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  Roma, in diocesi. Tre settimane a scuola di ebraico biblico.
A cura del C.I.B.E.S. (Centro Internazionale Bibbia e Storia)

Da lunedì 3 luglio, organizzati dal Cibes, i corsi tenuti dal biblista padre Giovanni Odasso. Dal 10 gli approfondimenti.

Un appuntamento fisso dal 1997 «per offrire a tutti, soprattutto ai laici, la possibilità di accostarsi alle Sacre Scritture nella ricchezza della lingua originale». Sono le settimane intensive di ebraico biblico.

 
   

I corsi sono organizzati dal Centro internazionale Bibbia e storia e tenuti dal biblista somasco padre Giovanni Odasso. Per i principianti le lezioni (che si tengono presso la casa di spiritualità Santa Raffaella Maria delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù) cominciano il 3 luglio (il 9 luglio nel 2007), con la presentazione di alcuni elementi fondamentali di grammatica ebraica e la lettura di un Salmo.

Le settimane successive (10-15 luglio; 31 luglio-5 agosto 2006; nel 2007 / 16-21 luglio; 20-25 agosto) sono invece dedicate a chi ha già qualche conoscenza di ebraico antico, e approfondiscono aspetti del verbo, della sintassi e, naturalmente, dell’Antico Testamento. A frequentare i corsi sono soprattutto laici, ma anche religiosi e sacerdoti. Almeno una trentina si iscrivono alla prima settimana; un po’ meno numerosi gli alunni dei corsi successivi.

Ma perché è utile conoscere la Bibbia nella lingua in cui è stata scritta? «Sviluppare una conoscenza scientifica della lingua ebraica consente di capire i problemi esegetici e di iniziare una lettura con una buona capacità personale di interpretazione», spiega padre Odasso. Inoltre, nelle traduzioni, inevitabilmente, si perde qualcosa dell’originale. Una considerazione che vale per ogni testo, anche per le Sacre Scritture, tradotte più volte nel corso dei secoli.

Insomma, continua il religioso, «entrando nelle sfumature della lingua si scoprono le ricchezze del testo» che una traduzione, per quanto buona, non conserva mai appieno. In effetti padre Odasso coltiva anche la speranza «che da questi corsi emerga un gruppo di buoni traduttori».

Ma intanto le settimane del Cibes hanno già ottenuto un importante risultato: una volta al mese, durante tutto l’anno, viene celebrata l’Eucaristia in ebraico. I testi sono forniti dalla comunità cristiana di Gerusalemme. L’iniziativa «consente - commenta padre Odasso - di comprendere meglio la ricchezza della nostra liturgia, perché i testi biblici e liturgici ci permettono di cogliere le profonde connessioni con la Scrittura».

I corsi di ebraico biblico non servono solo ad approfondire la conoscenza dei testi sacri. Dietro c’è un progetto più ambizioso. «Questo studio - dice il biblista - vuole aiutare e riscoprire le nostre radici europee». E contribuire, in prospettiva, «a costruire un dialogo tra cristiani ed ebrei».
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Romasette.it - L'informazione on line della Diocesi di Roma 25 giugno 2006/LnR 12 luglio 2007

   
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