angolo
    Un legame inscindibile unisce il cristianesimo e la religione ebraica, constata Benedetto XVI

Meditando nell’Udienza generale sull’apostolo San Giacomo il Minore [testo integrale]

«rapporto inscindibile che collega il cristianesimo alla religione ebraica come a sua matrice perennemente viva e valida»

Benedetto XVI ha constatato il rapporto inseparabile che unisce il cristianesimo all’ebraismo durante il suo intervento nell’Udienza generale di questo mercoledì, in cui ha riflettuto sulla figura dell’apostolo San Giacomo il Minore.

Di fronte a circa 25.000 pellegrini, che hanno sopportato un forte caldo in piazza San Pietro, il Pontefice ha continuato la serie di meditazioni settimanali dedicate all’approfondimento della figura dei dodici apostoli per illustrare l’origine e l’identità della Chiesa.

Autore di una delle lettere del Nuovo Testamento, San Giacomo il Minore, come ha riconosciuto il Papa, è passato alla storia per il suo intervento nel Concilio di Gerusalemme, in pieno dibattito tra gli apostoli sul fatto che i gentili (non ebrei) dovevano sottomettersi alla legge di Mosè per seguire Cristo.

Secondo la proposta, accettata da tutti gli apostoli presenti e raccolta nel libro degli Atti degli Apostoli, non era necessario sottomettere a circoncisione i gentili che credevano in Gesù Cristo; bisognava solo chiedere loro di astenersi dall’abitudine idolatrica di mangiare carne di animali offerti in sacrificio agli dei e dall’“impudicizia”, termine che probabilmente alludeva alle unioni matrimoniali non permesse.

“In pratica, si trattava di aderire solo a poche proibizioni, ritenute piuttosto importanti, della legislazione mosaica”, ha spiegato il Papa. In questo modo, ha proseguito, “si ottennero due risultati significativi e complementari, entrambi validi tuttora”.

Da un lato, ha spiegato, “si riconobbe il rapporto inscindibile che collega il cristianesimo alla religione ebraica come a sua matrice perennemente viva e valida; dall’altra, si concesse ai cristiani di origine pagana di conservare la propria identità sociologica, che essi avrebbero perduto se fossero stati costretti a osservare i cosiddetti ‘precetti cerimoniali’ mosaici”.

“In sostanza – ha constatato –, si dava inizio a una prassi di reciproca stima e rispetto, che, nonostante incresciose incomprensioni posteriori, mirava per natura sua a salvaguardare quanto era caratteristico di ciascuna delle due parti”.
_________________
[Fonte: Zenit 29 giugno 2006]

   
angolo