Esponenti di tutte le Chiese: «L'Occidente,
spinto dal laicismo, dimentica i cristiani»
Gerusalemme – “Un appello
per tutte le persone di fede: visitate la Terra Santa”. È questo il
titolo del documento firmato questa settimana a Gerusalemme da esponenti
di diverse confessioni cristiane per invitare i cristiani di tutto il
mondo a tornare nei Luoghi Santi.
Lunedì 13 novembre il Custode di Terra
Santa padre Pierbattista Pizzaballa, il rappresentante vaticano mons.
Pietro Sambi, alti esponenti della chiesa ortodossa greca, russa e armena
ed evangelici hanno sottoscritto una dichiarazione comune che chiede ai
cristiani di tutto il mondo di tornare a visitare la Terra Santa e
contribuire a fermare l’esodo dei cristiani da questi luoghi. È la
prima volta che i cristiani firmano insieme un documento del genere.
“Ci sono molte cose che dividono noi
cristiani, ma molte ci uniscono. La Terra Santa è una di queste” ha
detto p. Pizzaballa, facendo eco alla famosa frase di papa Giovanni XXIII.
Mons. Sambi ha definito i pellegrinaggi nei
Luoghi Santi “un autentico arricchimento e una vera gioia dello
spirito”, affermando che essi costituiscono “un incoraggiamento
spirituale e materiale alle piccole comunità cristiane” del posto.
Molti cristiani palestinesi vivono infatti grazie al turismo religioso dei
Luoghi Santi. In più, i pellegrini, ha detto mons. Sambi, possono creare
“un’atmosfera di pace” che può contribuire ad “allentare la
situazione di tensione politica fra israeliani e palestinesi”.
Il documento denuncia la fuga dei cristiani
in Terra Santa, che oggi sono solo 1,6% della popolazione. “Con la
partenza dei cristiani sparisce anche la visione cristiana della persona e
della vita umana, proprio in una regione in cui questi valori sono in
chiaro declino” si legge nel documento, che denuncia l’immobilismo dei
“governi dell’Occidente cristiano” i quali, “guidati da una falsa
visione della libertà religiosa e forse spinti da un laicismo
esasperato”, si dimenticano di aiutare i cristiani e soccorrono i
palestinesi solo per motivi ideologici e politici.
Il ministro israeliano del Turismo, Gideon
Ezra, parlando a sostegno del documento, ha dato le cifre sul calo dei
pellegrinaggi cristiani in Terra Santa, dovuto ai pericoli del conflitto
fra palestinesi e israeliani. Nel 2000 i cristiani rappresentavano il 60%
dei 2,6 milioni di turisti in Israele; nel 2004 tale percentuale è scesa
al 29%.
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[Fonte: AsiaNews 19 novembre 2004]