“Ha auspicato una maggiore conoscenza e valorizzazione, anche, della
Dichiarazione conciliare ‘Nostra Aetate’”, che ha rappresentato
una svolta decisiva nei rapporti tra cattolici ed ebrei.
Il Presidente, inoltre, “ha parlato della situazione qui, delle difficoltà
nate con l’elezione del Governo Hamas: abbiamo, in coincidenza, una
situazione d’emergenza”.
Questa domenica, in un’incursione a Gaza, è stato fatto prigioniero un
soldato israeliano e il Presidente ha chiesto “se vi fosse la possibilità
di fare un appello per il rilascio di questo militare”.
Monsignor Franco ha quindi rivelato di aver “già parlato con il parroco
cattolico di Gaza e che la situazione è seguita anche da noi e che ci saremmo
attivati per ragioni umanitarie”.
Per quanto riguarda le speranze di dialogo tra Israeliani e Palestinesi per
raggiungere la pace, per l’Arcivescovo “le speranze sembrano molto esili,
molto, molto povere”.
“Io mi auguro veramente che questo soldato possa essere liberato, perché
altrimenti potrebbero crearsi quelle scintille di repressione e nessuno è in
grado di prevedere cosa potrebbe accadere!”, ha affermato.
Monsignor Franco ha anche spiegato che la Santa Sede, ultimamente, ha lanciato
un appello alla comunità internazionale a venire in aiuto alla popolazione
palestinese, che è in grave difficoltà. “Speriamo che ci sia una risposta!”,
ha confessato.
Per quanto riguarda le comunità cristiane in Terra Santa, il Nunzio riconosce
che “soffrono”: “certamente di questa situazione pagano conseguenze
anche amare, ma sono in realtà piuttosto un elemento, un fattore di
moderazione perché la posizione dei cattolici è sempre quella di favorire la
ricerca della pace attraverso il dialogo, attraverso la mediazione”.
Il presule ha anche confermato l’esodo dei cristiani di Terra Santa dettato
da “tanti motivi” e che costituisce “un flusso che continua ormai da
parecchio tempo!”.
Perché le relazioni tra Israele e Santa Sede possano essere definite “completamente
soddisfacenti”, l’Arcivescovo ha rivelato che “si stanno elaborando
nuove convenzioni; anche il Presidente ha auspicato che i lavori possano
essere accelerati per migliorare anche alcuni aspetti che hanno poi
ripercussioni sulla Chiesa locale, sui cristiani che vivono qui. Noi stiamo
aspettando le prossime riunioni”.
Monsignor Franco inizia la sua missione “con la fiducia – prima di tutto
– nell’aiuto del Signore, con tanta apertura d’animo e di cuore, con
tanto impegno di lavoro proprio per cercare di poter dare anche un minimo
contributo a questo sforzo che si fa da parte di tutti, per fare evolvere la
situazione verso una pace più stabile”.
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