Perplessità e preoccupazione nelle Chiese di
Gerusalemme di fronte alla minaccia dell'autorità municipale di tagliare il
rifornimento d'acqua alla Basilica del Santo Sepolcro. Sin da quando è
cominciata ad arrivare l'acqua corrente nella zona, tutti i governi che si son
succeduti hanno fornito acqua al Santo Sepolcro senza pretendere pagamento,
quale servizio pubblico ai pellegrini e cortese attenzione per i religiosi,
cattolici e non, che custodiscono ed officiano il Santuario.
Così ha fatto il governo britannico della Terra Santa (1917-1948), quello
giordano (1948-1967) e finora anche l'israeliano. Senonché le autorità
municipali israeliane hanno ripreso ad esercitare forti pressioni e minacce di
tagliare l'acqua per farsi pagare, non solo nel futuro ma anche per tutta
l'acqua fornita a partire dal 1967.
Le rivelazioni sono giunte ad AsiaNews da fonti della Basilica, che però
preferiscono non essere individuate perché si spera sempre che le autorità
cittadine si ravvedano. Fatto curioso è che le domande di pagamento vengono
indirizzate ad un ente inesistente, "la chiesa del Santo Sepolcro". Una tale
amministrazione non esiste, visto che l'antica Basilica è retta dal peculiare
regime giuridico internazionalmente riconosciuto, detto dello "Statu quo". Lo "Statu
quo" vuol dire che spazi, tempi, e funzioni vengono ripartiti tra la Chiesa
Cattolica, rappresentata dalla francescana Custodia di Terra Santa e diversi
gruppi di monaci non cattolici, greci e armeni anzitutto, ma anche, in minor
misura, copti, etiopi e siri ortodossi.
Uno studioso dei rapporti Chiesa-Stato in Terra Santa, raggiunto da AsiaNews,
afferma: "La domanda di pagare per il passato è palesemente infondata, perché si
trattava di una scelta politica consapevole e coerente di tutti gli Stati che si
son succeduti a Gerusalemme, sia de iure che de facto, di offrire questa
cortesia a chi officia e a chi visita la Basilica del Santo Sepolcro di Nostro
Signore Gesù Cristo [e in passato anche a molte altre chiese]. Quanto al futuro,
nessuno nega che l'acqua corrente possa essere vista come un 'bene di consumo'
per il quale si dovrebbe sempre e comunque pagare un giusto prezzo. Comunque,
perché ciò possa essere applicato al complesso del Santo Sepolcro, devono
avvenire prima precisi accordi tra i diversi utenti quanto alla ripartizione del
prezzo per l'acqua fornita agli spazi comuni, e poi si dovranno istallare
impianti distinti con i rispettivi contatori per permettere di esigere da
ciascuno dei gruppi di monaci il pagamento relativo al proprio consumo. Di fatto
si tratterebbe di un'operazione giuridica e tecnica abbastanza complessa, che
può essere affrontata solo di comune accordo e non a suon di raffiche di
avvertimenti perentori, indirizzati a nessuno in particolare”.
Con una certa perplessità, lo studioso conclude: “Ma alla fine, vale proprio la
pena per le autorità israeliane togliere un'apprezzata cortesia, praticata da
tutti gli altri Stati che hanno controllato la zona? É probabile che chi ha
avuto quest’idea si consulti ora con l'ufficio del Primo Ministro o con il
Ministero degli Esteri, per venire a più miti consigli".
[Fonte: AsiaNews 30 luglio 2010]