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Maratona da Betlemme a Gerusalemme
per promuovere la pace in Medio Oriente

“La diplomazia del cuore e delle gambe” per raggiungere la pace in Terra Santa

Per rilanciare la pace in Terra Santa, il 14 aprile avrà luogo una Maratona-Pellegrinaggio da Betlemme a Gerusalemme alla quale parteciperanno palestinesi, israeliani e pellegrini di tutto il mondo.

L’evento, giunto alla seconda edizione, è stato presentato questa mattina a Roma durante una conferenza stampa promossa dall’Opera Romana Pellegrinaggi ( ORP ), alla quale hanno partecipato, tra gli altri, monsignor Liberio Andreatta, Presidente dell’ORP, il cardinale Pio Laghi, Prefetto emerito della Congregazione per l’Educazione Cattolica, il Presidente del CONI, Gianni Petrucci, ed il Presidente del Centro Sportivo, Italiano Edio Costantini.

“Il messaggio che vogliamo lanciare è innanzitutto un messaggio di dialogo, un messaggio di pace, un messaggio di solidarietà e di condivisione”, ha spiegato monsignor Andreatta in alcune dichiarazioni rilasciate alla “Radio Vaticana”.

“Abbiamo coniato addirittura uno slogan: laddove non sono riuscite le diplomazie delle teste, proveranno le diplomazie del cuore e delle gambe dei pellegrini”, ha aggiunto nel parlare di questo avvenimento che si inserisce nel più ampio programma de “Gli sportivi italiani in Terra Santa. Ambasciatori di pace”, un’iniziativa prevista dall’11 al 16 aprile.

Quest’anno si è pensato “di invertire il percorso”: mentre l’anno scorso si andava da Gerusalemme a Betlemme, tragitto “più facile per motivi di sicurezza”, quest’anno si partirà dalla città natale di Gesù per giungere a Gerusalemme.

“Equivale a dire che è arrivato un momento in cui è possibile non solo andare a Betlemme, ma anche far ritorno da Betlemme e questo ci auguriamo per tutti, sia per gli israeliani che per i palestinesi”, ha spiegato monsignor Andreatta, ricordando che “oggi è permesso solo ai pellegrini”.

“Con questa maratona-pellegrinaggio vogliamo rendere possibile anche per gli israeliani ed i palestinesi questo passaggio del check-point di Betlemme”, ha sottolineato.

Quanto al fatto che i pellegrinaggi in Terra Santa stentano ancora a decollare, il religioso ha affermato che per i pellegrini “non c’è alcun pericolo”.

“Noi in Terra Santa in questi anni siamo sempre stati presenti con gruppi di pellegrini. Non abbiamo mai avuto un problema in Terra Santa, né in Israele né in Palestina. Possiamo quindi assicurare dal punto di vista della sicurezza che non ci sono assolutamente pericoli. Si può andare, si deve andare con serenità, senza paura”, ha constatato.

Anche se dallo scoppio della seconda Intifada nel 2000 il numero dei pellegrini si è drasticamente ridotto, il presidente dell’ORP ha affermato che ultimamente c’è “una grande ripresa”: mentre l’anno scorso, da gennaio ad aprile, era stata registrata la presenza di circa 1.100 pellegrini, quest’anno si è già a quota 2.200.

I pellegrinaggi costituiscono un elemento importante per la sopravvivenza delle comunità cristiane di Terra Santa, ha ricordato Andreatta commentando l’appello rivolto dal Cardinale Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, Sua Beatitudine Ignace Moussa I Daoud, a favore dei cristiani che vivono nei luoghi abitati da Gesù.

La presenza dei pellegrini e dei pellegrinaggi “contribuirà certamente a far sì che i nostri fratelli cristiani non se ne vadano dalla loro terra per motivi economici perché con l’arrivo dei pellegrini si riattiva anche tutta una dimensione economica – alberghi, ristoranti, artigiani, ecc. –“, ha affermato infine.

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[Fonte: Zenit.org 23 marzo 2005]

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