Un'altra importante tappa del dialogo che
prosegue il filo d'oro intessuto anno dopo anno durante il lungo
pontificato di Giovanni Paolo II sulla scia del Concilio e delle storiche
aperture dei suoi due grandi predecessori
1. Il quarto incontro delle
rispettive delegazioni di alto livello, sul tema "Una comune visione
su giustizia sociale e condotta morale", si è tenuto in un'atmosfera
di amicizia e cordialità a Grottaferrata (Roma). Questo incontro faceva
seguito ai tre precedenti, tenutisi a Gerusalemme ed a Roma, che avevano
trattato della santità della vita umana e dei valori familiari, e
dell'importanza dell'insegnamento fondamentale nelle Sacre Scritture
comuni, in rapporto alla società contemporanea e per il suo futuro.
2. I presidenti delle
delegazioni, Cardinale Jorge Mejía e Gran Rabbino Shear Yashuv Cohen,
nelle loro introduzioni ai lavori hanno espresso soddisfazione e gioia,
per il fatto che gli incontri continuano in spirito di preghiera,
sviluppando relazioni di amicizia e collaborazione tra i membri delle
delegazioni, ciò che costituisce un segno molto promettente per
l'avvenire.
3. La commissione
bilaterale ha reiterato il suo impegno nei confronti delle dichiarazioni
fondamentali emesse nei precedenti incontri, che includevano un appello al
reciproco rispetto per le differenti identità religiose, ed ha affermato
il comune rifiuto di ogni tentativo che si prefigga di persuadere qualcuno
a ripudiare la propria tradizione religiosa. La commissione ha egualmente
ripetuto le precedenti dichiarazioni contro la violenza ed il terrore
promossi in nome della religione, condannandoli come dissacrazione della
religione stessa; ha pure condannato le nuove manifestazioni di
antisemitismo, descritto dal Papa Giovanni Paolo II come "un peccato
contro Dio e contro l'umanità".
4. Le deliberazioni
dell'incontro attuale hanno principalmente riguardato l'inseparabile
relazione tra fede e giustizia sociale, fondata sulla convinzione che
tutti i valori morali hanno la loro sorgente in Dio e la loro radice
nell'insegnamento biblico, secondo il quale ogni singola persona umana è
creata ad immagine di Dio (Genesi 1, 26). Di conseguenza, le nostre
rispettive tradizioni religiose rigettano categoricamente il relativismo
morale.
5. L'insegnamento biblico
richiede, inoltre, che il fine della giustizia (zedek umishpat) sia
perseguito per mezzo dell'umana benevolenza e compassione (chesed
vrachamim). Ciò esige da noi lo sforzo di andare oltre la lettera
della legge (lifnim mishurat hadin), per il benessere della società
nel suo complesso.
6. Secondo questi principi,
la commissione mista fa appello affinché si presti attenzione speciale
alle sfide della povertà, della malattia e dell'emarginazione, perché si
contrasti la diseguaglianza nella distribuzione delle risorse ed il
rischio di una globalizzazione priva di umana solidarietà; perché si
cerchino soluzioni pacifiche ai conflitti e si prenda coscienza delle
nostre responsabilità dinanzi alla minaccia del terrorismo in tutte le
sue manifestazioni.
In quanto credenti che
hanno un patrimonio di valori morali, siamo chiamati a rispondere alle
conseguenze e alle implicazioni che ne derivano, così come ad opporci
alla crisi sociale provocata dall'eccesso di individualismo e
materialismo. A questo proposito, sono stati ricordati l'abuso della
sessualità e lo sfruttamento economico, che conducono a nuove forme di
moderna schiavitù, come ad esempio il traffico di donne e bambini, che
dissacra la dignità della persona umana.
7. In quanto credenti
nell'Unico Dio, il cui nome è Pace, l'abbiamo pregato perché arresti le
guerre, gli spargimenti di sangue, la violenza e la sofferenza nel mondo,
ed in particolare in Terra Santa. I membri della commissione mista di
conseguenza fanno appello alle loro comunità ed autorità nel mondo,
perché nello stesso modo più intensamente preghino ed operino per la
promozione della pace e dell'armonia dappertutto.
8. La commissione mista ha
colto l'occasione, tenendosi la presente riunione alla vigilia del XXX
anniversario dell'istituzione della Commissione della Santa Sede per i
rapporti religiosi con l'Ebraismo (22 ottobre 1974), per esprimere
apprezzamento per il ruolo da essa svolto nell'applicazione di Nostra
aetate (n. 4) e nell'emanazione delle successive dichiarazioni e
documenti che hanno fatto avanzare la riconciliazione, la cooperazione e
la comprensione fra cattolici ed ebrei.
Grottaferrata (Roma) 19 ottobre 2004 - 4
Cheshwan 5765
Rabbino Capo Shear Yashuv Cohen (Presidente
della delegazione ebraica)
Rabbino Capo Rasson Arussi
Rabbino Capo Yossef Azran
Rabbino Capo David Brodman
Rabbino Capo David Rosen
Sig. Oded Wiener
Cardinale Jorge Mejía (Presidente della delegazione cattolica)
Cardinale Georges Cottier, O.P.
S.E.M. Pietro Sambi
S.E.M. Giacinto-Boulos Marcuzzo
Rev. Mons. Pier Francesco Fumagalli
Rev. Mons. Ambrogio Spreafico
Rev. P. Norbert Hofmann, S.D.B.