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Israele: a Ein Gedi importante scoperta di papiri
Di Aristide Malnati

Importante scoperta nel deserto di Giudea, in riva al Mar Morto israeliano: frammenti di rotolo papiraceo, alcuni di notevoli dimensioni, sono stati rinvenuti recentemente da un beduino che si era inoltrato in una grotta nella zona di Ein Gedi, 50 km a sud rispetto a Qumran, sede dei primi esseni e luogo dove vennero trovati più di 5000 frustoli di papiro a partire dal 1947.

<--Ein Gedi: la vecchia Sinagoga (ingrandisci)

I resti di papiro appena ritrovati presentano un contenuto eterogeneo: riportano innanzitutto estesi passi dell’Antico Testamento in ebraico e in particolare un parte del Levitico, che si collega alla fuga degli Israeliti dalla terra d’ Egitto e al periodo del loro nomadismo nel deserto, con la costruzione di accampamenti temporanei. Accanto a simili testi di letteratura biblica, documenti di varia natura (conti, ricevute, dichiarazioni, descrizione della festa primaverile del Passaggio), redatti sempre in ebraico, permettono la datazione dell’intero "corpus" al periodo della seconda rivolta giudaica, che nel 135 d. C. oppose gli ebrei all’Impero romano. Si tratta di una rivolta lunga e articolata al termine della quale 900 città ebraiche, guidate da Simeon Bar Kochba, si arresero dopo strenua resistenza all’esercito di Roma.

È probabile che proprietaria di questi manoscritti della Torah sia stata proprio parte di quella setta di esseni che, precedentemente cacciata da Qumran ma non completamente annientata dall’esercito di Tito (68 d. C.), avrebbe trovato spazio più a sud per un nuovo insediamento; qui, seguendo regole analoghe, gli esseni avrebbero abitato fino al periodo della seconda rivolta giudaica.

«Questa è la prova che dal deserto che si affaccia sulla sponda israeliana del Mar Morto arrivano e potranno arrivare nuovi papiri: ecco perché in quest’ottica urge un’esplorazione sistematica», precisa Henan Eshel, ordinario di archeologia all’Università Israeliana di Bar Ilan. A lui il beduino ha venduto i numerosi frammenti per un ammontare di 3.000 dollari, dopo averne spezzato i più consistenti al fine di aumentarne il numero e di richiedere una cifra maggiore. Il supporto papiraceo è stato poi incollato su un foglio di alluminio: questo ha reso difficile il recupero.

«È probabile che proprio qui a Ein Gedi, sede della comunità essena profuga da Qumran, potrebbe emergere qualche testimonianza diretta delle prime comunità cristiane, che tra il I e II secolo crebbero numericamente e dovrebbero aver avuto contatti con gli esseni», conclude Eshel.
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[Fonte: "Avvenire" 23 settembre 2005

   
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