Alle ore 11.45 di questa mattina, nella Sala dei Papi
del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI riceve in
Udienza una delegazione del "Latin American Jewish Congress".
Pubblichiamo di seguito il saluto che il Papa rivolge
ai Membri della delegazione:
Cari amici ebrei,
Sono molto lieto di dare il benvenuto a questa
delegazione del Congresso Ebraico Latino-Americano. Il nostro incontro è
particolarmente significativo, poiché voi siete il primo gruppo che
rappresenta organizzazioni e comunità ebraiche in America Latina che
incontro qui in Vaticano. In tutta l'America Latina, e specialmente in
Argentina e in Brasile, ci sono comunità ebraiche dinamiche, che vivono
insieme a una grande maggioranza di cattolici. A partire dagli anni del
concilio Vaticano II, le relazioni tra ebrei e cattolici si sono rafforzate
anche nella vostra regione, e ci sono diverse iniziative che continuano ad
approfondire la reciproca amicizia.
Come sapete, il prossimo mese di ottobre si celebra il
cinquantesimo anniversario dell'inizio del concilio Vaticano II, la cui
Dichiarazione Nostrae Aetate
continua a essere la base e la guida dei nostri sforzi per promuovere
maggiore comprensione, rispetto e cooperazione tra le nostre due comunità.
Questa Dichiarazione non solo assunse una netta
posizione contro ogni forma di antisemitismo, ma gettò anche le basi per una
nuova valorizzazione teologica del rapporto della Chiesa con l'ebraismo, e
mostrò la sua fiducia nel fatto che l'apprezzamento dell'eredità spirituale
condivisa da ebrei e cristiani avrebbe portato a una comprensione e a una
stima reciproca sempre più grandi (n. 4).
Nel considerare i progressi compiuti negli ultimi
cinquant'anni di relazioni ebreo-cattoliche, in tutto il mondo, non possiamo
fare a meno di rendere grazie all'Onnipotente per questo segno evidente
della sua bontà e della sua provvidenza. Con la crescita della fiducia, il
rispetto e la buona volontà, gruppi che inizialmente si relazionavano con
una certa sfiducia, poco a poco sono diventati interlocutori fiduciosi e
amici, persino buoni amici, capaci di far fronte insieme alla crisi e di
superare i conflitti in modo positivo.
Certo resta ancora molto da fare nel superamento degli
ostacoli del passato, nella promozione di migliori relazioni tra le nostre
due comunità, e nella risposta alle sfide che i credenti affrontano sempre
più nel mondo attuale. Tuttavia è un motivo per cui rendere grazie il fatto
che siamo impegnati a percorrere insieme il cammino del dialogo, della
riconciliazione e della cooperazione.
Cari amici, in un mondo sempre più minacciato dalla
perdita dei valori spirituali e morali, che sono quelli che possono
garantire il rispetto della dignità umana e la pace duratura, un dialogo
sincero e rispettoso tra religioni e culture è fondamentale per il futuro
della nostra famiglia umana. Nutro la speranza che questa visita odierna sia
fonte d'incoraggiamento e di fiducia rinnovata al momento di affrontare la
sfida di costruire vincoli di amicizia e di collaborazione sempre più forti,
e di rendere testimonianza profetica della forza della verità di Dio, della
giustizia e dell'amore riconciliatore, per il bene di tutta l'umanità.
Con questi sentimenti, cari amici, chiedo al tre volte
Santo di benedire voi e le vostre famiglie con abbondanti doni spirituali e
di guidare i vostri passi lungo il cammino della pace.
Shalom elichém.