Ennesimo attentato
terrorista. Niente rappresaglia
Commento di
Magdi Allam, trasmesso il 19 aprile 2006 alle 8,50 su Play-Radio, l’emittente
della Rcs e del Corriere della Sera, sul tema “La rappresaglia”,
in riferimento alla decisione del premier israeliano Ehud Olmert di
sospendere la rappresaglia militare contro l’Autorità nazionale
palestinese per l’ultimo attentato terroristico suicida a Tel Aviv,
rivendicato dalla Jihad islamica e che ha provocato la morte di dieci
persone e il ferimento di altre decine.
“La decisione del
premier israeliano Ehud Olmert di non attuare la rappresaglia
militare per l’attentato terroristico palestinese di Tel Aviv, ci
costringe a una seria riflessione sulla realtà della rappresaglia e
del suo rapporto con l’attentato terroristico. Sospendendo la
rappresaglia, è come se all’improvviso siamo costretti a vedere
un film al rallentatore, fotogramma per fotogramma. Ebbene laddove
abitualmente assistiamo a un precipitoso accavallarsi di attentato e
rappresaglia, immaginando che si tratti di un blocco monolitico,
finendo per emettere una sentenza di condanna indistinta nei
confronti dell’attentato e della rappresaglia, ora siamo costretti
a prendere atto della sostanziale differenza che sussiste.
Scopriamo una verità elementare e che tuttavia in molti
disconoscono: l’attentato è l’azione e la rappresaglia è la
reazione. E che pertanto sul piano della valutazione non possono
essere messi sullo stesso piano. Così come non può essere messo
sullo stesso piano la valutazione del criminale che irrompe con le
armi in casa altrui e uccide, e il padrone di casa che reagisce
sparando per difendersi. Salvo che, restando a questo paragone, non
si riconosca agli israeliani il diritto ad avere una casa o, più
radicalmente, il diritto a vivere.
Ed è questo il nodo vero della sostanziale differenza tra l’attentato
terroristico palestinese e la rappresaglia militare israeliana. Il
terrorista palestinese massacra gli israeliani, non perché protesta
per l’occupazione israeliana in Cisgiordania (visto che ormai a
Gaza è cessata l’occupazione), ma perché disconosce il diritto
degli israeliani a risiedere in Israele, è convinto che gli
israeliani debbano essere sterminati e che Israele debba essere
distrutto. Tutt’al più, bontà loro, gli ebrei potranno
singolarmente vivere in un unico Stato palestinese dal Giordano al
Mediterraneo, sottomesso alla sharia islamica. Per contro la
rappresaglia militare è una legittima reazione all’attentato
terroristico, mirante a perseguire gli esecutori e i mandanti dell’attentato,
non a massacrare indistintamente i palestinesi. Anche se, purtroppo,
talvolta cadono delle vittime palestinesi non coinvolti nell’attentato.
Dunque la radice profonda del male è il pregiudizio ideologico e
religioso dei palestinesi, condiviso da tanti arabi e musulmani, e
ahimè anche da taluni occidentali, che nega il diritto di Israele
ad esistere.