AA. VV., Piccolo dizionario del
dialogo ebraico-cristiano, a cura di Leon Klenicki e Geoffrey Wigoder, traduzione italiana di Elio
Piattelli, Marietti, Genova 1988, 260 pagine.
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Ci sono parole che sono comuni alla tradizione ebraica
e a quella cristiana perché comuni sono le concezioni a cui rimandano: Dio, creazione, fede, giustizia,
messia, peccato, preghiera, rivelazione, salvezza, santità, ecc. Ma, a ben guardare, alcune di queste
voci nascondono interpretazioni contrastanti di cui spesso si è perso il ricordo, ingannati dalle
omofonie. Così, se a tutti è chiaro che con il termine messia si indicano figure radicalmente
diverse, come dimostra la drammatica vicenda della secessione cristiana dal corpo del giudaismo, meno nota
risulta, per esempio, la distanza tra il ‘peccato originale’ rievocato dalle Chiese cristiane e
l’ebraismo che non ha mai troppo enfatizzato l’episodio della ‘cacciata’ dal paradiso terrestre.
Eppure, sono concetti derivati dal medesimo racconto
biblico e la cultura occidentale proprio perché erede della tradizione ebraico-cristiana avrebbe
l’esigenza di approfondire gli slittamenti di senso verificatisi nel corso dei millenni all’interno
dei due tronconi religiosi. Un volumetto di rapida consultazione è stato realizzato negli Stati Uniti nel
1984. I curatori, un professore cattolico di teologia ebraica al Seminario dell’Immacolata nel New
Jersey e un docente di ebraismo all’università di Gerusalemme, oltre che redattore capo della Encyclopedia
Judaica, sono stati coadiuvati in questo lavoro da una équipe che univa rabbini e suore, pastori
protestanti e laici. Il risultato è un dizionario che raccoglie 34 voci principali (compresi argomenti
difficili per i due fronti come Gesù e Israele), ciascuna divisa in due parti: nella prima viene esposto
il punto di vista ebraico, nella seconda quello cristiano. In ambedue si fa riferimento anzitutto ai testi
sacri e della tradizione, si accenna ai rispettivi pregiudizi e si mostrano gli eventuali punti di accordo
o almeno di convergenza.
I curatori del Dizionario, pur lavorando per il
dialogo ebraico-cristiano, mettono in luce le ”differenze basiliari” tra le due tradizioni. Del resto,
nei vari paesi europei, ebrei e cristiani dovettero trovare parole locali per concetti teologici formatisi
in altre lingue. ”Il greco nomos e l’ebraico Torah e halakhah, ad esempio, sono
tutti tradotti con ‘legge’, mentre i significati originali sono assai dissimili. In realtà - si legge
nella prefazione - vi sono molti termini-chiave per i quali non vi è una traduzione adeguata in italiano,
ad esempio Torah o teshuvah in ebraico, o agape in greco”. Tutti coloro che, specialmente
negli ultimi anni, hanno cercato di occuparsi della cultura ebraica dall’esterno potrebbero leggere
proficuamente questo dizionario, una voce dopo l’altra, come una articolata introduzione all’ebraismo,
sfuggendo i più resistenti pregiudizi.
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