L´illuminazione e parte della pavimentazione riprendono quelle del ghetto, un
segnale di continuità tra le due zone storiche che hanno visto la presenza
degli ebrei a Bologna sino alla loro espulsione nel 1593 e successivamente al
loro ritorno ai tempi di Napoleone. «Abbiamo l´orgoglio di restituire a
Bologna un luogo significativo per la sua storia», commenta Lucio Pardo,
presidente della Comunità ebraica di Bologna. I lavori hanno portato alla
luce, nel sotterraneo della sinagoga, dei preziosi reperti archeologici di
età romana. Si tratta dei resti di una domus di età imperiale di notevoli
dimensioni, forse caratterizzata da un impianto termale privato dove si
affaccia - caso raro - il bagno rituale della Sinagoga, antenato del
battistero cristiano. Domani la cerimonia aprirà invece di nuovo le porte
della sinagoga, che fu precedentemente inaugurata, dopo la distruzione sotto
le bombe della seconda guerra mondiale, nel 1954.
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In via dei Gombruti al numero 9, dove vi è l’attuale sinagoga e la sede
comunitaria, nel 1829 fu fondato il primo piccolo oratorio dal centese Angelo
Carpi, dopo il ritorno ufficiale di alcuni ebrei in città. Tale oratorio
rimase in funzione fino al 1928 quando venne sostituito da un tempio più
grande. Quest’ultimo, disegnato dall’architetto Attilio Muggia, era un’elegante
aula quadrata, con volte a crociera terminante in un lucernario. Le pareti
erano arricchite da disegni liberty.
Questo tempio fu danneggiato nel 1943 da una bomba che, cadendo sull’edificio
comunitario, ne colpì la parte che si affaccia sull’attuale via Finzi.
Ricostruito nella stessa area nel 1954 da Guido Muggia, figlio del primo
architetto, fu progettato in modo da mantenere l’antico aspetto, ripensato
però in chiave moderna.
Divisa in tre navate, ha una serie di porte scorrevoli che ampliano o
restringono la sala di preghiera. Davanti all’aron si trova un
pulpito moderno, circoscritto da una leggera balaustra di marmo. L’elemento
più interessante della sala è costituito da una serie di vetrate policrome
che riproducono i principali simboli ebraici: le Tavole della Legge, una
stella di Davide e una menorà. La sinagoga si affaccia su via Mario
Finzi: sulla facciata spicca la stella di Davide e, all’altezza del portone,
una lapide in ricordo dei deportati bolognesi.