra e Galles, Francia, Germania, Spagna e Italia e dalla commissione degli episcopati dell’Unione Europea (COMECE) in rappresentanza di questi Paesi.

Saranno presenti anche rappresentanti delle istituzioni d’aiuto cattoliche, come la Pontificia Opera Missionaria, la Caritas ed i loro membri nazionali.

Secondo quanto confermato dalla Conferenza Episcopale Spagnola, sabato 8 gennaio i vescovi parteciperanno ad una celebrazione ecumenica di Natale nella Basilica della Natività di Betlemme. Dai villaggi della zona orientale confluiranno per partecipare a questa giornata di festa circa mille bambini tra i 7 e i 13 anni. Per molti di loro sarà la prima visita a Betlemme.

Domenica 9 gennaio sono state programmate alcune visite pastorali alle parrocchie di Gerusalemme e della zona orientale, come Ramallah, durante le quali i partecipanti all’incontro condivideranno la celebrazione eucaristica con le comunità locali.

Lunedì 10 gennaio inizieranno i lavori veri e propri, che si protrarranno fino a giovedì 13. Nelle prime sessioni verrà fornito un aggiornamento sulla situazione di Israele e Palestina con esperti e politici di entrambe le comunità. È anche previsto un incontro a Betlemme con studenti dell’Università Cattolica della città, diretta dai Fratelli delle Scuole Cristiane (La Salle).

Martedì 11 i vescovi esamineranno il lavoro svolto in modo coordinato dalle Conferenze episcopali in occasione di questi incontri. Durante la giornata verranno effettuate delle visite all’Autorità Palestinese, ad alcune scuole locali cristiane e a varie istituzioni, come la Caritas.

Nella terza sessione dei lavori, mercoledì 12 gennaio, avranno luogo degli incontri con le autorità israeliane e palestinesi. Nel pomeriggio si continuerà ad analizzare il lavoro svolto in questo periodo di lavoro congiunto. La giornata si concluderà con una riunione ecumenica con alcuni rappresentanti delle chiese ortodosse e protestanti presenti in Terra Santa.

L’ultimo giorno, giovedì 13 gennaio, l’Assemblea si concluderà con la pubblicazione del Messaggio finale.
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[Fonte: Zenit.org]

(1) Abbiamo chiesto conto alla CEI del mancato accenno al vescovo Jean-Baptiste Gourion, per i rapporti con i cristiani di lingua ebraica. Appena avremo notizie, ne parleremo [ndR]

                                                         

Per non dimenticare i cristiani che vivono nella Terra di Gesù              torna su
Intervista con mons. Peter Fleetwood e mons. Pierluigi Vacchelli  

È iniziata stamane a Gerusalemme, per spostarsi nel pomeriggio a Betlemme, la riunione annuale del "Gruppo di Coordinamento" per la Terra Santa dei vescovi europei e americani con l'Assemblea degli Ordinari Cattolici locali. L'incontro desidera essere espressione concreta della  solidarietà degli Episcopati con la comunità cattolica di Terra Santa in un momento di difficoltà sociale ed economica, oltre che politica. 

Tra i temi al centro dell’incontro: la situazione generale in Israele e in Palestina, l'impatto sulla Chiesa locale degli accordi conclusi dalla Santa Sede, rispettivamente, con lo Stato d'Israele e l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina e infine il dialogo con ebrei, musulmani e le altre Chiese cristiane. Ma quando è nata e da chi è partita l’iniziativa di questo incontro? Antonella Palermo lo ha chiesto a mons. Peter Fleetwood, segretario generale aggiunto del Consiglio ecumenico delle Chiese in Europa: 

R. - L’iniziativa è nata  cinque anni fa, per un’idea sia della Santa Sede che di alcuni vescovi dell’Europa e dell’America del nord, per dire ai cattolici e alle comunità cristiane della Terra Santa che non sono sole e dimenticate. All’inizio tutto è stato organizzato prevalentemente dai vescovi degli Stati Uniti; poi l’organizzazione si è trasferita in Inghilterra e in Galles. Adesso è l’arcivescovo Patrick Kelly di Liverpool che guida il gruppo. Parleremo in particolare della situazione delle popolazioni cristiane in Terra Santa. Si vede quanto sono grandi gli sforzi che si stanno facendo, ma alla fine uno deve chiedersi: “dove lavoreranno i tanti giovani, che pure sono ben preparati?”. Molti di loro vanno via e non tornano più. È una cosa molto triste, perché si assiste allo svuotamento della popolazione cristiana nei Paesi del Medio Oriente. Si vede una mancanza di un’”intellighenzia” giovane  e ben preparata, impegnata nel futuro del Paese. Alcuni non vedono un futuro. Proprio per questo i vescovi vogliono tornare ogni anno. Quest’anno volevano fare una pausa, ma i vescovi della Galilea hanno detto: “No, se non venite questa vostra assenza manderà un messaggio molto negativo allo Stato d’Israele ed anche a noi. Noi dipendiamo dalla vostra solidarietà”.  

D. - Ma quindi la condizione in cui vivono i cattolici in queste regioni qual è?

R. – È molto diversificata. Chi vive a Gerusalemme non sta troppo male. Chi sta a Betlemme invece vive una sorta di assedio. È l’unica parola che riesco a trovare per spiegare come mi sento quando vengo qui. Mi ricorda l’Irlanda del nord di tanti anni fa, che grazie a Dio non è più così. Questo assedio viene espresso visivamente dal muro di sicurezza, la barriera di sicurezza costruita dagli israeliani. È una cosa orrenda da vedere (2) e simbolicamente dice tanto, ciò che nessuna parola potrebbe mai descrivere. I cristiani della Galilea, invece, vivono una situazione, per così dire, molto più normale. Non ci sono tutte le tensioni presenti a Gerusalemme, a Betlemme ed anche a Gaza.

 

L'incontro di Gerusalemme, come detto, vuole essere espressione concreta della solidarietà degli Episcopati americani e europei alla comunità cattolica di Terra Santa. Ma cosa è emerso dalla prima giornata di lavori? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a mons. Piergiuseppe Vacchelli, sottosegretario della Cei e presidente del Comitato interventi caritativi per i Paesi del Terzo Mondo. 

La prima giornata di lavori è iniziata con il saluto del patriarca Michel Sabbah, il quale ha dato un’annotazione molto importante sul piano della comunione della Chiesa nel mondo in ordine ai problemi della Palestina. Dopo l’intervento del Patriarca ci sono state due testimonianze ragionate da parte di un rappresentante palestinese e di un rappresentante israeliano che con competenza hanno detto il loro punto di vista evidentemente divergenti in qualche momento nella valutazione della situazione, ma tutto questo è stato molto importante perché fatto con pacatezza. Se si riescono a capire le divergenze si riesce ad intuire come il cammino nel tempo non possa essere che quello del dialogo nel quale pur non approdando immediatamente a dei discorsi di pace, però si avvia qualche cosa che si chiama convivenza rispettosa per misurarsi sui valori veri degli uni e degli altri, facendoli emergere in una maniera molto chiara perché è soltanto così che si può camminare e guardare in prospettiva.
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[Fonte: Radio Vaticana 10 dicembre 2005]

(2) Facciamo notare che la dichiarazione non rispecchia il pensiero di tutta la Chiesa. Ad esempio, abbiamo testimonianza di espressioni diverse pronunciate dal Custode di Terra Santa, Padre Pizzaballa e siamo noi stessi testimoni di un diverso modo di sentire (ndR)

Appello dei vescovi cattolici del mondo dalla Terra Santa                torna su
Dopo l’incontro annuale celebrato a Gerusalemme dall’8 al 13 gennaio

In risposta alla richiesta di aiuto dell’Assemblea degli Ordinari Cattolici della Terra Santa, sostenuta dalla Santa Sede e dai vescovi d’Europa e dell’America del Nord, siamo venuti a Gerusalemme, Betlemme e in Galilea questa settimana per condividere la vita della Chiesa locale e per rafforzare la comunione con la Chiesa Madre di Gerusalemme.

La Coordinatrice Episcopale lavora per sostenere la Chiesa locale nella sua missione di giustizia, pace e riconciliazione. Durante questi pochi giorni abbiamo fatto visita al presidente di Israele e a quello dell’Autorità Palestinese, ai quali abbiamo consegnato il seguente messaggio.

Siamo venuti seguendo le orme di due pellegrini della Terra Santa: Papa Paolo VI e Papa Giovanni Paolo II. Siamo uniti completamente ai Cristiani della Terra Santa quando affermano l’insegnamento di Papa Paolo VI in base al quale la pace si raggiunge con la giustizia per tutti e quando sostengono con decisione Papa Giovanni Paolo II nel suo costante rifiuto di ogni forma di violenza come cammino per la pace.

Vi facciamo visita in un periodo di grande potenziale politico. Sappiamo che i nostri Paesi di origine hanno aiutato a conformare la storia di questa Terra. Siamo decisi a far sì che i temi che interessano la vita e la speranza di tutti in Terra Santa non vengano dimenticati. Al nostro ritorno approfitteremo di tutte le opportunità per condividere con le nostre comunità ed i nostri Governi ciò che abbiamo ascoltato e visto nelle parrocchie, nella splendida Università di Betlemme - la cui storia è seguita con grande interesse in molti Paesi -, nelle scuole e negli ospedali, così come in Galilea.

In questo importante momento, vogliamo incoraggiare e sostenere quanti si impegnano a favore della giustizia e in questo modo perseguono la pace e compiono passi pratici che permetteranno agli Israeliani e ai Palestinesi di vivere in questa terra con dignità, in due Stati, con sicurezza ed equità.

Dichiariamo di rimanere vicini alla Chiesa della Terra Santa, al Patriarca, ai pastori e al popolo nella loro testimonianza di fede unica, che condividiamo con loro. Con tutta la Chiesa, siamo impegnati nella sopravvivenza e nella vitalità della comunità cristiana in questa terra in cui Gesù è nato, morto, sepolto e resuscitato.

L’importanza dell’Accordo Fondamentale tra Israele e la Santa Sede e dell’Accordo Fondamentale tra la Santa Sede e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina è per noi chiara ed esortiamo la loro piena approvazione e la loro messa in pratica senza ulteriori indugi.

Lavoreremo per una pace giusta in questa Terra e cercheremo di mobilitare l’impegno delle nostre Chiese locali e dei nostri Paesi nell’area. Il mondo intero scommette sulla pace e sulla giustizia in questo luogo.

In questo momento di speranza, preghiamo per tutti coloro che condividono questa Terra: Israeliani e Palestinesi, Cristiani, Ebrei e Musulmani; in essa vedremo molto presto azioni decisive e passi coraggiosi per raggiungere la fine della violenza e dell’ingiustizia e completare la riconciliazione nella Terra che tutti chiamano Santa.

Gerusalemme, Giovedì 13 Gennaio 2005


+ Patrick Nelly, Arcivescovo di Liverpool, Vicepresidente della Conferenza Episcopale
Cattolica di Inghilterra e Galles e Delegato del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee.

+ Brendan O’Brien, Arcivescovo di San Juan de Terranova e
Presidente della Conferenza Episcopale Canadese.

+ William S. Skylstad, Vescovo di Spokane e
Presidente della Conferenza Cattolica degli Stati Uniti.

+ André Lacrampe, Arcivescovo di Besançon,
Conferenza Episcopale Francese.

+ Joan Enric Vives, Vescovo di Urgel e Co-Principe di Andorra,
Conferenza Episcopale Spagnola.

+ William Kenney, Vescovo Ausiliare di Göteborg, Conferenza Episcopale Scandinava e
Delegato della Commissione delle Conferenze Episcopali per la Comunità Europea.

+ Pierre Burcher, Vescovo Ausiliare di Losanna,
Conferenza Episcopale Svizzera.

+ Andreas Laun OSFS, Vescovo Ausiliare di Salisburgo,
Conferenza Episcopale Austriaca.

Monsignor Piergiuseppe Vachelli,
Vicesegretario della Conferenza Episcopale Italiana.

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[Fonte: Zenit del 14 gennaio 2005]

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