La Giornata dell’ebraismo


Messaggio del Consiglio delle Chiese cristiane di Milano
alle proprie Comunità ecclesiali in preparazione del 17 gennaio 2004

“Considerata l’importanza della relazione ebraico-cristiana come è indicata nella Charta Oecumenica (§ 10)” il Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano in data 8 aprile 2003 ha deliberato all’unanimità di “promuovere per la città di Milano, in collaborazione anche con il gruppo Teshuvà, iniziative appropriate per la Giornata dell’ebraismo, a partire dal 17 gennaio 2004, nella prospettiva di favorire tra i cristiani di ogni confessione la conoscenza del patrimonio spirituale del popolo ebraico e l’autocoscienza cristiana riguardo alla relazione che lega la Chiesa di Gesù Cristo con il popolo di Israele”.

È dal 17 gennaio 1990 che la Conferenza Episcopale Italiana propone alle comunità cattoliche la “Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei”, che a Milano è stata più semplicemente denominata “Giornata dell’ebraismo”. Il Consiglio delle Chiese cristiane di Milano ha ritenuto di condividere la prospettiva di tale giornata, coinvolgendo le comunità milanesi di tutte le chiese che aderiscono al Consiglio e auspicando che questa occasione di riflessione e di predicazione possa diventare una scadenza fissa e importante nella vita di tutte le comunità ecclesiali, di diversa confessione, presenti nel territorio. Sia le Chiese ortodosse e protestanti e anglicana appartenenti al Consiglio Ecumenico delle Chiese di Ginevra costituito nel 1948, sia la Chiesa cattolica romana dal Concilio Vaticano II hanno sviluppato un’ampia riflessione sul rapporto cristiano - ebraico, come si è configurato nei secoli passati e come va riscoperto alla luce dei drammatici interrogativi posti dalla shoà, lo sterminio degli ebrei voluto dal nazismo. Ci si è interrogati e ci si interroga ancora su come tale tragedia sia potuta avvenire in nazioni europee di grande e profonda tradizione cristiana.

Questa riflessione ha reso evidente la necessità di una purificazione della memoria da parte delle Chiese e di un rinnovamento profondo nei rapporti con il popolo d’Israele, il popolo della promessa mai revocata, come ci insegna l’apostolo Paolo. Un grande passo è stato compiuto con il riconoscimento della permanente ebraicità di Gesù, con il rifiuto della falsa e infamante accusa di deicidio che per secoli era stata rivolta al popolo ebraico. Il cammino percorso, per quanto importante, non può essere ritenuto concluso. E’ un cammino di vera e propria conversione nel quale le Chiese cristiane sono chiamate ad adeguare la loro predicazione, la loro catechesi, la loro stessa lettura della Bibbia ad una visione scevra e sgombra da pregiudizi nei confronti del popolo di Israele. Anzi esse potranno riscoprire la grande fedeltà della tradizione di Israele alle proprie Scritture, una fedeltà proseguita attraverso discriminazioni e persecuzioni, spesso causate da poteri civili e autorità che al cristianesimo si richiamavano.

Un passo necessario di questo cammino è la conoscenza del modo in cui la tradizione del popolo ebraico ha letto le Scritture, vive oggi la sua fede e si rapporta alla sua storia. Proprio nell’ottica di questa necessaria conoscenza si pone la decisione del nostro Consiglio delle Chiese, il quale auspica che, nelle diverse Chiese milanesi che lo costituiscono, si radichino in profondità una migliore comprensione del mondo ebraico e una maggiore stima delle sue ricchezze spirituali. Non bisogna dimenticare che già i primi tentativi di riaprire un dialogo con il mondo ebraico dopo il 1945 furono effettuati in ambiti ecumenici. In particolare ricordiamo e facciamo nostra l’intuizione di Karl Barth, il grande teologo svizzero, secondo il quale “Esiste, in ultima analisi, un solo grande problema ecumenico: quello delle nostre relazioni con il popolo ebraico”. È infatti alla luce di questa affermazione che la Giornata del 17 gennaio è stata collocata immediatamente prima dell’inizio della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, allo scopo cioè di indicare la connessione profonda che esiste tra il cammino verso l’unità dell’ecumene cristiana e una rinnovata autocoscienza del cristianesimo nei confronti dell’ebraismo.

Il tema proposto in Italia, a livello nazionale, per la Giornata dell’ebraismo cambia ogni anno. La proposta per il 17 gennaio 2004, che il Consiglio delle Chiese cristiane di Milano ha accolto con favore, è tratto dal libro del profeta Sofonia ed è molto suggestivo:

Serviranno il Signore appoggiandosi spalla a spalla.
Ebrei e cristiani al servizio dell’unico Dio.

La traduzione del testo di Sofonia 3,9 “Poiché allora io muterò in labbra pure le labbra dei popoli affinché tutti invochino il nome del Signore e serviranno il Signore appoggiandosi spalla a spalla” (letteralmente “con una sola spalla”) è una delle traduzioni possibili. La tradizione ebraica insegna che, pur essendo il testo rivelato uno solo, molti sono i modi in cui può essere letto. Il versetto indica comunque in modo esplicito la prospettiva secondo la quale le genti delle nazioni, e quindi le chiese ex gentibus, sono chiamate insieme al popolo di Israele a sottoporsi al medesimo giogo. Infatti, gli uni a fianco degli altri, ebrei e cristiani si sostengono a vicenda nel servizio dell’unico Dio: è il servizio della libertà e della chiamata a salvezza, un servizio che è grazia e che, di conseguenza, comporta anche il peso per la responsabilità da condividere nei confronti di questo dono prezioso e comune.

Ebrei e cristiani, le cui identità religiose restano oggi nella storia differenti e tra loro irriducibili, possono però prendere sempre più coscienza di essere chiamati a testimoniare il medesimo Nome di Dio e a vivere il suo messaggio di amore fedele e di universale salvezza affinché divenga patrimonio comune dell’umanità. Ma anche l’impegno etico può costituire un cammino comune sia per la salvaguardia dell’integrità del creato che agli esseri umani è affidato in custodia, sia per la promozione della giustizia e della pace che devono essere assunte nelle relazioni tra i popoli, le comunità e gli individui. Se è importante che questo impegno sia fianco a fianco, è comunque indispensabile che avvenga oggi nel mantenimento delle distinte identità e, come frutto di amicizia e dialogo, nel rispetto dei diversi doni ricevuti dall’alto. Noi dobbiamo riconoscere la primogenitura di Israele a porsi all’ascolto del Dio Uno e, nello stesso tempo, avere e testimoniare una più lucida consapevolezza della novità che il Padre ha manifestato nella persona di Gesù, il Figlio suo, che, per opera dello Spirito, noi come gli apostoli proclamiamo Signore e Cristo.

Per dare un segno concreto della volontà di porsi in atteggiamento di ascolto nei confronti della sapienza spirituale della tradizione ebraica, il Consiglio delle Chiese ha concordato con la Comunità Ebraica di Milano di invitare i cristiani e le cristiane nella Sinagoga centrale di Milano, in via della Guastalla, il 17 gennaio 2004 (alle ore 17.30) per assistere alla parte conclusiva della liturgia ebraica del sabato (Havdalà Shabbàt) e per ascoltare un commento, tenuto dal Rabbino Capo Prof. Giuseppe Laras, sul tema scelto per la nostra Giornata dell’ebraismo. Sarà anche l’occasione per esprimere solidarietà alla Comunità ebraica in tempi in cui assistiamo all’esplosione di violente forme di antisemitismo e per impegnarci ad invocare il dono di una pace duratura nei tormentati confini della regione israelo–palestinese. È auspicio di tutti i cristiani che a Gerusalemme e nella sua martoriata terra siano rispettate e promosse le legittime aspirazioni alla giustizia, alla libertà, all’indipendenza, alla sicurezza, allo sviluppo e alla democrazia di entrambi i popoli che la abitano e che oggi sono in conflitto.

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