Una notte
qualsiasi a Roma... una delle tante che segue
il giorno. La mancanza di luce, il buio,
l'oscurità creano una sorta di strano effetto
per l'anima, intreccio di sogni e paure,
inganno della mente e dei sensi, dove ogni
ombra si rincorre in uno spazio sospeso in cui
il tempo si è fermato.
A quale epoca potrebbe appartenere questa
notte?
Silenzio.
Nella indifferenza generale, che è notte
nella notte, l'Italia vara le leggi razziali:
nasce l'antisemitismo di Stato.
Notte dei
cristalli: in una sola notte (9-10/11/38)
vanno in frantumi i vetri di tante Sinagoghe
in tutta Europa: gli interni sono dati alle
fiamme.
Silenzio.
L'oscurità della notte si traduce nel buio
della mente. A Roma il 16 ottobre 1943 i
nazifascisti rastrellano civili inermi, per
iniziarne la deportazione verso i campi di
sterminio.
Silenzio.
Silenzio di tomba.
Ora come allora, si vive nell'indifferenza. Ma
alcune coscienze non dormono. Ci chiediamo
cosa e come fare perché l'annullamento della
ragione non possa tornare... Mi viene in mente
una parola ebraica: mishmarà.
Mishmarà (inf.
lishmor) è un termine ebraico che è tradotto
con controllare, osservare, vigilare.
È scritto nella Torah in Genesi 32,25.
Scriviamolo nella vita di ciascuno di noi.
Facciamo di
questa giornata della memoria delle vittime
della Shoah un momento di rottura con il
silenzio del passato. Controllare, osservare,
vigilare.. dormire con un occhio aperto,
captare ogni passo nella notte.
Una notte
qualsiasi, a Roma...
Aldo
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