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"Caffarra inaugura la nuova sinagoga" Con i rabbini di Roma e Bologna

La sinagoga riapre dopo un anno di restauri che hanno portato alla luce una domus romana nelle sue fondamenta. Saranno i rabbini di Roma, Bologna, Ferrara e di altre città italiane a riportare i rotoli della Torà nel tempio domani pomeriggio alle ore 17.30. Una cerimonia religiosa di inaugurazione a cui parteciperà anche il vescovo monsignor Caffarra. I restauri sono stati realizzati con fondi statali (775mila euro provenienti dal Gioco del Lotto) e grazie a un contributo comunale e regionale (200mila euro) per la parte degli scavi archeologici che saranno visibili solo tra un anno. Il restauro della sinagoga di via Gombruti completa così il progetto culturale pluriennale che ha portato alla rivalorizzazione del ghetto ebraico e all´apertura del Museo.

 L´illuminazione e parte della pavimentazione riprendono quelle del ghetto, un segnale di continuità tra le due zone storiche che hanno visto la presenza degli ebrei a Bologna sino alla loro espulsione nel 1593 e successivamente al loro ritorno ai tempi di Napoleone. «Abbiamo l´orgoglio di restituire a Bologna un luogo significativo per la sua storia», commenta Lucio Pardo, presidente della Comunità ebraica di Bologna. I lavori hanno portato alla luce, nel sotterraneo della sinagoga, dei preziosi reperti archeologici di età romana. Si tratta dei resti di una domus di età imperiale di notevoli dimensioni, forse caratterizzata da un impianto termale privato dove si affaccia - caso raro - il bagno rituale della Sinagoga, antenato del battistero cristiano. Domani la cerimonia aprirà invece di nuovo le porte della sinagoga, che fu precedentemente inaugurata, dopo la distruzione sotto le bombe della seconda guerra mondiale, nel 1954.

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In via dei Gombruti al numero 9, dove vi è l’attuale sinagoga e la sede comunitaria, nel 1829 fu fondato il primo piccolo oratorio dal centese Angelo Carpi, dopo il ritorno ufficiale di alcuni ebrei in città. Tale oratorio rimase in funzione fino al 1928 quando venne sostituito da un tempio più grande. Quest’ultimo, disegnato dall’architetto Attilio Muggia, era un’elegante aula quadrata, con volte a crociera terminante in un lucernario. Le pareti erano arricchite da disegni liberty.

Questo tempio fu danneggiato nel 1943 da una bomba che, cadendo sull’edificio comunitario, ne colpì la parte che si affaccia sull’attuale via Finzi. Ricostruito nella stessa area nel 1954 da Guido Muggia, figlio del primo architetto, fu progettato in modo da mantenere l’antico aspetto, ripensato però in chiave moderna.

Divisa in tre navate, ha una serie di porte scorrevoli che ampliano o restringono la sala di preghiera. Davanti all’aron si trova un pulpito moderno, circoscritto da una leggera balaustra di marmo. L’elemento più interessante della sala è costituito da una serie di vetrate policrome che riproducono i principali simboli ebraici: le Tavole della Legge, una stella di Davide e una menorà. La sinagoga si affaccia su via Mario Finzi: sulla facciata spicca la stella di Davide e, all’altezza del portone, una lapide in ricordo dei deportati bolognesi.

   
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