Speriamo sia il primo di una lunga serie di
ritorni...
Sul retro della copertina
il cognome è Finzi, il nome non si riesce a leggere bene: Settimia forse,
o Settimio. È piccolo, “tascabile” commenta Rav Riccardo Di Segni, è
mangiato dai tarli e pure dai topi con le prime pagine mancanti e la
copertina di pergamena.
Eppure è un libro
prezioso: per la data di stampa, 1680, ma non solo. Si tratta infatti di
un volume del Collegio Rabbinico Italiano ed è, probabilmente, tra i
libri razziati dai nazisti tra il settembre e il dicembre del 1943 alla
Comunità di Roma. Oggi l’avvocato Dario Tedeschi, a Palazzo Chigi nella
sua veste di presidente della “Commissione per il recupero del
patrimonio bibliografico della comunità ebraica di Roma”, riconsegna il
libro all’attuale direttore del Collegio.
Tedeschi sorride mentre Di
Segni si augura che “sia il primo di una lunga serie di ritorni”. Un
auspicio a cui si unisce anche il sottosegretario alla Presidenza del
Consiglio Letta: “La Commissione, - presente al completo - procederà
nel suo lavoro, ha operato bene e lo sta facendo con un gusto
investigativo e storico aprendo vari canali di ricerca”. Il libro
infatti, una Torà con le Haftaroth del Fondo Finzi, proviene da una
biblioteca smarrita e poi ritrovata.“Una biblioteca andata a ruba”,
ironizza Rav Di Segni: “e che non ha avuto pace”, ha viaggiato infatti
nel corso degli ultimi centocinquanta anni da Padova e Firenze e poi a
Roma, prima ancora di questa “forzata vacanza in Germania”.
Il libro è stato
consegnato all’avvocato Dario Tedeschi la settimana scorsa dal prof.
Hoogewoud direttore della Biblioteca Rosenthaliana, Judaica ed Ebraica di
Amsterdam, nel corso di un convegno sulle biblioteche razziate dai nazisti
ad Hannover. Ma il piccolo Pentateuco, stampato ad Amsterdam nel 1680 da
Uri Phoebus Levi, ha attraversato chilometri prima di arrivare ad
Hannover: sono stati infatti gli eredi di una famiglia deportata durante
la guerra che lo hanno consegnato all'archivio di Hungen. Da lì è poi
giunto nelle mani di uno studioso olandese, fino a tornare a Roma.
La Biblioteca del Collegio
Rabbinico - fondata a Padova nel 1826, venne razziata nel 1943 dalla 'Einsatzstab
Reichleiter Rosenberg', unità scelta nazista, insieme a quella più
importante della Comunità ebraica romana: tutte e due si trovavano nei
locali del Tempio Maggiore a Lungotevere Cenci. Ma mentre quella del
Collegio rabbinico è stata quasi interamente ritrovata e restituita,
quella della Comunità, più importante per valore storico-artistico oltre
che per consistenza (7.000 volumi, tra cui manoscritti, incunaboli,
soncinati e testi del '500-'600-'700) è scomparsa nel nulla.
Su questa sparizione sta
appunto indagando la Commissione governativa presieduta da Tedeschi. “Questo
ritrovamento rappresenta comunque una luce in un mistero, una nuova
possibile traccia di indagine - ha commentato Filomena Del Regno, storica
ed esperta delle vicende delle due Biblioteche - ed è stata una grande
emozione. Si tratta comunque di un libro sopravvissuto”. “Settemila
volumi - ha commentato l’avvocato Tedeschi - non possono essere spariti
nel nulla.
Stiamo seguendo vari filoni
di indagine e stiamo cercando sia nelle biblioteche di New York e di
Washington, Gerusalemme, Berlino. Ma anche in Russia, in particolare a
Mosca, dove siamo in contatto con i responsabili della Biblioteca centrale”.
“Siamo grati al sottosegretario - ha concluso il rabbino Di Segni - e lo
siamo anche perché il lavoro andrà avanti”. È con la speranza
evidente di un prossimo incontro che Letta ha concluso rivolgendosi alla
Commissione: “buon viaggio, andate in Russia”.
_________________
[Fonte: Uceinforma, 26 maggio
2005]