I corsi sono organizzati dal Centro internazionale Bibbia
e storia e tenuti dal biblista somasco padre Giovanni Odasso. Per i principianti
le lezioni (che si tengono presso la casa di spiritualità Santa Raffaella Maria
delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù) cominciano il 3 luglio (il 9 luglio nel
2007), con la
presentazione di alcuni elementi fondamentali di grammatica ebraica e la lettura
di un Salmo.
Le settimane successive (10-15
luglio; 31 luglio-5 agosto 2006; nel 2007 / 16-21 luglio; 20-25 agosto) sono invece dedicate a chi ha già qualche
conoscenza di ebraico antico, e approfondiscono aspetti del verbo, della
sintassi e, naturalmente, dell’Antico Testamento. A frequentare i corsi sono
soprattutto laici, ma anche religiosi e sacerdoti. Almeno una trentina si
iscrivono alla prima settimana; un po’ meno numerosi gli alunni dei corsi
successivi.
Ma perché è utile conoscere la
Bibbia nella lingua in cui è stata scritta? «Sviluppare una conoscenza
scientifica della lingua ebraica consente di capire i problemi esegetici e di
iniziare una lettura con una buona capacità personale di interpretazione»,
spiega padre Odasso. Inoltre, nelle traduzioni, inevitabilmente, si perde
qualcosa dell’originale. Una considerazione che vale per ogni testo, anche per
le Sacre Scritture, tradotte più volte nel corso dei secoli.
Insomma, continua il religioso,
«entrando nelle sfumature della lingua si scoprono le ricchezze del testo» che
una traduzione, per quanto buona, non conserva mai appieno. In effetti padre
Odasso coltiva anche la speranza «che da questi corsi emerga un gruppo di buoni
traduttori».
Ma intanto le settimane del Cibes
hanno già ottenuto un importante risultato: una volta al mese, durante tutto l’anno,
viene celebrata l’Eucaristia in ebraico. I testi sono forniti dalla comunità
cristiana di Gerusalemme. L’iniziativa «consente - commenta padre Odasso - di
comprendere meglio la ricchezza della nostra liturgia, perché i testi biblici e
liturgici ci permettono di cogliere le profonde connessioni con la Scrittura».
I corsi di ebraico biblico non
servono solo ad approfondire la conoscenza dei testi sacri. Dietro c’è un
progetto più ambizioso. «Questo studio - dice il biblista - vuole aiutare e
riscoprire le nostre radici europee». E contribuire, in prospettiva, «a
costruire un dialogo tra cristiani ed ebrei».
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Romasette.it - L'informazione on line della Diocesi di Roma 25 giugno 2006/LnR
12 luglio 2007
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