Agense Pellegrini su "Avvenire" del 18 gennaio 2004


Per la prima volta in Italia la Giornata di dialogo con i fratelli maggiori è stata celebrata insieme dalle varie confessioni

Fianco a fianco. Con reciproco sostegno. È illuminato dal tramonto il cielo terso di Milano. Come ogni sabato, nella sinagoga maggiore di via della Guastalla, il rabbino guida l'arvit e l'avdalà, la riflessione dei fedeli ebrei. E come ogni gennaio, dal 1990 a oggi, anche i cattolici si uniscono ai loro fratelli maggiori per la Giornata dell'Ebraismo che, per la prima volta in Italia, quest'anno nella città ambrosiana è stata promossa dal Consiglio delle Chiese cristiane.

Nel Tempio ebraico erano presenti ieri a centinaia; oltre agli ebrei e ai cattolici, c'erano i rappresentanti di 16 confessioni cristiane, convinti che le due identità, ebraica e cristiana, seppur differenti devono comunicare in un dialogo costruttivo. Lo ripete don Gianfranco Bottoni, presidente del Consiglio delle Chiese cristiane di Milano e responsabile per l'ecumenismo e il dialogo della diocesi ambrosiana; lo ha ricordato il cardinale Dionigi Tettamanzi quando, il 30 ottobre scorso, visitò la stessa sinagoga. 

E ieri, il rabbino capo Giuseppe Laras, lo ha evidenziato commentando il tema della giornata, tratto dal profeta Sofonia, dal suggestivo titolo: "Serviranno il Signore appoggiandosi spalla a spalla". «Abbi pietà di noi, Signore», ha salmodiato il vice rabbino; giovani e anziani, religiosi e laici cercavano di capire; una suora ha socchiuso gli occhi, stanno pregando lo stesso Dio. Una signora anziana muoveva le labbra, recitando a memoria tutta la preghiera. E dopo la benedizione del profumo, che gli uomini si passano di mano per assaporare le ultime delizie del sabato, il presidente della comunità ebraica di Milano Jarach ha auspicato che la collaborazione possa essere alla base di tutte le religioni monoteistiche, musulmani compresi. 

Con il kippah, tipico copricapo ebraico, ha parlato anche don Bottoni evidenziando l'importanza della giornata proposta dai vescovi italiani proprio nel giorno che precede la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. Segno che è stato recepito compiutamente il messaggio della Charta Oecumenica, firmata a nome di tutte le Chiese d'Europa a Strasburgo e che è stata consegnata al rabbino da Gioacchino Pistone, valdese. «Il cammino intrapreso - ha evidenziato don Bottoni - significa allontanare il politeismo mondano, le lotte all'idolatria, specialmente l'antisemitismo».

Un rischio sempre attuale, ha ricordato Laras: «Dalla Shoà - ha commentato - cristiani e ebrei siamo all'interno di un misterioso piano provvidenziale, con un unico cuore e un'unica mente, con gli stessi sentimenti e pensieri: nella volontà di Dio e con il nostro impegno, lavoriamo insieme come uomini di fede: convinti, cioè, che quello che facciamo lascerà una traccia».


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