Il creatore della Fondazione
Internazionale Raoul Wallenberg, Baruj Tenembaum, ha rivolto un appello
affinché Giovanni XXIII sia dichiarato “Giusto fra le Nazioni”.
Questo titolo è conferito dallo Yad
Vashem, il Memoriale dell'Olocausto in Israele, a quanti salvarono gli
ebrei durante l'Olocausto.
“Se Papa Giovanni XXIII non verrà
dichiarato 'Giusto fra le Nazioni', saranno i nostri figli a
consacrarlo, visto che la figura di questo grande personaggio della
storia diventa ogni giorno più grande”, ha affermato Tenembaum,
prestigioso rappresentante ebraico e pioniere a livello mondiale del
dialogo interreligioso negli anni Sessanta del secolo scorso.
La dichiarazione di Tenembaum, inviata
a ZENIT, arriva in occasione del 50° anniversario dell'elezione del
Cardinale Angelo Giuseppe Roncalli a Sommo Pontefice con il nome di
Giovanni XXIII.
Dopo un simposio scientifico
organizzato nel giugno 2003 dall'Università di Bologna e dalla
Fondazione Giovanni XXIII per il 40° anniversario della morte di Angelo
Roncalli, su istanza della Fondazione Wallenberg, le Poste Argentine
emisero un francobollo dedicato alla memoria del “Papa Buono”.
Qualche anno prima, nel settembre del
2000, in una cerimonia presso la Missione dell'Osservatore Permanente
del Vaticano presso le Nazioni Unite e in presenza dell'allora
Segretario di Stato vaticano, il Cardinale Angelo Sodano, la Fondazione
Wallenberg dichiarò aperta la campagna internazionale per il
riconoscimento dell'azione umanitaria svolta da Angelo G. Roncalli.
Monsignor Roncalli, prima di essere
Papa, “intercesse presso il re Boris di Bulgaria a favore degli ebrei
bulgari, e presso il Governo turco a favore dei rifugiati ebrei che
erano fuggiti in Turchia”, ha ricordato Tenembaum.
“Ha anche fatto tutto il possibile per
evitare la deportazione degli ebrei greci. E' stato inoltre una delle
principali fonti di informazione del Vaticano sull'annientamento di
milioni di ebrei della Polonia e dell'Europa dell'est”.
Quando fu Delegato Apostolico del
Vaticano a Istanbul nel 1944, inoltre, “organizzò una rete per salvare
gli ebrei e altri perseguitati dal nazismo”.
“Grazie alle sue azioni, migliaia di
condannati a morte riuscirono a salvare la propria vita – ha
sottolineato Tenembaum –. La sua opera e la sua figura si allineano così
a quelle di numerosi diplomatici salvatori dell'Olocausto come lo
svizzero Raoul Wallenberg, il portoghese Aristides de Sousa Mendes e il
turco Selahattin Ulkumen, tra molti altri”, aggiunge.
“Con il pontificato di Giovanni XXIII
è stata inaugurata una nuova era nelle relazioni tra la Chiesa cattolica
e l'ebraismo – ha constatato il fondatore –. Si è trattato di un'epoca
caratterizzata dalla comprensione e dall'intesa dopo secoli di
denigrazione, pregiudizi e persecuzione religiosa”.
“Le porte del dialogo interreligioso
hanno cominciato ad aprirsi allora e sono rimaste aperte durante il
pontificato di Papa Giovanni Paolo II, che si rivolgeva agli ebrei come
ai 'fratelli maggiori', ha visitato i campi di concentramento nazisti in
segno di contrizione e solidarietà con le vittime ebraiche e si è recato
in pellegrinaggio in Terra Santa, nello Stato di Israele”.
La Fondazione Wallenberg svolge un
ampio lavoro di ricerca storica destinata a rivelare l'importante azione
umanitaria svolta da monsignor Roncalli.
“L'obiettivo è far conoscere
all'opinione pubblica internazionale le azioni altruiste e generose
compiute dal delegato apostolico Roncalli molto prima di essere
consacrato Papa Giovanni XXIII, il 28 ottobre 1958”, ha concluso
Tenembaum.
[Per ulteriori informazioni:
www.raoulwallenberg.net]
[Fonte: Zenit 30 ottobre 2008]
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