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Il Presidente d'Israele rinnova al Papa l'invito a visitare il suo Paese, ricevendo le credenziali del nuovo Nunzio apostolico.

Il Presidente di Israele, Moshe Katzav, ha invitato di nuovo Benedetto XVI a visitare il suo Paese questo lunedì, ricevendo a Gerusalemme le lettere credenziali del nuovo Nunzio apostolico in Israele e a Cipro e delegato apostolico a Gerusalemme e in Palestina, l’Arcivescovo Antonio Franco. Il presule ha sostituito l’Arcivescovo Pietro Sambi, nominato dal Papa Nunzio apostolico a Washington. 
 
“Nel colloquio, il Presidente ha ricordato l’incontro con il Santo Padre avvenuto l’anno scorso in novembre, ed ha ricordato anche l’invito fatto al Santo Padre di venire a Gerusalemme auspicando che questo possa realizzarsi”, ha rivelato monsignor Franco in alcune dichiarazioni alla “Radio Vaticana”. Secondo il rappresentante papale a Gerusalemme, Katzav “ha parlato poi delle relazioni tra la Santa Sede e Israele, che sono ad un buon livello; ha detto che sono in atto sforzi ed impegni di collaborazione”.

“Ha auspicato una maggiore conoscenza e valorizzazione, anche, della Dichiarazione conciliare ‘Nostra Aetate’”, che ha rappresentato una svolta decisiva nei rapporti tra cattolici ed ebrei. Il Presidente, inoltre, “ha parlato della situazione qui, delle difficoltà nate con l’elezione del Governo Hamas: abbiamo, in coincidenza, una situazione d’emergenza”. Questa domenica, in un’incursione a Gaza, è stato fatto prigioniero un soldato israeliano e il Presidente ha chiesto “se vi fosse la possibilità di fare un appello per il rilascio di questo militare”.

Monsignor Franco ha quindi rivelato di aver “già parlato con il parroco cattolico di Gaza e che la situazione è seguita anche da noi e che ci saremmo attivati per ragioni umanitarie”.

Per quanto riguarda le speranze di dialogo tra Israeliani e Palestinesi per raggiungere la pace, per l’Arcivescovo “le speranze sembrano molto esili, molto, molto povere”.

“Io mi auguro veramente che questo soldato possa essere liberato, perché altrimenti potrebbero crearsi quelle scintille di repressione e nessuno è in grado di prevedere cosa potrebbe accadere!”, ha affermato.

Monsignor Franco ha anche spiegato che la Santa Sede, ultimamente, ha lanciato un appello alla comunità internazionale a venire in aiuto alla popolazione palestinese, che è in grave difficoltà. “Speriamo che ci sia una risposta!”, ha confessato.

Per quanto riguarda le comunità cristiane in Terra Santa, il Nunzio riconosce che “soffrono”: “certamente di questa situazione pagano conseguenze anche amare, ma sono in realtà piuttosto un elemento, un fattore di moderazione perché la posizione dei cattolici è sempre quella di favorire la ricerca della pace attraverso il dialogo, attraverso la mediazione”. Il presule ha anche confermato l’esodo dei cristiani di Terra Santa dettato da “tanti motivi” e che costituisce “un flusso che continua ormai da parecchio tempo!”.

Perché le relazioni tra Israele e Santa Sede possano essere definite “completamente soddisfacenti”, l’Arcivescovo ha rivelato che “si stanno elaborando nuove convenzioni; anche il Presidente ha auspicato che i lavori possano essere accelerati per migliorare anche alcuni aspetti che hanno poi ripercussioni sulla Chiesa locale, sui cristiani che vivono qui. Noi stiamo aspettando le prossime riunioni”.

Monsignor Franco inizia la sua missione “con la fiducia – prima di tutto – nell’aiuto del Signore, con tanta apertura d’animo e di cuore, con tanto impegno di lavoro proprio per cercare di poter dare anche un minimo contributo a questo sforzo che si fa da parte di tutti, per fare evolvere la situazione verso una pace più stabile”.


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