Lévinas, Emmanuel, Nell'ora delle nazioni. Letture talmudiche
e scritti filosofico-politici.
Milano, Jaca Book, 2000, ISBN 88-16-40533-3.
Traduzione e cura di
Silvano Facioni; edizione originale: A l'heure des nations,
Paris, Les Éditions de Minuit, 1988.
Indice -
L'autore - Bibliografia
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Finalmente offerto ai lettori italiani dopo ben dodici anni dalla
prima edizione francese, il volume lévinasiano, pur nell'eterogeneità
dei contributi che lo compongono, possiede - come tutte le opere
dedicate dall'Autore all'ebraismo - la densità concettuale del testo
filosofico. Benché i contenuti siano costituiti - come indica il
sottotitolo - da letture talmudiche e scritti filosofico-politici,
la medesima trama speculativa che regge i più conosciuti testi teorici
del Lituano è, in questa raccolta di saggi brevi ed articoli,
nettamente percepibile, anche se immediatamente meno
"appariscente".
La struttura che sostiene ed unifica i testi presentati coincide col
movimento che ha come origine e punto di ritorno la Torah; ovvero - più
precisamente - la convergenza e, direi, la "riduzione" di ogni
possibile discorso etico-politico ai nuclei genetici delle
modalità "responsabili" della relazione col prossimo:
la Bibbia e il Talmud.
Nell'ora delle nazioni, introdotto da un breve ma illuminante
saggio di Silvano Facioni, si articola secondo le sezioni tematiche di
seguito illustrate.
La Prefazione, presentando il tema cardine dell'opera, delinea
lo sfondo sul quale vanno collocate le letture: nella Torah
"i giudici d'Israele [...] si istruiscono e si formano al loro
compito cercando, senza requie e sempre più in profondità, gli echi e
le tracce del suo senso infinito"; ma l'"intimità"
dell'ebreo con la sua Torah è insieme "esigenza rimarchevole di un
rapporto con tutte le nazioni", ovvero "con tutte le famiglie
dell'umano" (4). È la Parola, nella sua capacità di trascendere diacronicamente
l'ordine del tempo, ad esprimere i significati universali che
appartengono all'umanità. E la conferma alla profonda alleanza di
Israele con tutte le nazioni viene fornita da Lévinas attraverso
argomenti e citazioni tratti dagli scritti talmudici e dal testo sacro.
Talmudico, d'altra parte, è l'andamento stesso di quest'opera lévinasiana,
che conserva, nella propria dialettica interna, la memoria dello stile
dei grandi commentatori.
Le Letture Talmudiche riproducono gli interventi tenuti
nell'arco di sei anni in occasione dei Colloqui degli intellettuali
ebrei di lingua francese. L'incontro del 1986 ebbe come tema
dominante appunto quello delle "settanta nazioni", con
riferimento all'espressione talmudica che indica i popoli
"altri" rispetto a Israele.
Lévinas muove le proprie interpretazioni delle pagine rabbiniche
dalla convinzione che non solo il pensiero talmudico è capace di
oltrepassare i limiti comunicativi del divenire storico, ma che
addirittura, in tale pensiero, "ci sarebbe una parola mirabilmente
costruita per un'interrogazione permanente, per un'interrogazione che
permette alle diverse epoche del tempo di comunicare tra loro"
(18).
Il commento a Megilla 7a, che tratta dell'inserimento del
Rotolo di Ester all'interno del canone biblico, contiene degli
interessanti rimandi alla purità ebraica e all'universalità del
dono della Torah. Numerosi i riferimenti alla contemporaneità, nonché
gli accenni alle nozioni filosofiche, tipicamente lévinasiane, del volto
e dell'assolutezza della responsabilità etica. La Traduzione della
scrittura (il testo analizzato è Megilla 8b) affronta il
problema della possibilità di rendere il testo sacro in lingue diverse
dall'ebraico, riuscendo tuttavia a mantenerne "la dignità e la
portata spirituali" (43); l'implicazione profonda del commento
riguarda la riflessione sulla mediazione greca del pensare
ebraico: la lingua greca (per estensione, "occidentale")
demistifica e demitizza, ma il "paziente parlare" della civiltà
ellenica "rappresenta anche il pregio della nostra eredità
greca" (62). L'idolatria è l'argomento delle pagine dedicate al
trattato Sanhedrin 99a e b. Gli idoli ai quali si riferisce
l'Autore altro non sono che le maniere "irriverenti" di
accostarsi alla Torah. È evidentemente desacralizzante negare che
"la Torah viene dal cielo", ma lo è altrettanto interpretare
le Scritture in senso contrario alla halakah (ossia in contrasto
con la regola tradizionale di prescrizione della condotta), considerarla
"un prodotto culturale che si offre a una disputa di
intellettuali" (71) o, addirittura, pur nell'accettazione
dell'origine divina della Torah, riferire all'intelletto umano le
"articolazioni logiche dell'insegnamento" che essa implica.
Idolatria è altresì negare la costitutiva dinamicità della Torah,
concependola come "un'istituzione, un oggetto sacro, mentre la sua
essenza è apertura" (75); ma anche sminuirne l'infinita capacità
di produrre significati, arrestandosi alla infeconda comprensione
letterale. Al di là del ricordo (Berakot 12b e 13a)
propone un tema cardine della tradizione ebraica, quello della memoria:
l'incessante, vicendevole rimando tra presente e passato, realizzato nel
racconto, non è che la dimensione stessa nella quale si colloca
e si svolge la coscienza spirituale giudaica. L'ultimo paragrafo di
questa partecipata lettura talmudica è riservato all'ebreo russo
Vasilij Grosmman e al suo romanzo Vita e destino, dedicato agli
orrori del 1917 e alle personali speranze escatologiche legate agli
eventi rivoluzionari; nell'opera lo scrittore descrive - secondo le
parole di Lévinas - il "mondo inabitabile nell'abisso della sua
disumanizzazione: affondamento della base della civiltà europea"
(100-1). Le nazioni e la presenza d'Israele tratta invece delle
interpretazioni che, nel trattato Talmudico di Pesahim 118b,
adombrano nelle tre potenze di Roma, Kuš (Etiopia) ed Egitto (e nelle
rispettive modalità di rapportarsi alla partecipazione del tempo
messianico), le diverse tipologie della vita nazionale nelle quali,
"attraverso le forme dell'esistenza che sono storia pura, traspare
l'inumano e l'umano" (111).
La sezione Pensiero e Santità ospita due articoli accomunati
dall'esplicita enucleazione di concetti etico-filosofici dalle
indicazioni e dagli spunti offerti dai testi religiosi. In Dall'etica
all'esegesi il tema dell'identificazione del profetismo e del
talmudismo con "il processo stesso della venuta di Dio all'idea nel
volto dell'altro uomo" (128), si incrocia con quello
dell'obbligazione originaria: l'alterità, intesa come prossimità,
consacra ed elegge l'"io" in virtù del vincolo di
"risposta" all'appello dell'altro. È questo il senso in cui
"Amerai il prossimo come te stesso" viene a coincidere con
"Amerai il tuo prossimo, tale è il tuo io" (126). Le
implicazioni etiche dell'interpretazione testuale sono altrettanto
evidenti nelle pagine che Lévinas dedica alla visione giudaica dell'abbassamento
(Ebraismo e Kenosi); qui non solo nega ogni accento dissacrante
alla convinzione talmudica che "in Dio il congiungimento di
innalzamento e discesa è inseparabile" (132), ma coniuga a tale
prospettiva teologica l'attribuzione di un ruolo essenziale alla
condotta umana nel mantenimento dell'ordine cosmico e nella
sopravvivenza del creato; leggendo rabbi Volozin, Lévinas commenta:
"L'uomo, attraverso le azioni conformi alla Torah, alimenta
l'associazione di Dio al mondo, oppure [...] estingue i poteri di tale
associazione divina; dall'uomo dipende l'accrescersi della santità,
dell'elevazione e dell'essere dei mondi o il loro ritorno al nulla"
(141-142).
"Cos'è l'Europa? È La Bibbia e i Greci" (153). Questa
definizione sintetizza e denomina la sezione dedicata alla riflessione
sulle contraddizioni del linguaggio occidentale che, posto a confronto
con quello biblico, mostra la tentazione e - contemporaneamente -
l'incapacità, di misconoscere l'unicità d'altri e la
"misericordia che questa invoca" (155). Le figure di Moses
Mendelssohn, Anna Salomon Halperin e Franz Rosenzweig (Amicizia
giudaico-cristiana) costituiscono i punti d'appoggio per la
conclusione critica fondamentale sul senso del rapporto tra pensiero
occidentale ed ebraismo: "L'assolutamente vero si scinde, nella sua
stessa verità, in giudaismo e cristianesimo e si gioca sul loro
dialogo" (180).
La sezione conclusiva del volume contiene le interviste Ebraismo
"e " Cristianesimo e Sulla filosofia ebraica, che
pongono il filosofo a confronto - rispettivamente - con il Vescovo
Hammerle e con Françoise Armengaud.
Chiude il volume un utile Glossario sui termini fondamentali
della religione ebraica.
Indice
Fuoco nero su fuoco bianco. Lévinas tra parole e parole (di Silvano
Facioni)
Prefazione
Letture talmudiche: Per un posto nella Bibbia, La traduzione della
Scrittura, Disprezzo della Torah come idolatria, Al di là del ricordo,
Le nazioni e la presenza d'Israele - PENSIERO E SANTITÀ, Dall'etica
all'esegesi, Ebraismo e Kenosi
La Bibbia e i Greci: La Bibbia e i Greci, Il pensiero di Moses
Mendelssonh
Amicizia giudaico-cristiana: La filosofia di Franz Rosenzweig
Interviste: Ebraismo "e" Cristianesimo, Sulla filosofia
ebraica
Glossario - Indice dei nomi.
L'autore
Emmanuel Lévinas nasce a Kaunas (Lituania), da famiglia ebrea, nel
1906. Formatosi alle Università di Strasburgo e Friburgo, insegna alla
Scuola Normale Israelita Orientale di Parigi, alle Università di
Poitiers, Paris-Nanterre e alla Sorbona. Muore il 25 dicembre 1995 a
Parigi. È Autore di (opere in volume): La théorie de l'intuition
dans la phénoménologie de Husserl, Paris, 1930; De l'existence
à l'existant, Paris, 1947; Le Temps et l'Autre, Montpellier,
1979 (già in J. Wahl, Le Choix, Le Monde, L'Existence,
Paris-Grenoble, 1947); En découvrant l'existence avec Husserl et
Heidegger, Paris, 1949; Totalité et Infini. Essai sur l'exteriorité,
La Haye, 1961; Difficile Liberté. Essais sur le judaїsme,
Paris, 1963; Quatre Lectures Talmudiques, Paris, 1968; Humanisme
de l'autre homme, Montpellier, 1972; Autrement qu'être ou
au de-là de l'essence, La Haye, 1974; Sur Maurice Blanchot,
Montpellier, 1975; Noms propres, Montpellier, 1976; Du
Sacré au Saint. Cinq nouvelles lectures talmudiques, Paris, 1977; De
Dieu qui vient à l'ideé, Paris, 1982; De l'évasion,
Montpellier, 1982; Ethique et Infini. Dialogues avec Philippe Nemo,
Paris, 1982; L'au-delà du verset. Lectures et discours talmudiques,
Paris, 1982; Trascendence et intellegibilité, Genève, 1984; Hors
Sujet, Montpellier, 1987; A l'heure de nations, Paris, 1988; De
l'oblitération, Paris, 1990; Entre nous. Essais sur le penser-à-l'autre,
Paris, 1991; Dieu, la Mort et le Temps, Paris, 1993; Liberté
et commandement, Paris, 1994; Les imprévus de l'histoire,
Paris, 1994.
Bibliografia essenziale
Per un'introduzione al pensiero di Lévinas:
- G. Ferretti, La filosofia di Lévinas. Alterità e trascendenza,
Torino, Rosenberg & Sellier, 1996
- F. P. Ciglia, Un passo fuori dall'uomo. La genesi del pensiero
di Lévinas, Padova, Cedam, 1988
- S. Petrosino, La verità nomade. Introduzione a Emmanuel Lévinas,
Milano, Jaca Book, 1980
-
C. Davis, Lévinas: An Introduction, Notre Dame, Indiana,
University of Notre Dame Press, 1996
- S. Strassr, Jenseits von Sein end Zeit. Eine Einführung in E.
Levinas' Philosophie, Den Haag, Nijhoff, 1978
Su Lévinas e il Talmud:
-
A. Chiappini, Amare la Torah più di Dio. Emmanuel Lévinas
lettore del Talmud, Firenze, Giuntina, 2000
-
P. Cabri, La lettura infinita. Interpretazioni talmudiche di E.
Lévinas, Roma, Garamond, 1993
-
P. Simon-Nahum, Une "herméneutique de la parole";
Emmanuel Lévinas et les Colloques des intellectuels juifs,
Pardes 26 (1999), pp. 181-194
- I. F. Stone, Reading Levinas, Reading Talmud: An Introduction,
Philadelphia, Jewish Publication Society, 1998
Per un'introduzione alla conoscenza del Talmud:
- G. Stemberger, Il Talmud. Introduzione, testi, commenti,
Bologna, Dehoniane, 1989
- S. J. Sierra, La lettura ebraica delle scritture, Bologna,
Dehoniane, 1995
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