Un atto impensabile ai tempi di Arafat.
Adesso rischia la galera per travisamento geopolitico delle parole del
Corano. «Mai più sermoni anti semiti alla tv palestinese». Parola di
Nabil Sha'ath, ministro dell'informazione del governo di Mahmud Abbas.
Il 18 maggio rischia di
diventare una data importante nell'estenuante processo di pace sempre in
fieri tra palestinesi e israeliani. Infatti, nella colpevole ignoranza di
quasi tutti i media mondiali si è celebrato un avvenimento che potrebbe
essere definito storico: l'agenzia di stampa Palestinian news ha
annunciato che il governo palestinese ha denunciato alla magistratura dei
Territori le «insinuazioni religiose» che sono state proferite per due
venerdì consecutivi nei sermoni televisivi dello sceicco Ibrahin Mudayris.
Quello che incitava da tempo immemorabile «ogni buon musulmano» a
sterminare «crociati ed ebrei». Per anni, specie ai tempi di Arafat,
queste enormità venivano ignorate quando non apertamente incoraggiate. Ma
adesso anche in casa palestinese, alla vigilia dell'agognato ritiro
israeliano dalle colonie di Gaza, l'aria sta cambiando in maniera prima
impensabile.
Se i magistrati cui si è rivolto il ministro delle comunicazioni
palestinese dovessero ravvisare in queste parole un «travisamento
geopolitico delle parole del Corano e degli hadith» per inculcare «odio
antigiudaico» tra la gente, lo sceicco antisemita rischia la galera. Alla
radio, il ministro Nabil Sha'ath è andato oltre: se lo sceicco non
chiederà scusa agli ebrei, intimerà alla tv palestinese di eliminare dal
palinsesto il programma. Inoltre, verrà dato ordine ai responsabili
internet dell'Autorità nazionale palestinese di oscurare immediatamente
dal sito Al Nakba (la nakba è il giorno della disgrazia, cioè quello
della nascita dello stato d'Israele, ndr) i link antisemiti
ispirati dalle tematiche islamiche estremiste, compreso quello alla nuova
edizione in arabo de I protocolli dei savi di Sion recentemente
edito in Siria e in Libano.
Nabil Sha'ath, a sua volta, ha chiesto scusa a tutti gli ebrei del mondo
per questi sermoni antisemiti e per la propaganda mediatica che da anni in
Palestina sembra avere porto franco. «Questo sermone per noi rappresenta
un vero e proprio attentato, un modo per distogliere l'attenzione verso la
lotta del popolo palestinese di avere una patria, convogliandola su
tematiche antisemite attraverso l'umiliazione di una religione monoteista
come la nostra». Sha'ath ha anche dichiarato che «è impossibile e
paradossale che una popolazione semitica si dimostri antisemita
prendendosela con gli ebrei che non portano alcuna responsabilità per le
scelte sbagliate dell'attuale governo di Israele».
Nel sermone di Mudayris si dava agli stessi ebrei la colpa dell'Olocausto
perché «come in passato la storia dimostra si sono sempre resi
protagonisti di intrighi nei paesi che li hanno ospitati». Il ministro
della informazione palestinese nel proprio discorso radiofonico del 18
maggio ha invece ribadito che l'Olocausto fu colpa del mondo occidentale e
che gli ebrei non hanno alcuna responsabilità per le persecuzioni di cui
sono stati oggetto nei secoli. Alla Reuters, Nabil Sha'at ha aggiunto che
adesso chiederà al ministro degli affari religiosi palestinese di
rimuovere questo imam dal proprio incarico e di metterlo sotto processo,
garantendo gli ebrei che non ci saranno più sermoni antisemiti in
Palestina. Almeno non trasmessi in tv. Sha'ath si è anche preso
l'impegno, parlando sempre con la Reuters, che presto episodi del genere
contro gli ebrei saranno solo un triste e vecchio ricordo e che nessuno
potrà più predicare in moschea né in tv l'odio antiebraico nei sermoni
del venerdì.
Si ignorano sinora reazioni da parte della stampa ebraica a queste
storiche e inedite dichiarazioni di un responsabile di governo dei
palestinesi. L'unico commento riportato sinora è del columnist di Al
Ayat al Jadida (La vita nuova), l'organo dell'Anp, che dà un colpo al
cerchio e uno alla botte: «Lo sceicco rappresenta una cultura molto
diffusa nel nostro paese e prima di tutto va sottolineato il fatto che le
sue parole servono a spiegare che gli israeliani ci hanno rubato la terra,
ciò detto però noi abbiamo il dovere di vigilare su queste scivolate di
stile per evitare di essere attaccati su queste cose a scapito della
nostra causa».
_________________
[Fonte: Il Riformista 24 maggio 2005]