Nuovo appello a riprendere i pellegrinaggi in Terra Santa
dall'assemblea della ROACO in Vaticano

- Intervista con padre Pierbattista Pizzaballa -

È in corso in Vaticano l’Assemblea della ROACO, un organismo che riunisce le Opere di assistenza alle Chiese orientali cattoliche e che è inserita da una trentina d’anni nella Congregazione per le Chiese Orientali. Al centro dei lavori la situazione della comunità cattolica in Ucraina e Terra Santa. Partecipa all’Assemblea anche il Custode di Terra Santa, il padre francescano Pierbattista Pizzaballa. Risponde a Radio Vaticana sui progressi del processo di pace nella terra in cui è nato Gesù:

R. – La situazione è in lento, ma graduale cambiamento in senso positivo. L’atmosfera è sicuramente positiva. Il cammino per la pace è un cammino molto lungo, sofferto e doloroso e richiederà molto tempo, diverse generazioni. Però è un cammino che penso sia avviato e, questa volta, spero sia avviato in maniera seria.

D. – Come vive la piccola ma significativa comunità cattolica?

R. – Noi cattolici siamo pochissimi. Tutti i cristiani, cattolici e non cattolici, sono meno del 2 per cento. Quindi, può immaginare le difficoltà, soprattutto in rapporto al mondo ebraico e al mondo islamico. Tuttavia, è sicuramente una piccola minoranza, ma molto convinta, molto radicata e fondata in Terra Santa.

D. – Sono ripresi i pellegrinaggi?

R. – I pellegrinaggi stanno riprendendo. Ancora non siamo tornati alla normalità, al periodo precedente all’Intifada. Penso, però, che il trend sia positivo e credo che nel giro di un anno o due torneremo alla normalità. Me lo auguro.

D. – Ci sono pericoli per i pellegrini?  

R. – La ringrazio per la domanda. Questa è l’occasione per dire e ribadire a coloro che ancora pensano che ci sia un pericolo per la sicurezza, che il pellegrinaggio in Terra Santa è assolutamente, totalmente, definitivamente sicuro e libero da qualsiasi rischio.

D. – E cosa può dirci riguardo ai rapporti tra cristiani da un lato e musulmani ed ebrei dall’altro?

R. – I rapporti in Terra Santa con le due grandi religioni monoteiste sono quotidiani, ma anche difficili. Noi non dobbiamo discutere dei grandi principi teologici, perché viviamo insieme. Sono, dunque, rapporti di vicinato, dove si mettono insieme le ricchezze dell’uno e dell’altro, ma anche le difficoltà, i pregiudizi storici. E’ perciò un rapporto sempre molto difficile, ma anche molto avvincente e affascinante.

D. – A suo parere cosa può fare la comunità internazionale per favorire la pace in Terra Santa?

R. – Innanzitutto, deve mantenere sempre una presenza, anche attraverso i mezzi di comunicazione, attiva e partecipe di quello che accade in Terra Santa; agevolare i pellegrinaggi soprattutto e poi fare pressione a livello politico, a livello internazionale, perché le due parti siamo stimolate ad incontrarsi e a superare gli ostacoli che certamente avranno lungo il loro cammino.

_________________
[Fonte: Radio Vaticana 21 giugno 2005]

| home | | inizio pagina |