Prof. Marco Morselli


I cabbalisti indicano alcuni momenti privilegiati nella storia della Kabbalah. Uno di questi si ebbe nel XIII secolo, ossia all'inizio del VI millennio del calendario ebraico; il che non è casuale.

Secondo un nipote del Baal Shem Tov, che si chiamava Moshè Chaim Ephraim, l'era messianica avrà inizio quando le fonti dell'insegnamento del Baal Shem Tov "sgorgheranno al di fuori, nel mondo", quindi sgorgheranno perfino al di fuori dell'ebraismo, non soltanto trattenute all'interno di cerchie esoteriche ebraiche.

Tra le cose nascoste e le cose rivelate esiste un legame che l'uomo deve manifestare attraverso il "laasot" = "fare". Attraverso il fare, e questo mondo è chiamato "olam ha Assyah" = il mondo dell'azione, l'ebreo rivela al mondo che le cose nascoste e le cose rivelate non appartengono a due ordini diversi, a due mondi separati, ma a un unico mondo.

Certo la terra è "piena della Sua gloria" e non vi è luogo nel quale Egli non sia presente. Ma nell'olam hazeh, in questo mondo, la Sua gloria è nascosta. È questo un mondo che nasconde la gloria di Colui che è neelam (nascosto). Il cabbalista è colui che rivela la presenza di Dio nel mondo, che prepara la dimora della Shekhinah, e cerca di attirare la Shekhinah in basso.

Questo mondo è incompleto, e la sua incompletezza rende in qualche modo incompleti anche i mondi superiori. La rivelazione totale avrà luogo nei tempi messianici: Reshit, l'inizio del mondo riapparirà nella sua purezza in Shekherit, nel resto del mondo che vivrà l'era messianica, Reshit e Sherit si ricongiungeranno e si avrà la riunificazione del passato e del futuro.

Il mondo di quaggiù sarà di nuovo luminoso, spirituale, come nelle prime ore dell'universo, e il corpo umano, purificato, diventato trasparente, sarà di nuovo rivestito di luce. "Ed ecco la gloria del Signore si rivelerà, e ogni cosa la vedrà", "Essi vedranno con i loro occhi il Signore che rientra a Sion", "Non sarà più il sole che ti illuminerà durante il giorno, non sarà più la luna che ti offrirà il riflesso della sua luce, Il Signore sarà per te luce permanente, e il tuo Dio sarà splendore glorioso". Come è "Re nei cieli", il Signore sarà "Re sulla terra".

Nel XII secolo, nello stesso periodo in cui fiorì il pietismo in Germania, assistiamo a un fiorire della Kabbalah in Provenza.

Il Sefer Ha Bahir (Libro del Chiarore) è una specie di chiarificazione dell'esistenza che permette di fare, naturalmente a chi decifra il simbolismo, perché noi abbiamo avuto alcuni esempi di lettura per cui si poteva dire "Sì, mi piace, perché è pieno di simboli, perché è pieno di immagini, perché è pieno di colori", ma non avrà delle chiavi per interpretare, Allora su questi brevi testi, poi, ci sono fiumi di commentari; ed è a partire dai commentari che poi le cose acquistano senso.

Il Sefer Ha Bahir è il primo documento di Kabbalah teosofica che possediamo. Venne redatto in Provenza tra il 1150 e il1200. Si presenta come un Midrash di versetti del Tanakh, che offre l'interpretazione esoterica sia di interi versetti che di singole lettere dell'alfabeto.

È quindi una mistica della Torah, cioè un'interpretazione della Bibbia. E ci sono interpretazioni di lettere, ci sono interpretazioni di parole, ci sono interpretazioni di piccoli segni sopra le lettere, ci sono motivazioni di precetti. Questa è un'altra caratteristica della mistica ebraica, cioè trovare dei significati segreti in tutte quelle che sono le piccole azioni quotidiane della vita ebraica, e ci sono anche esegesi del Sefer Yezirah. Ogni parola, frase della Scrittura, o sentenza rabbinica diventa simbolo di una realtà celeste.

Una delle idee della Qabbalah è che tutto è uno, tutto è unitario, e quindi c'è una corrispondenza tra quello che c'è in basso e quello che c'è in alto. Ogni nostro piccolo gesto qui, ha delle ripercussioni in alto, nel bene e nel Male. Anche le cose piccole sono importanti come le cose grandi. Generalmente noi prestiamo attenzione alle cose grandi , le cose centrali, le cose più importanti, mentre invece tipico atteggiamento del cabbalista è guardare le cose più piccole. E le cose più piccole, il dettaglio, quello che è marginale, diventa la cosa principale.

Il Dio di cui ci parla il Sefer Ha Bahir è rappresentato per mezzo di forze cosmiche in relazione fra loro, le Sefirot ma anche in rapporto con la storia di Israele.

Le 10 Sefirot

       

      Ein Sof
    (Infinito /Dio/Unico)

Le Sefirot centrali sono importanti perché sono la sintesi di quelle laterali. A volte, invece di Tiferet (Bellezza) si trova Rachamim (Misericordia) che allora diventa la sintesi tra il lato dell'amore e quello della giustizia e del rigore di Dio.

Ve ne sono altre due: Yesod che è il fondamento, e poi Malkhut che è il Regno. Naturalmente poi sopra c'è Ein Sof cioè l'Infinito, il Senza fine.  E queste sono le forze, le sfere della Divinità che in qualche modo entrano in relazione con l'uomo. All'interno di ciascuna Sefirah è possibile riscrivere tutto l'albero sefirotico, cioè tutte le 10 Sefirot possono essere all'interno di ciascuna Sefirah, e ci sono anche altri modi di rappresentarle. Questo è uno dei più tipici; ma per esempio c'è un altro modo di rappresentare le Sefirot, che raffigura un Adam Kadmon, cioè un essere umano con una corrispondenza tra ciascuna Sefirah e ciascun organo del corpo umano, come la testa, le braccia, il tronco, con un simbolismo sessuale anche molto spinto, santo, ma comunque audace, e c'è tutta una femminilità e tutta una mascolinità di Dio che si devono unire e si uniscono per l'appunto nel troncone centrale.

Importanti sono Keter, Binah e Chokhmah e in qualche modo all'interno di queste dieci, quella è la prima triade che segua più vicina l'aspetto della divinità, mentre le altre sette riguardano piuttosto in basso.

Il Sefer Ha Bahir ha fornito ai cabbalisti successivi un insieme di simboli che costituiscono il fondamento di tutte le speculazioni ulteriori. È un libro di grande importanza, ma non è stato tradotto in italiano. C'è però una traduzione francese, la Verdier. È interessante anche notare che la penultima parola del Sefer Ha Bahir è Zohar, cioè come se ci fosse un rimando allo Zohar, all'opera cioè che sarà divulgata di lì a poco.

I più importanti cabbalisti della Linguadoca sono Abraham Ben Itzhaq, Abraham Ben David, e Yaacov Ben Shaul. La loro maggiore innovazione rispetto alla mistica del Sefer Ha Bahir è l'attenzione alla Kavannah, all'intenzione con la quale compio le mizwot. L'orante durante i diversi momenti della preghiera deve concentrare la sua attenzione su una o più middot (misure o qualità) divine. Ad esempio, nella preghiera delle 18 Benedizioni, durante la recitazione delle benedizioni intermedie, che corrispondono alle domande dell'uomo, è necessario rivolgersi alle Sefirot effettivamente attive nell'ordine della creazione (queste7 ultime), mentre durante la recitazione delle prime tre benedizioni e delle ultime tre, quelle che sono più propriamente rivolte alla lode a al ringraziamento a Dio, l'intenzione deve essere ricolta verso le prime Sefirot, e addirittura a Ein Sof, cioè a Dio nella sua assoluta trascendenza.

Altro importante cabbalista di questa cerchia è Isacco il Cieco, vissuto tra il XII e il XIII secolo, del quale ci è pervenuto un commento al Sefer Yezirah. È con questo autore che per la prima volta troviamo il termine Ein Sof per indicare la Divinità nel suo aspetto di assoluta trascendenza ed inconoscibilità. Ancora più miracoloso in questa prospettiva appare il potere della preghiera poiché in essa, per mezzo di parole limitate l'uomo si avvicina, e per mezzo del pensiero si eleva fino a Dio. L'uomo è quasi nulla, è finito, è mortale; Dio è assolutamente infinito. Che cosa può esserci mai che permetta la comunicazione tra l'uno e l'altro quando sono soltanto delle parole nella preghiera?

Allora c'è un potere quasi miracoloso, in questo senso magico anche nella parole della preghiera ed è sufficiente pronunciare certe parole, anche senza avere intenzione di pregare, perché queste parole abbiano effetto.

Il mistico perviene dunque alla adesione, alla comunicazione con Dio: devekut è proprio l'adesione, un termine che venne indicato nel versetto 13.5 del Deuteronomio: "A Lui dovete aderire".

Dalla Provenza alla Linguadoca la Qabbalah si diffuse rapidamente in Spagna. Il centro della cultura cabbalistica della penisola iberica all'inizio del XIII secolo fu Gerona, città situata tra Barcellona e i Pirenei. I cabbalisti di Gerona erano riuniti in una sorta di confraternita chavurah qadishah guidata da Mosè Ben Nachman (il Nachmanide, Ramban).

L'importanza di tale circolo consiste nel fatto che esso ha tentato di ottenere una sintesi tra Qabbalah e filosofia ebraica. Cioè loro conoscevano anche la filosofia ebraica, quindi conoscevano Maimonide e reinterpretavano tutta una serie di concetti cabbalistici alla luce della filosofia.

Un altro circolo importante è il circolo Iyun che vuol dire contemplazione che affianca ad una mistica del linguaggio, ispirata al Sefer Yezirah, una mistica delle luci di ispirazione neoplatonica. Abbiamo così una mistica della parola e una mistica delle luci.

La più grande figura della Qabbalah estatica del XIII secolo è senz'altro quella di Abraham Abulafia (1240-1292). Nato a Saragozza, visse anche in Italia e in Grecia, e probabilmente entrò in contatto con il Sufismo ossia con la mistica islamica. Nel 1271, aveva 30 anni, ebbe una importante esperienza mistica e dichiarò di essere stato pervaso da spirito profetico.

Nel 1280, a 40 anni, è a Roma e vuole incontrare il Papa Nicolò III. Potremmo quindi considerarlo precursore del dialogo ebraico-cristiano. Però il Papa non è affatto disposto ad incontrarlo e Abulafia rischia addirittura di essere condannato al rogo. Viene salvato solo dalla morte improvvisa del Papa.

Per Abulafia l'esperienza profetica è una adesione dell'intelletto umano all'intelletto agente. Anche qui stiamo parlando in termini aristotelici. La creazione è un atto di scrittura divina nel corso del quale Dio incorpora il Suo linguaggio nelle cose (crea parlando, quindi il suo linguaggio è nelle cose), sotto forma di segni. Lo scopo della mistica per Abulafia è quello di reinserire l'uomo nel flusso divino, perché tutto in fondo quello che ci circonda è pervaso da questi segni della Divinità, "togliendo il sigillo dell'anima, sciogliendo i nodi che la legano".

Per ritornare dalla molteplicità all'unità originaria, l'uomo deve esercitarsi nella meditazione, una meditazione che ha per oggetto il Tetragramma, le 4 lettere del Nome impronunciabile, attraverso la Chochmat ha Tzeruf, la scienza della combinazioni delle lettere. Attraverso tali pratiche l'uomo può raggiungere l'estasi, e durante l'esperienza estatica egli diventa il "Messia di se stesso".

Per meglio capire di cosa si tratta, riportiamo la descrizione di un'esperienza mistica 
(tratta da Scholem).

    " O israelita, preparati per il tuo Dio. Accingiti a rivolgere solo a Dio il tuo cuore. Purifica il tuo corpo e scegliti un luogo solitario dove nessuno ascolta la tua voce. Siediti ivi nella tua cameretta, e non svelare il tuo segreto a nessun uomo. Se puoi fallo di giorno in casa, ma meglio se tu lo compi durante la notte. Bada a distogliere tutti i tuoi pensieri dalle vanità di questo mondo nell'ora nella quale ti apparecchi a parlare con il tuo Creatore, e nella quale vuoi che Egli ti renda nota la Sua potenza. Avvolgiti nel tuo mantello delle preghiere e metti i tefillim sul tuo capo e sulle tue mani, sicché ti possa avvicinare e con timore reverenziale alla Shekhinah che è presso di te. Netta le tue vesti, e se possibile siano esse bianche, perché tutto questo è molto utile a suscitare nel cuore il timore e l'amore di Dio. Se è notte accendi molte luci perché sia chiaro, e poi prendi inchiostro e penna e tavola in mano, e pensa che sei in procinto di sentire Iddio nella gioia del cuore. Poi comincia a comporre insieme poche o molte lettere, a presentarle, a muoverle tra loro sinché il tuo cuore si riscaldi, e presta attenzione ai loro movimenti e a tutto ciò che può risultarne per te. E quando senti che il tuo cuore è già fatto caldo e vedi che per mezzo della composizione delle lettere comprendi più cose che non potresti conoscere da tradizione umana o da te stesso, e sei già preparato ad accogliere in te l'influsso della potenza divina, allora rivolgi tutti i tuoi veri pensieri a rappresentarti nel tuo cuore il Nome di Dio e i Suoi angeli più alti, come se fossero uomini che stessero o sedessero accanto a te. E tu stesso sentiti come un messaggero che il Re e i suoi ministri vogliono mandare in missione, ed egli è pronto ad ascoltare qualcosa della sua missione dalla loro bocca, sia del Re stesso, sia dei Suoi servi. E dopo che ti sei raffigurato vivacemente tutto questo, rivolgi il tuo animo a capire con il tuo pensiero le molte cose che verranno nel tuo cuore per mezzo delle lettere immaginate, e rifletti su di esse nell'insieme ed in tutte le loro particolarità come uno al quale si racconta un sogno o una parabola, o che medita su un profondo problema in un libro scientifico e cerca di interpretare ciò che sentirai così che vada d'accordo tutto quanto è possibile con la tua ragione.

E tutto ciò che accadrà dopo che avrai buttato via la tavola e la penna, o che esse ti saranno cadute da sé a causa dell'ansietà del tuo pensiero, e sappi che quanto più forte sarà su di te l'influsso intellettuale dall'alto, tanto più deboli saranno nelle tue membra interne ed esterne. Tutto il tuo corpo sarà preso da un forte tremito, perché la tua anima a causa della sovrabbondanza della gioia per la sua conoscenza, si separerà dal tuo corpo. E sii in questo momento pronto a scegliere coscientemente la morte, e allora saprai che se andato tanto lontano da poter ricevere l'influsso.

E se poi vuoi conoscere il glorioso Nome, e servirlo con la vita dell'anima e del corpo, copri il tuo volto e abbi timore di guardare verso Dio. Ritorna poi alle sollecitazioni del tuo corpo: alzati, e mangia e bevi un poco; rinfrescati con qualche profumo, e trattieni il tuo spirito che vuole sfuggire nel suo involucro, fino a un'altra volta. E rallegrati della tua sorte, e sappi che Dio ti ama!"

A Guadalajara in Castiglia visse tra il 1240 e il 1305 Moshè de Leòn. Tra il 1293 e il 1302 vengono messe in circolazione copie della parte centrale dello Zohar, il testo fondamentale della Mistica Ebraica.

Il Sefer Ha Zohar, il Libro dello Splendore, si presenta come un'opera di Shimon Bar Yochay, vissuto tra il I e il II secolo, raccolta dai suoi discepoli.

Yitzhak Shmuel di Acco si recò in Spagna nel 1305 e incontrò Moshè de Leòn, il quale gli promise di mostrargli l'originale dello Zohar. Ma nel frattempo Moshè de Leòn morì e la vedova e la figlia negarono di possedere questo originale. Dichiararono anzi che la Zohar era stato scritto dal loro marito e padre, e da lui attribuito a Shimon Bar Yochay, per far sì che l'opera avesse quella diffusione che non avrebbe potuto avere se fosse stata firmata da lui stesso.Il libro è costituito da una ventina di testi, apparentemente diversi, scritti in ebraico e aramaico. Una attenta analisi rivela però che ogni scritto rimanda all'altro, e tutti sono accomunati dalla omogeneità del contenuto. Eccone un brano:

" Rabbi Eliezer prese a dire: "sopra il mio letto, durante la notte, cercai Colui che l'anima mia ama: Lo cercai e non Lo trovai". Sopra il mio letto? Avrebbe invece dire "Nel mio letto" Allora "sopra il mio letto" che cosa vuol dire? Invero la comunità di Israele ne parlò dinanzi al Santo, Benedetto Egli sia, chiedendogli dall'esilio, perché essa se ne stava con i suoi figli presso altri popoli e giaceva nella polvere. Proprio perché giaceva in terra straniera e impura così disse "sopra il mio letto" io cerco, perché io giaccio in esilio. Perciò cercai Colui che l'anima mia ama, affinché mi traesse dall'esilio. Lo cercai e non lo trovai, perché egli non è solito unirsi a me se non nel Suo Santuario. Lo chiamai ma non mi rispose, perché io me ne sto in mezzo ad altri popoli, mentre la sua voce non si fa udire se non ai Suoi figli, come è scritto: "Ha mai sentito un popolo la voce di Dio che parlava in mezzo al fuoco, come l'hai sentita tu?"

Rabbi Itzchak disse: "Sopra il mio letto, durante la notte". Disse la comunità di Israele: "Sul mio letto gemevo dinanzi a Lui affinché si unisse a me per farmi gioire e benedirmi, con completa allegrezza. . Infatti abbiamo appreso che quando il Re si unisce alla comunità di Israele, i giusti ricevono in eredità il santo retaggio, e le benedizioni si realizzano nel mondo."

Rabbi Eheziah prese a dire: "Profezia sulla valle della visione (quella di Ezechiele) "considera dunque, hanno interpretato questo verso riferendolo al tempo in cui fu distrutto il Tempio di Gerusalemme, e venne arso nel fuoco. Allora tutti i sacerdoti salirono sui tetti del Santuario, con le chiavi del Tempio nelle loro mani, e dissero: "Fino a questo momento noi siamo stati tuoi tesorieri, ma d'ora in poi prendi ciò che è tuo." Considera dunque: la valle della visione è la Presenza Divina, la Shekhinah, che si trovava nel Tempio di Gerusalemme. e dalla quale tutta la gente del mondo suggeva il succo della profezia. E infatti, nonostante che tutti i profeti profetizzassero da un altro luogo, era all'interno di essa che suggevano la loro profezia. Perciò la Shekhinah è chiamata Valle della Visione" (Visione delle immagini superiori)

"Che cosa hai dunque che sei salita tutta sui tetti?" Infatti quando fu distrutto il Tempio, la Shekhinah risalì a quei luoghi dove aveva soggiornato all'inizio, piangendo sulla sua dimora, sul popolo di Israele che se ne andava in esilio, e su tutti quei giusti e quei pii che si erano trovati laggiù e che erano periti. Da dove lo sappiamo?

Dal verso che dice: "Così disse il Signore: "S'ode una voce da Ramà, un lamento, un pianto amaro. Rachele piange i suoi figli." Allora il Santo, Benedetto sia, chiese alla Shekhinah: "Che cosa ha dunque che sei salita tutta sui tetti?" Ma cosa significa tutta? Una volta che ha detto che sei salita, che senso ha il termine tutta? Per accomunare ad essa tutte le schiere celesti e gli altri carri divini, che piansero insieme per la distruzione del Tempio di Gerusalemme.

Perciò: " Che cosa hai dunque?" La Shekhinah disse al Signore: "I miei figli sono andati in esilio ed il Santuario è stato incendiato, ed io, che rimango a fare qui? Infatti Tu hai detto: "O piana di grida, città allegra, i tuoi caduti non sono caduti per la spada, né morti per la guerra " Perciò io ho detto: "Distogliete lo sguardo da me, mi amareggerò nel pianto, non insistete a consolarmi per la cattura della figlia del mio popolo."

E allora il Santo, Benedetto sia, così le rispose, così le rispose: "Così dice il Signore: Trattieni la tua voce dal pianto e i tuoi occhi dal versar lacrime, poiché le mie pene saranno ricompensate - dice il Signore - essi ritorneranno dalla terra del nemico."

Considera dunque: dal giorno in cui fu distrutto il Tempio di Gerusalemme, non vi fu giorno senza che si verificassero delle maledizioni. Infatti, quando il Tempio di Gerusalemme era in piedi e i figli vi prestavano il loro culto, sacrificavano olocausti ed altri sacrifici, la Shekhinah aleggiava su di loro nel Tempio, come una madre coricata presso i suoi figli. Tutti i volti erano illuminati, sì che la Benedizione di trovava in alto e in basso e non passava giorno senza che in esso non si verificassero benedizioni e gioie. Le figlie di Israele risiedevano in pace sulla loro terra, e tutto il mondo riceveva alimento grazie a loro.

Ora invece che il Tempio è stato distrutto e la Shekhinah è andata in esilio insieme ai figli di Israele, non c'è giorno in cui non si verifichi una maledizione, il mondo viene maledetto, e la gioia non si trova in alto e in basso. (Infatti l'albero sefirotico ha le sue radici nelle benedizioni)

Ma in futuro il Santo, Benedetto sia, risolleverà dalla polvere la comunità di Israele e rallegrerà il mondo di ogni bene, come ha detto: "Io li farò tornare dalla terra del nemico!".


Nota della Redazione: Ovviamente la visione di questo testo è propria dell'ebraismo Talmudico, post cristiano, che non ha accolto il FATTO che nel mondo è scesa la Benedizione e la Redenzione con l'Incarnazione di Cristo: "Benedetto colui che viene nel Nome del Signore!" e i Suoi in Lui...

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