Amàq, indica la gola delle montagne, gli abissi, le profondità dei pozzi sorgivi: quindi mayim non è l'acqua delle cisterne, ma quella delle profondità, è acqua viva, che non viene mai meno. È l' ύδατος… εις ζωήν αιώνιον (l'acqua che zampilla per la vita eterna di Giovanni 4,10) Questo mashal (proverbio) prende l'acqua come
simbolo di una realtà nuova... Etzàh, consiglio1 che l'uomo sviluppa nella sua interiorità, diventa sinonimo di autocoscienza come capacità di conoscere se stesso in modo da dare alla propria esistenza l'orientamento, il significato, il valore in rapporto al mondo, agli altri, a Dio. In fondo è proprio dal rapporto con Dio - in Cristo Signore - che discendono e prendono luce ed energia tutti gli altri. Il leb¯'ish, cuore-dell'uomo, è il "luogo" in cui si trova l'etzàh, l'interno dell'uomo, la sua interiorità più intima e profonda, il "luogo" della decisione e delle scelte, fonte inviolabile della libertà personale, autocoscienza come facoltà, realtà in potenza di pensiero e come contenuto in atto. Riguarda l'uomo nella sua realtà personale e cosmica insieme. Etzàh profonda, che è inesauribile: ha il suo simbolo proprio nell'acqua sorgiva inesauribile e sempre nuova. 'ish, uomo. Colpisce questa ripetizione: cuore dell'uomo, realtà unica, irripetibile nell'universo e subito dopo: l'uomo, il portatore di questa realtà, che lo pone in una situazione di grande privilegio e nello stesso tempo responsabilità, nel senso di abilità a rispondere ad una "chiamata", che coincide con la sua vocazione, col suo posto nella creazione. 'ish tebunah (dalla radice bin, intelligenza "intus legere", capacità di leggere in profondità, dentro le cose, non in superficie) l'uomo della conoscenza, non colui che ha il discernimento una tantum; ma chi ha l'habitus del discernimento e sviluppa in sé le condizioni necessarie, la capacità, l'abilità del discernimento, sviluppa il dinamismo della fede, che lo rende capace di attingere dalle profondità del proprio essere la Parola, lo Spirito di Dio. Non è quindi né l'uomo della superficialità né quello della dispersione. dalah attingere: poiché il verbo dalah indica propriamente il calare la secchia nel pozzo per attingere acqua, come il secchio è lo strumento indispensabile per attingere l'acqua, così l'etzah è il requisito indispensabile per tirar fuori in ogni situazione la capacità di operare la scelta giusta, che è quella in sintonia con la volontà, il progetto di Dio. Notiamo come le espressioni linguistiche ebraiche siano più concrete e più pregnanti nel significato rispetto ai nostri aggettivi qualificativi: dove noi diciamo uomo "sapiente", vien detto "l'uomo della sapienza", che appartiene al mondo della sapienza e dell'intelligenza, una situazione ben più radicale ed esistenziale rispetto ad una semplice "qualità". Ed altrettanto, com'è intuitivamente diverso dire e comprendere: uomo della dispersione piuttosto che dispersivo! Si coglie tutta la drammaticità e la gravità e senso di radicamento di un' "appartenenza" al mondo della dispersione, rispetto alla qualificazione di "dispersivo", che poi in realtà è l'uomo che ha rinnegato la sua identità. Si tratta di una comprensione che interpella seriamente e con maggiore forza la nostra responsabilità e la nostra spinta interiore ad un orientamento al Signore e scelte conseguenti. È non solo una ricchezza antropologica; ma è partecipazione al Consiglio di Dio, alla luce di Dio, partecipazione alla comunione con Lui. 1 Uno dei doni dello Spirito, che ci richiama immediatamente il Consiglio di Adonai, cioè il progetto di Dio che viene esplicitato e realizzato nella Promessa, nell'Alleanza, nel Figlio... La voce di un grande mistico "La dimora di Dio è il fondo della mia anima. Là Egli abita, mi guarda, di là minterpella, mi chiama, mi dirige. Ma devo giungere al silenzio delle passioni perché io lo possa contattare". Taulero | home | | inizio pagina | |