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Il Rabbino
della Comunità ebraica più antica in visita alla moschea più grande d'Europa
Magdi Allam, sul Corriere della Sera
14 marzo 2006
La visita del rabbino capo di Roma Riccardo Di
Segni alla grande Moschea di Roma è a mio avviso storica non solo e non tanto
perché è la prima volta che accade, ma essenzialmente perché ha infranto il
tabù dei tabù, cioè il riconoscimento della pari dignità religiosa
dell’ebraismo in un contesto dove l’islam considerandosi il “suggello
della rivelazione” percepisce se stesso come religione superiore e perfetta
rispetto all’ebraismo e al cristianesimo. Ma anche dove soprattutto
gli ebrei sono denigrati come una razza infida, sono descritti come il
principale nemico di Dio e quindi, facendo riferimento a un’interpretazione
estremista del Corano, si legittima il massacro indiscriminato degli ebrei. Va
da sé che l’annientamento di Israele finisce per essere considerato come un
dovere sacro.
È un dato di fatto che a tutt’oggi nella gran parte delle
moschee d’Italia, gestite dall’Ucoii (Unione delle comunità e
organizzazioni islamiche d’Italia) e da militanti jihadisti, che propugnano
la “guerra santa”, si predica apertamente l’odio contro gli ebrei e si
invoca l’aiuto di Dio per distruggere Israele. Basta leggere i commenti
contenuti nell’edizione italiana del Corano dell’Ucoii per rendersi conto
del livello di livore anti-ebraico, anti-cristiano e anti-occidentale che si
diffonde.
Ecco perché infrangendo questo muro di odio, di violenza e di paura, i
responsabili della grande moschea di Roma hanno realizzato un atto storico.
Così come lo fu la visita di Giovanni Paolo II alla Sinagoga di Roma il 13
aprile 1986. O la visita compiuta dallo stesso papa alla moschea Omayyade di
Damasco il 5 maggio 2001. Mentre resta incompiuta una visita del Papa alla
grande moschea di Roma, la città santa del cattolicesimo di cui il pontefice
è il vescovo. E affinché si completi la triangolazione virtuosa tra le tre
grandi religioni monoteiste, è necessario che anche i responsabili della
grande moschea di Roma rendano visita sia alla Sinagoga di Roma sia alla
Basilica di San Pietro. Solo così alla fine di questo processo si realizzerà
il traguardo nobile dell’affrancamento dei religiosi dalle ideologie
religiose, facendo primeggiare la loro identità umana di persone che sanno
rispettarsi pur credendo in modi diversi a un Dio che non può essere che
l’incarnazione del Bene e dell’Amore.
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