Barbaro scempio di
sepolture nel cimitero del Verano a Roma La
comunità ebraica colpita e offesa
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Le tombe
danneggiate sono almeno cinquanta. Non è ancora chiaro come i vandali
siano penetrati nel cimitero, in quanti fossero e quali strumenti abbiano
usato. Ma lo scempio è apparso subito evidente, con i sepolcri colpiti
ripetutamente con corpi contundenti. |
Unanimi - e non poteva essere
altrimenti - lo sdegno e l'esecrazione per la barbara profanazione.
Qualunque sia la matrice del gravissimo sfregio - si sottolinea in
ambienti ebraici - c'è sicuramente l'ombra pesante di un antisemitismo che
con episodi analoghi ha colpito di recente anche in altri Paesi
europei.
Corali gli attestati di solidarietà alla comunità ebraica,
insultata nella sua memoria, nella sua "pietas", nella sua cultura, nella
sua civiltà. E colpita, forse volutamente, in un giorno particolare di
lutto e di digiuno, il Tiscabeav.
Non sembra avere dubbi su
questo il presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane, Amos
Luzzatto, secondo il quale si tratta di "un atto preoccupante perché
programmato, studiato a tavolino, eseguito proprio in un giorno di lutto
per noi. Non ricordo - aggiunge - altri atti di questa gravità in Italia,
almeno dal dopoguerra".
Proprio in questa coincidenza, in questa
volontà di profanazione perpetrata in una ricorrenza speciale, Luzzatto
"legge" un messaggio minaccioso per la sua comunità: la mano che ha
colpito, dice, "è di qualcuno che conosce bene le nostre tradizioni e ci
ha voluto dire che il nostro lutto sarà permanente".
Una netta
condanna del grave episodio è stata espressa dall'intero mondo politico,
con in testa il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che ha espresso
indignazione e commossa solidarietà alla comunità ebraica di Roma,
assicurando "ogni sforzo per consegnare alla giustizia i responsabili di
questa azione vile e ignominiosa".
Il ministro dell'Interno,
Pisanu, ha dichiarato di avere disposto "accurate indagini dirette ad
individuare gli autori degli atti vandalici" e che riferirà personalmente
in Parlamento "non appena in possesso dei necessari ed adeguati elementi
di risposta": lo ha reso noto il Viminale.
Il Presidente
della Repubblica, Ciampi, si è tenuto in contatto con le autorità
cittadine e gli esponenti della comunità ebraica, ferita ancora una
volta.
L'offesa alla memoria è stata consumata "forse da più mani" ha
notato il Rabbino capo di Roma, "e ha fatto scempio di ogni simbolo e
segno di pietà: dalle stelle di David, divelte, ai candelabri a
sette bracci, dai vasi di fiori rovesciati alle lapidi provenienti dal
vecchio cimitero israelitico dell'Aventino".
La furia dei
devastatori si è scagliata anche contro sepolture recenti. A scoprire lo
scempio, ieri, era stato lo stesso personale del cimitero che ha dato
l'allarme. L'intera area era stata subito isolata, per permettere agli
agenti della Digos di compiere i rilievi, mentre fuori si assiepavano i
familiari dei defunti, in uno stato d'animo che non è difficile
immaginare.
Dopo i parenti, era arrivato il sindaco Veltroni per
esprimere il suo dolore e ricordare "che Roma non è una città antisemita".
Anche l'ex sindaco Rutelli aveva voluto essere presente e aveva ricordato
un altro grave episodio di profanazione di tombe ebraiche avvenuto nel '96
al cimitero di Prima Porta.
Sul fronte delle indagini, gli
inquirenti sono cauti. Tra le ipotesi "teoricamente plausibili", oltre a
quella di un atto compiuto da estremisti neonazisti o da fondamentalisti
islamici, vi sono anche quelle di uno "sgarro", di un segnale a qualche
famiglia ebrea o a persone che gravitino nell'ambiente dei servizi
cimiteriali. Meno plausibile la "bravata" di un gruppo di
teppisti.
A spingere alla cautela è la mancanza di una "firma" o di
una rivendicazione dell'incursione. Questa circostanza costituisce un
fatto anomalo che porterebbe ad escludere la paternità di gruppi
organizzati della destra estrema. In passato - è stato fatto notare -
gesti analoghi sono stati chiaramente attribuibili proprio perché i
responsabili li avevano messi in atto per trovare visibilità. "Non c'è
nulla, allo stato attuale, che indirizzi verso una pista ed escluda le
altre, nulla che faccia pensare all'estremismo di destra,
all'antisemitismo dell'estrema sinistra o riconducibile a gruppi islamici"
si limita a dire un investigatore.
Le indagini procedono nel
riserbo. Nell'arco della giornata di ieri sono state ascoltate una decina
di persone tra responsabili del cimitero, custodi, dipendenti e operai.
Gli investigatori - che hanno informato la procura degli sviluppi delle
indagini - stanno raccogliendo gli elementi per stilare il rapporto da
consegnare al procuratore aggiunto Italo Ormanni e al sostituto Adelchi
d'Ippolito, titolari dell'inchiesta.
©L'Osservatore Romano - 20 Luglio
2002
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