|
O Sion, dall'occidente e dall'oriente, da settentrione e da meridione, lontani e vicini, ti inviano il loro saluto. Ti saluta chi soffre per te di una nostalgia invincibile, il cui pianto č come la rugiada dell'Hermon che vorrebbe irrorare i tuoi monti. Sono come uno sciacallo che piange il tuo dolore, ma se sogno di ritornare a te, sono come un'arpa che canta i tuoi carmi... La tua aria č la vita che l'anima respira, i tuoi grani di sabbia sono grani di mirra, i tuoi corsi d'acqua fiumi di miele. Sion, tutta la bellezza, la grazia e l'amore sono riuniti in te; coloro che ardentemente ti amano sono a te congiunti. Esiliati, dispersi per pendii e monti le greggi della tua moltitudine non dimenticano mai che tu sei il loro ovile, cercano le tue vie, salgono i sentieri che conducono alle tue palme. Dio ti ha desiderato come sua residenza. Beato colui che č stato scelto per avvicinarsi a te e rimanere nella tua dimora! Beato, beato colui che attende e veglia e vedrą salire l'alba della tua luce! Beato colui sul quale sorgeranno le tue aurore, quando la tua antica giovinezza rifiorirą per la salvezza dei tuoi eletti e per la loro gioia! (Juda Halevy, fine XI sec. - 1140) |
| Home | | Inizio pagina |