Nascosto nella campagna francese con la moglie, la figlia, il genero e il figlio (che vennero scoperti e deportati nei campi di sterminio: solo il figlio farà ritorno) Isaac iniziò a chiedersi come fosse possibile nel cuore dellEuropa, nel cuore del Novecento una simile barbarie. Comè stata possibile la Shoah nellEuropa da secoli cristiana? Non vi è dubbio che lantisemitismo nazista è altra cosa rispetto allantiebraismo teologico, ma la sconvolgente scoperta di Isaac è che linsegnamento del disprezzo, capillarmente diffuso per secoli, e che ha il suo culmine nel mito del popolo deicida, ha contribuito a preparare e rendere possibile la distruzione degli Ebrei dEuropa. Il libro si compone di ventun argomenti e di una conclusione pratica, che così riassumiamo:
In quelloccasione venne anche fondato lInternational Council of Christians and Jews. Aveva dunque inizio unaltra fase della vita di Isaac, il quale fu tra i promotori dellAmitié Judéo-Chrétienne de France (fondata nel 1948) e si adoperò per la costituzione della prima Amicizia ebraico-cristiana italiana (che venne fondata a Firenze nel 1950). Altri due libri vennero a completare il lavoro iniziato con Gesù e Israele : Genèse de lantisémitisme (Paris 1956) e Lenseignement du mépris (Paris 1965). Incontrò due Papi: nel 1949 venne ricevuto da Pio XII e nel 1960 da
Giovanni XXIII. Nel corso di questo secondo incontro consegnò un Dossier che il
Papa affidò al cardinale Bea: sarebbe stato allorigine della Dichiarazione Nostra
Aetate del Concilio Vaticano II. Ci si può chiedere però quale sia il senso di questo avvicinamento tra ebrei e cristiani. Non è in fin dei conti rischioso sia per gli uni che per gli altri? Non cè il rischio di annullare le differenze in un confuso sincretismo? Queste preoccupazioni sono bene espresse da uno dei grandi maestri dellebraismo novecentesco, R. Joseph B. Soloveitchik: "Il dialogo non deve toccare argomenti di ordine teologico, ma solo questioni laiche, di interesse comune" e più avanti: "Collaboriamo con persone appartenenti ad altre fedi in tutti i campi dello sforzo umano, ma nello stesso tempo cerchiamo di preservare la nostra distinta identità, che inevitabilmente comprende aspetti di separazione" Da parte cristiana questa posizione viene così presentata dal pastore Matin Cunz (che la pensa diversamente ed è uno dei protagonisti del dialogo ebraico-cristiano): "Abbiamo una grandissima colpa riguardo agli ebrei. Abbiamo frainteso il Vangelo, abbiamo tradito i precetti del Cristo, il figlio del popolo ebraico. Ma tutti questi fatti tristi e vergognosi non devono e non possono cambiare le fondamenta della teologia cristiana. Le verità rimangono le stesse, il comportamento deve cambiare". Isaac, da parte sua, licenziava il suo volume con queste sorprendenti parole:"Forse qualcuno si domanderà a quale confessione appartenga lautore. La risposta è facile: non appartiene a nessuna confessione. Ma tutto il libro attesta il fervore che lo ispira e lo guida". Accusato di ambiguità, egli preciserà: "Fervore rispetto a Israele, fervore rispetto a Gesù, figlio dIsraele". La purificazione dellinsegnamento del disprezzo e labbandono della teologia della sostituzione rendono possibile un riconoscimento: lAlleanza è stata estesa alle nazioni. Il che non priva i cristiani di essere testimoni della loro fede di fronte a Israele, anzi, per la prima volta, rende la loro testimonianza credibile. Il grosso problema è sapere in che cosa propriamente tale testimonianza consista. Per quanto possa sembrare paradossale, la testimonianza messianica delle nazioni comporta in primo luogo la consapevolezza che non è la kefirah (apostasia) dIsraele a poter essere un segno della Redenzione. Se Israele è la radice santa, ha senso sperare nella sua conversione in ramo? Questa nuova consapevolezza rappresenterebbe una vera teshuvah, che permetterebbe di partecipare al banchetto preparato dal Signore per tutti i popoli, quando verranno distrutti il velo e la coltre posti sui loro volti (Is 25, 6-8).
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