Sandro Magister, su L'espresso del 16 aprile 2004

Il rabbino e il gesuita. Due libri importanti su Chiesa ed ebraismo: il primo è l’autobiografia di Eugenio Zolli, il rabbino capo di Roma che si fece cristiano. Il secondo è un’apologia del papato dalle accuse di filonazismo. Con molti documenti inediti

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Pemessa                      torna su

Nell’arco di due mesi sono usciti in Italia due libri importanti su Chiesa ed ebraismo. L’uno e l’altro decisamente anticonformisti: contrari, cioè, ai giudizi che corrono in larga parte dell’opinione pubblica italiana e internazionale.

Il giudizio contraddetto dal primo libro è che vi sia rottura insanabile tra fede ebraica e fede cristiana. E che il passaggio dall’una all’altra sia tradimento ed abiura.

Il giudizio contrastato dal secondo libro è che la Chiesa e il papato siano stati cedevoli, se non complici, con Hitler e lo sterminio degli ebrei.

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Eugenio Zolli : «Prima dell'alba»                            torna su

Il primo libro è l’autobiografia di Eugenio Zolli, che fu rabbino capo degli ebrei di Roma tra il 1939 e il 1945.

Il suo nome originario era Israel Zoller. Nacque nel 1881 a Brodj, villaggio della Galizia austro-ungarica che oggi è dentro i confini della Polonia. A 6 anni emigrò con la famiglia a Stanislavia, l’attuale Ivano-Frankovsk, in Ucraina. Studiò a Leopoli e poi a Firenze. Stabilitosi in Italia, il suo cognome fu mutato in Zolli. Fu rabbino capo a Trieste e insegnò letteratura ebraica all’università di Padova. Passato a Roma, fu eletto rabbino capo e direttore del collegio rabbinico. All’inizio del 1945 si dimise e nel febbraio chiese d’essere battezzato nella Chiesa cattolica. Assunse il nome di Eugenio, lo stesso del papa di allora, Pio XII. Morì nel 1956. Questa sua autobiografia la scrisse nel 1947 e nel 1954 uscì in inglese, negli Stati Uniti. Ma l’originale – con importanti differenze – era in italiano, in un dattiloscritto scoperto successivamente e pubblicato per la prima volta quest’anno, con la prefazione del nipote Enrico de Bernart.

Le recensioni al libro si sono concentrate su un episodio controverso della vita dell’autore, nel settembre 1943 quand’era rabbino capo di Roma. Per salvare la comunità ebraica dalla minaccia nazista, egli propose di chiudere i luoghi di culto, distruggere i registri dei nomi e rifugiarsi in clandestinità. Non fu ascoltato e arrivò il disastro. Zolli si salvò con la famiglia, nascosto dall’organizzazione “Giustizia e Libertà”. Reintegrato dagli alleati, dopo la liberazione di Roma, nella carica di rabbino capo, e poi fattosi cristiano, l’accompagnò sino ai giorni nostri l’accusa, da parte di molti suoi correligionari, d’essere stato un rinnegato.

Ma le pagine più rilevanti e toccanti dell’autobiografia sono altre. Sono quelle che raccontano l’infanzia e la giovinezza.

Leggerle è come veder apparire davanti a sé dei quadri di Chagall (vedi foto), il pittore ebreo nato e vissuto in quelle stesse terre orientali tra l’Europa e la Russia: col villaggio, la sinagoga, il granturco sulla neve, la scuola ebraica col maestro severo, l’inchiostro rovesciato, la mela “calda e abbronzata con due chicchi di zucchero sopra”, il galletto sui tetti... E tante figure volanti, nel cielo stellato: i personaggi della Bibbia.

Ma c’è anche Gesù, da subito. C’è il crocefisso nella casa del compagno di scuola:

“Perché fu crocefisso, Lui? Perché noi ragazzi diventiamo così diversi al cospetto di Lui? No, no, Lui non può essere stato cattivo. Forse era e forse non era – chi lo sa – il Servo di Dio i cui canti abbiamo letto a scuola. Io non so nulla, ma d’una cosa sono certo: Lui era buono, e allora... E allora, perché lo hanno crocefisso?”.

Ci sono da subito i Vangeli e il Nuovo Testamento:

“Solo soletto, leggevo il Vangelo e provavo un piacere infinito. Che sorpresa ebbi in mezzo al prato verde: ‘Ma io vi dico: amate i vostri nemici’. E dall’alto della croce: ‘Padre, perdona loro’. Il Nuovo Testamento è davvero un testamento... nuovo! Tutto ciò mi appariva d’una importanza straordinaria. Insegnamenti sul tipo: ‘Beati i puri di cuore’ e la preghiera sulla croce segnano una linea di demarcazione tra il mondo di idee antiche e un cosmo morale nuovo. Eh sì! Qui sorge un mondo nuovo. Si delineano le forme sublimi del Regno dei Cieli, dei perseguitati che non hanno perseguitato, ma che hanno amato”.

Il battesimo arriverà molti, molti anni dopo. E appare come naturale fioritura messianica di un ceppo ebraico sempre vivo, già dall’inizio carico di destino.

Il titolo del libro è “Prima dell’alba”. Eugenio Zolli ha prefigurato nella sua vita il sorgere di un rapporto fraterno tra cristianesimo ed ebraismo che oggi è divenuto programma del vertice stesso della Chiesa.

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Giovanni Sale, “Hitler, la Santa Sede e gli ebrei”          torna su

Il secondo libro, fresco di stampa, è un grosso volume di 558 pagine, per metà documenti, dal titolo: “Hitler, la Santa Sede e gli ebrei”.

L’autore, lo storico Giovanni Sale, è gesuita della “Civiltà Cattolica”, la rivista stampata col controllo e l’autorizzazione della segreteria di stato vaticana. E questo fa pensare, a ragione, che anche il libro sia stato voluto dalla Santa Sede: con l’obiettivo di contrastare – con documenti inediti e accurate ricostruzioni – le ricorrenti accuse di filonazismo e di antiebraismo scagliate contro la Chiesa degli anni di Hitler.

Basta scorrere l’indice del volume per cogliere l’interesse dei temi trattati.

C’è la vicenda del “Zentrum”, il partito cattolico che collaborò col nazismo nascente e poi fu sciolto da Hitler col consenso del Vaticano.

C’è la genesi e la diffusione segreta in Germania dell’enciclica di Pio XI “Mit Brennender Sorge” contro l’ideologia del Reich.

C’è la ricostruzione della visita di Hitler a Roma ma non in Vaticano, col papa che ostentatamente lascia la città.

C’è il capitolo intitolato: “Il ‘silenzio’ di Pio XII e l’olocausto”.

C’è un altro capitolo dal titolo: “L’attentato a Hitler, la Santa Sede e i gesuiti”.

E molto altro ancora. Ecco qui di seguito la presentazione del volume apparsa il 14 aprile sul quotidiano della conferenza episcopale italiana, “Avvenire”. L’autore, Gian Maria Vian, è storico della Chiesa e ordinario di filologia patristica all’università di Roma “La Sapienza”. Il suo ultimo saggio, in libreria in questi giorni per i tipi del Mulino, ha per titolo “La donazione di Costantino” e ha per oggetto l’intricata vicenda, nei secoli, dei rapporti tra il papato e i poteri politici.



Nuovi documenti sulla Chiesa e il Terzo Reich          torna su

di Gian Maria Vian


Le ricorrenti accuse di filonazismo e di passività nei confronti alla Shoah rivolte alla Santa Sede e alla Chiesa cattolica non hanno fondamento, ma sono frutto di polemiche strumentali: questo sostengono da tempo gli storici più attendibili, ma a confermarlo sono ora i documenti che stanno venendo alla luce. Anche dagli archivi vaticani, che sui rapporti tra Santa Sede e Germania da più di un anno sono finalmente accessibili agli studiosi.

Lo dimostra un nuovo importante libro dello storico gesuita e scrittore della “Civiltà cattolica” Giovanni Sale, che ricostruisce la tragica vicenda del Terzo Reich, dall'ascesa al potere di Adolf Hitler sino alla fine della guerra. Pubblicando integralmente quasi trecento pagine di documenti inediti relativi agli anni 1930-1938, in massima parte provenienti dalla nunziatura apostolica a Berlino.

In Germania rappresentava la Santa Sede l'arcivescovo Cesare Orsenigo. Suo principale interlocutore a Roma era il cardinale Eugenio Pacelli – grande conoscitore del paese in quanto suo immediato predecessore nella nunziatura berlinese –, che nel febbraio del 1930 era divenuto segretario di Stato di Pio XI e seguì sempre con grande attenzione il preoccupante evolversi degli eventi in Germania.

Nei confronti del nazismo in rapida crescita la Santa Sede e la maggioranza dei vescovi tedeschi – a differenza di molti cattolici e della stragrande maggioranza dei protestanti – tennero un atteggiamento negativo, anche se l'iniziale opposizione dei vescovi dovette fare i conti con l'ascesa al potere di Hitler e la crescita del consenso nei confronti del nuovo regime. Questo, già il 20 luglio 1933, arrivò a un Concordato con la Santa Sede, che ebbe tra le sue conseguenze l'eliminazione dalla scena politica del partito cattolico denominato “Zentrum”.

I contrasti tra la Chiesa cattolica e il nazismo si acuirono poco più tardi – nonostante le crescenti preoccupazioni per l'affermarsi del totalitarismo comunista e nonostante il tradizionale antigiudaismo cattolico – con l'avvio della legislazione antisemita e l'emanazione delle disposizioni sulla sterilizzazione obbligatoria, contro le quali si pronunciò con fermezza, già il 29 gennaio 1934 sulla base dell'enciclica di quattro anni prima “Casti Connubii”, soprattutto il vescovo di Münster, Clemens von Galen.

Successivamente l'opposizione al nazismo si fece sempre più chiara e nell'estate del 1936 i vescovi tedeschi, con una lettera collettiva, chiesero al papa di pronunciarsi con un'enciclica.

A questo scopo Pio XI convocò a Roma i cardinali tedeschi Bertram, von Faulhaber e Schulte e i due vescovi più avversi al regime, von Galen appunto, e von Preysing. Con la collaborazione del cardinale Pacelli fu così scritta la “Mit Brennender Sorge” (“Con ardente preoccupazione”), del 14 marzo 1937, l'enciclica che condannò l'ideologia razzista e pagana ormai affermatasi nel Reich tedesco, seguita nello stesso mese da altre due encicliche papali contro il comunismo ateo (“Divini Redemptoris”) e le sanguinose persecuzioni dei cattolici messicani da parte del laicismo massonico (“Nos Es Muy Conocida”).

Un anno più tardi, nel maggio del 1938, Hitler in visita a Roma non chiese udienza al papa e Pio XI lasciò la città, dov'era stata innalzata, disse, “un'altra croce che non è la croce di Cristo”.

L'opposizione della Santa Sede al nazismo non mutò con Pio XII. Anzi, nel 1939 e nel 1940 questo papa si mostrò riservatamente disponibile a sostenere un rovesciamento del regime hitleriano, condannando gli orrori bellici e le persecuzioni antiebraiche sino alla conclusione del conflitto.

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I libri:

Eugenio Zolli, “Prima dell’alba”, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo, 2004, pp. 290, euro 16,00.

Giovanni Sale, “Hitler, la Santa Sede e gli ebrei”, Jaca Book, Milano, 2004, pp. 558, euro 29,00.


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