Intervento
dell'On.le Sottosegretario Margherita Boniver
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Grazie Sig. Presidente.
Il Ministro degli Esteri irlandese
Cowen è già intervenuto a nome dell'Unione Europea; riconosco
pienamente la posizione del mio Paese in quanto da egli affermato.
Mi limiterò quindi a poche considerazioni a titolo nazionale.
Questa seconda conferenza sul tema
dell'antisemitismo conferma il ruolo cruciale di questa
Organizzazione come riferimento geo- politico di una vasta area di
Paesi che vogliono riconoscersi su valori condivisi.
Il fenomeno
dell'antisemitismo e stato presente in molte parti d'Europa nel
corso di tutta la sua storia. Dopo la tragedia dell'Olocausto si
riteneva finalmente cancellato per sempre, restandone solo la
memoria come monito da tramandare alle future generazioni.
Purtroppo, siamo stati ottimisti: negli ultimi anni si è registrato
in molti Paesi europei un preoccupante riemergere di
manifestazioni di ostilità nei confronti del popolo ebraico,
insieme all'odioso tentativo di ridimensionare, se non di negare,
il fardello della recente storia europea. Il Presidente della
Repubblica italiana, ricordava qualche giorno fa che i
"popoli che non hanno memoria del loro passato, non sono
padroni del loro futuro". Ciò è tanto più
vero quando ci si riferisce alla tragedia dell'Olocausto:
dimenticare il passato significa rischiare che le nuove
generazioni debbano ancora confrontarsi con le tragedie delle
pulizie etniche, se non, ancora una volta, del genocidio.
Nella storia più recente, del
resto, e dato osservare come l'antisemitismo sia divenuto un
fattore inquietante nella stessa crisi mediorientale, come
aggiuntivo strumento contundente contro lo Stato di Israele.
Occorre a questo proposito sottolineare con chiarezza che se è
legittima la critica, non è accettabile che la lotta
politica ricerchi consensi attraverso la riesumazione di concetti
razzisti, volti irrazionalmente a demonizzare un popolo, una
cultura, una religione. La lezione della storia insegna che le
ideologie fondate sul razzismo sono un pericolo per la democrazia
e per la stessa pace e che è quindi illusorio, prima che
sbagliato, ancorare ad esse un progetto sociale o istituzionale
che si vuole giusto e solidale.
Le giovani generazioni appaiono
particolarmente indifese di fronte a questa deriva: la scuola non
ha fatto tutto quel che doveva per tenere viva la memoria della
Shoah. Se negli anni del secondo dopoguerra, il vivido ricordo di
quegli orrori contribuì al consolidamento di una incondizionata
solidarietà nei confronti delle comunità ebraiche e di assoluta
condanna sociale di ogni forma di antisemitismo, con 1'andar del
tempo, si è assistito ad un progressivo affievolirsi della
vigilanza, con la conseguenza che si sono aperti insperati varchi
a coloro che volevano mettere in dubbio la storia o sfruttare a
fini politici i latenti residui di antisemitismo.
Ciò che possiamo vedere - e quel
che è più grave, possono vedere i nostri figli - ad
esempio su Internet, è lo sconcertante risultato di questa
disattenzione. È pertanto urgente invertire questa tendenza e
mettere a disposizione delle nuove generazioni gli strumenti per
difendersi da questo pericolo. A tal fine, sono certa che questa
Conferenza darà certamente un grande contributo e desidero
ringraziare il Governo tedesco per averla ospitata e organizzata
in maniera cosi efficace.
Il Parlamento italiano, senza
distinzioni di parte, ha recentemente approvato una serie di atti
di indirizzo che impegnano Governo e Amministrazioni pubbliche a
rafforzare anche nel mio Paese la prevenzione e la lotta contro
l'antisemitismo, a cominciare proprio dalla scuola. Ci proponiamo
infatti di sviluppare la conoscenza del fenomeno
dell'antisemitismo, della storia dell'Olocausto, cosi come la
consapevolezza del grande contributo fornito dagli ebrei italiani
alla storia nazionale, dalla lotta al fascismo alla costruzione
della Repubblica.
Tra le iniziative gia realizzate,
voglio menzionare la recente istituzione di un Comitato
interministeriale contro la discriminazione e l'antisemitismo,
destinato a coordinare e a dare ulteriore impulso all'impegno del
Governo su questo tema. È in questo spirito che dal 30 giugno al
primo luglio prossimi avrà luogo a Roma un Convegno
sull'Antisemitismo organizzato dal Ministero degli Esteri e dall'Anti-Defamation
League, che si svolgerà sotto forma di tavole rotonde con la
partecipazione di Premi Nobel e altre illustri personalità
distintesi nel dialogo fra religioni e culture diverse.
Infine, voglio menzionare
l'importante opera svolta dalla "Task Force internazionale
per l'educazione, la memoria e la ricerca sulla Shoah" - un
organismo pienamente sostenuto dal Governo italiano - che sarà
presieduta quest'anno dall'Italia.
Sono fiduciosa che l'Europa che sta
per accogliere dieci nuovi membri nelle proprie Istituzioni,
realizzando il sogno di un Continente riunificato intorno a valori
comuni di democrazia, e aperto al dialogo pacifico con i suoi
vicini, sari in grado di far fronte al pericolo del risorgere
dell'antisemitismo, come di ogni altra deriva di stampo razzista,
consapevole che lotta contro questa piaga coincide con la difesa
della nostra stessa liberti.
Quanto all'Italia, il mio Paese
sente forte nella propria memoria il peso di un passato, ormai
lontano ma non per questo meno doloroso. Le interne vicende
politiche spinsero l'Italia a contraddire la sua antichissima
cultura di tolleranza. Anche per questo, oggi vogliamo essere in
prima linea nella lotta contro ogni rigurgito di intolleranza,
affinché sia condannata e messa al bando ogni manifestazione di
antisemitismo e di razzismo, e affinché gli orrori cui abbiamo
dovuto assistere nel passato non possano più ripetersi.
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Dichiarazione
finale Presidenza bulgara
29
aprile 2004 |
Il Presidente in esercizio
ITALIANO
Originale: INGLESE |
Esimi delegati,
permettetemi di presentare una sintesi dei lavori
di questa Conferenza in quella che
vorrei chiamare "Dichiarazione di
Berlino".
Sulla base delle consultazioni giungo alla
conclusione che gli Stati partecipanti
all’OSCE:
riaffermando la Dichiarazione universale dei
diritti dell’uomo, che proclama che ad
ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le
libertà enunciati nella dichiarazione stessa,
senza distinzione alcuna per ragioni di razza, di
religione o per altra condizione,
ricordando che l’articolo 18 della Dichiarazione
universale dei diritti dell’uomo e
l’articolo 18 del Patto Internazionale sui
diritti politici e civili sanciscono che ogni individuo
ha il diritto alla libertà di pensiero, di
coscienza e di religione,
ricordando inoltre le decisioni dei Consigli dei
ministri di Porto e di Maastricht
nonché altre decisioni e documenti precedenti, e
impegnandoci a intensificare gli sforzi per
combattere l’antisemitismo in tutte le sue
manifestazioni e a promuovere e rafforzare la
tolleranza e la non discriminazione,
riconoscendo che l’antisemitismo, dopo la sua
apparizione più devastante durante
l’Olocausto, ha assunto nuove forme ed
espressioni che, insieme ad altre forme di
intolleranza, rappresentano una minaccia per la
democrazia, per i valori della civiltà e,
pertanto, per la sicurezza globale nella regione
dell’OSCE e al di fuori di essa,
preoccupati in particolare che tale ostilità nei
confronti degli ebrei — quali individui o
collettività — per ragioni razziali, sociali
e/o religiose, si è manifestata con aggressioni
fisiche e verbali e con la profanazione di
sinagoghe e di cimiteri,
- condannano senza riserve tutte le
manifestazioni di antisemitismo e tutti gli altri atti di
intolleranza, istigazione, aggressione o violenza
contro individui o comunità, per ragioni
etniche o di credo religioso, ovunque esse
accadano;
condannano inoltre tutti gli atti di
aggressione motivati dall’antisemitismo o da
qualunque forma di ostilità o intolleranza
razziale o religiosa, ivi inclusi gli attacchi a
sinagoghe e ad altre località, siti e luoghi
sacri di culto;
dichiarano senza ambiguità che gli sviluppi
internazionali o le questioni politiche, ivi
inclusi quelli in Israele o altrove in Medio
oriente, non giustificano mai l’antisemitismo.
Inoltre, prendo atto che il Consiglio dei ministri
di Maastricht, con la sua decisione
sulla tolleranza e la non discriminazione, ha
incaricato il Consiglio permanente "di discutere
ulteriormente modi e mezzi per potenziare gli
sforzi dell’OSCE e degli Stati partecipanti per
la promozione della tolleranza e della non
discriminazione in tutti i campi". Alla luce di tale
decisione dei Consiglio dei ministri, esprimo
compiacimento per la decisione sulla lotta
all’antisemitismo del Consiglio permanente, in
data 22 aprile, e conformemente a quanto ivi
richiesto, la accludo alla presente Dichiarazione.
1. Gli Stati partecipanti si impegnano a:
-
adoperarsi per assicurare che i loro sistemi
giuridici favoriscano un ambiente privo di
fenomeni di aggressione, violenza o
discriminazione antisemita in tutti i settori della
vita sociale;
-
promuovere, ove appropriato, programmi
educativi atti a combattere l’antisemitismo;
-
promuovere la memoria e, ove appropriato, l’insegnamento
della tragedia
dell’Olocausto e l’importanza del rispetto di
tutti i gruppi etnici e religiosi;
-
combattere i crimini ispirati dall’odio
alimentati dalla propaganda razzista, xenofoba e
antisemita nei mezzi di informazione o in
Internet;
-
incoraggiare e sostenere gli sforzi intrapresi
in tali campi dalle organizzazioni
internazionali e dalle ONG;
-
raccogliere e conservare informazioni e
statistiche attendibili sui crimini a sfondo
antisemita, e su altri crimini ispirati dall’odio,
perpetrati sul loro territorio, riferire
regolarmente tali informazioni all’Ufficio OSCE
per le istituzioni democratiche e i
diritti dell'uomo (ODIHR) e renderle accessibili
al pubblico;
-
adoperarsi per fornire all’ODIHR le risorse
adeguate per svolgere i compiti concordati
in seno alla Decima riunione del Consiglio dei
ministri di Maastricht sulla tolleranza e
la non discriminazione;
-
collaborare con l’Assemblea parlamentare
dell’OSCE per definire mezzi e modi
appropriati per esaminare periodicamente il
problema dell’antisemitismo;
-
incoraggiare lo sviluppo di scambi informali
fra esperti in fora appropriati sulle
migliori prassi e sulle esperienze relative all’applicazione
della legge e all’educazione;
2. di incaricare l’ODIHR di:
-
seguire attentamente in stretta cooperazione
con altre istituzioni OSCE nonché con il
Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione
della discriminazione razziale
(UNCERD), la Commissione europea contro il
razzismo e l’intolleranza (ECRI),
l’Osservatorio europeo dei fenomeni di razzismo
e xenofobia (EUMC) e altre
istituzioni e ONG internazionali pertinenti, i
casi di antisemitismo nella regione
dell’OSCE avvalendosi di tutte le informazioni
attendibili disponibili;
-
riferire i risultati delle sue attività al
Consiglio permanente e alla Riunione di
attuazione nel quadro della dimensione umana e
rendere pubblici tali risultati. Tali
rapporti dovrebbero essere anche considerati nella
determinazione delle priorità del
lavoro dell’OSCE inerente i fenomeni di
intolleranza;
-
raccogliere e diffondere regolarmente
informazioni in tutta l’area dell’OSCE sulle
migliori prassi per prevenire e far fronte al
fenomeno dell’antisemitismo e, se
necessario, offrire consulenza agli Stati
partecipanti nei loro sforzi volti a combattere
l’antisemitismo;
La presente decisione sarà inoltrata al Consiglio
dei ministri per la sua approvazione
in seno alla Dodicesima riunione.