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Il papa riconsegna ai russi ortodossi la veneratissima icona. Ma ad accoglierla saranno
anche musulmani ed ebrei. Un reportage dal Tatarstan, raro modello di convivenza pacifica tra le fedi: >>Come
Cristiani, islamici ed ebrei hanno fatto pace<<
Il patriarca Alessio annuncia al presidente Putin che la «vecchia» immagine sarà riconsegnata il prossimo 28 agosto da una delegazione vaticana. Ci sarà una solenne cerimonia nella chiesa dell'Assunzione, presente lo stesso leader russo. Secondo gli esperti si tratta proprio della copia ordinata da Pietro il Grande per la nuova cattedrale di San Pietroburgo
Un dono "sminuito"? Tutto da dimostrare. Anzi, nonostante le tiepide reazioni ufficiali, l'omaggio dell'Icona di Kazan, che Giovanni Paolo II ha voluto fare al Patriarcato di Mosca, sembra essere molto atteso. E non solo dalla Chiesa ortodossa, ma anche dal Governo russo che, nel ritorno a casa dell'Icona, vede l'occasione per dare al Paese quella "scossa" di unità nazionale che Vladimir Putin, da tempo, va cercando. Anche perché, a quanto pare, se di sicuro quella che partirà da Roma è una copia dell'originale, non sembra proprio che sia "una delle tante". In proposito, la televisione russa il 13 agosto scorso ha mandato in onda un servizio molto significativo, in occasione della visita di Putin al Patriarca Alessio II, ricoverato in clinica per controlli medici. «Il giorno 28 - si sente dire il Patriarca nell'audio originale, sul sottofondo del commento al servizio - ci sarà una cerimonia per il ritorno della vecchia Icona della Madre di Kazan. Quella che lei, presidente - aggiunge Alessio II - ha visto a Roma (durante la visita al Papa nel pomeriggio dello scorso 5 novembre, ndr)». «Sì sì - replica Putin - l'ho vista». Sarà lo stesso Alessio II ad accogliere il prossimo 28 agosto, festa dell'Assunzione secondo il calendario ortodosso, la delegazione vaticana - guidata dal cardinale Walter Kasper, presidente del pontificio Consiglio per l'Unità dei cristiani (con a fianco probabilmente il cardinale Thedore E. McCarrick, arcivescovo di Washington, la diocesi che, all'inizio degli anni '70, avrebbe finanziato l'acquisto dell'Icona più tardi regalata a Papa Wojtyla), che riceverà l'icona dalle mani del Pontefice durante un rito pubblico di congedo in programma in Vaticano il 25 agosto. E la cerimonia del ritorno avverrà, presente Putin, proprio al Cremlino, nella chiesa dell'Assunzione. Già questi due fatti dicono che si tratterà di un evento non certo "sottotono". Ma c'è, come detto, di più. E sta in quell'espressione - "la vecchia Icona" - usata da Alessio II nel suo dialogo con Putin. Secondo gli esperti russi, infatti, quella che Giovanni Paolo II si appresta a donare al Patriarcato di Mosca non è "una delle tante copie" dell'immagine più importante dell'ortodossia, ma quasi certamente la più significativa di tutte le copie esistenti, dopo la distruzione dell'originale nel 1904 a opera di ladri ignoti che (risulta dai verbali della polizia zarista) la ridussero in listelli di legno. Per la precisione, sarebbe la copia che Pietro il Grande, nei primissimi anni del '700, ordinò per la cattedrale della nuova capitale San Pietroburgo, dedicata alla Madre di Kazan, e trafugata fuori dalla Russia nel 1917 all'indomani della Rivoluzione d'Ottobre. E, a quanto pare, c'è come accennato all'inizio ancora qualcosa in più, che rende così prezioso, e significativo, il prossimo ritorno a casa dell'Icona. I circoli puskiniani russi, infatti, sono praticamente certi che proprio di fronte a questa immagine trascorse la sua ultima ora di vita il poeta Aleksandr Puskin, prima di recarsi al duello in cui avrebbe trovato la morte. Nella biografia, minuziosa fino alla pedanteria, del sommo poeta russo c'è infatti un "buco" tra le 12.30 del 27 gennaio del 1837, quando uscì dalla pasticceria "Wolf & Beranger" sulla Prospekt Nevskij, e le 14.00 dello stesso giorno, quando rientrò a casa per recarsi col suo padrino al duello, durante il quale sarebbe stato ucciso. I circoli puskiniani sono sicuri che, in quel lasso di tempo, il poeta abbia semplicemente attraversato la Prospekt Nevskij per pregare davanti all'Icona di Kazan (la pasticceria era situata quasi di fronte alla Cattedrale). Un motivo ulteriore, insomma, per attendere con ansia il regalo del Papa. Perché in Russia si può scherzare su tutto, ma non su Puskin.
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