Il papa condanna ancora una volta il “relativismo
morale che indebolisce gli effetti della democrazia”. “Senza una base
morale oggettiva – afferma Benedetto XVI - anche la democrazia non è
capace di mantenere una pace stabile”. Infine il pontefice riafferma l’impegno
della Chiesa “a lavorare senza sosta per la cooperazione fra popoli,
culture e religioni”.
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Messaggio inviato
alla seconda Conferenza su “Pace e tolleranza” – dal tema “Dialogo
e comprensione nel sud-est dell’Europa, Caucaso e Asia Centrale”,
riunita a Istanbul dal 7 al 9 novembre, organizzata dal Patriarca
ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I e dal rabbino Arthur
Schnier, presidente della Fondazione americana “Appello di
coscienza”, per promuovere il dialogo fra i popoli dell’Europa
del sud-est, del Caucaso e dell’Asia Centrale. |
Al mio venerabile fratello cardinale Walter Kasper
Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione
dell’unità dei
Cristiani e della Commissione della Santa Sede per i Rapporti Religiosi
con l’ebraismo
Sono lieto di essere informato della seconda Conferenza sulla Pace e la
Tolleranza organizzata dal Patriarcato ecumenico insieme alla Fondazione
Appello di coscienza sul tema: “Dialogo e comprensione nel Sud-Est
Europa, il Caucaso e l’Asia centrale”. La incarico, venerabile
fratello, di trasmettere i miei più cordiali saluti ai partecipanti che
si riuniranno ad Istanbul nei prossimi giorni, così come il mio
apprezzamento per il loro forte impegno nel favorire la comprensione e la
cooperazione fra i seguaci di diverse religioni. In particolare, la
incarico di esprimere i miei fraterni e migliori auguri a Sua Santità
Bartolomeo I, arcivescovo di Costantinopoli, e nello stesso tempo di
assicurare al rabbino Arthur Schneier la mia vicinanza spirituale.
I temi di pace e tolleranza sono di vitale importanza in un mondo dove
gli atteggiamenti rigidi così spesso fanno salire incomprensione e
sofferenza e possono a volte condurre fino alla violenza mortale. Il
dialogo è così chiaramente indispensabile se si devono trovare delle
soluzioni a questi nocivi conflitti e tensioni che causano così tanti
danni alla società. Solo tramite il dialogo può esserci una speranza di
far divenire il mondo un luogo di pace e fraternità.
È il compito di ogni persona di buona volontà, ed in special modo
di ogni credente, aiutare a costruire una società pacifica e di
sconfiggere la tentazione verso un confronto futile ed aggressivo fra
diverse culture e gruppi etnici. Ogni popolo del mondo ha la
responsabilità di fornire il suo contributo particolare alla pace ed all’armonia
mettendo il proprio patrimonio culturale e spirituale ed i propri valori
etica al servizio della famiglia umana in tutto il mondo. Questo risultato
può essere ottenuto solo se al cuore dello sviluppo economico, sociale e
culturale di ogni comunità vi è il giusto rispetto per la vita e la
dignità di ogni persona umana. Una società sana promuove sempre il
rispetto per i diritti inviolabili ed inalienabili di tutte le persone.
Senza “un ancoraggio morale obiettivo, neppure la democrazia può
assicurare una pace stabile” (Evangelium vitae, 70). In questo
senso, il relativismo morale indebolisce gli effetti della democrazia, che
di per sé stessa non garantisce la tolleranza ed il rispetto fra le
persone.
È di fondamentale importanza, per questo, di educare nella verità,
e favorire la riconciliazione ovunque vi sia stata un’offesa. Il
rispetto per i diritti degli altri, che genera il frutto di un dialogo
sincero e veritiero, indicherà i passi pratici che possono essere
intrapresi. Ogni persona di buona volontà avrà il compito di lavorare
per giungere a questo traguardo. Ed è ancora più urgente per coloro che
riconoscono in Dio l’Unico Padre di tutti noi, la cui clemenza è
offerta liberamente per tutti, che giudica con giustizia ed offre a tutti
la sua amicizia che dà vita. Per i cristiani, la generosità del Creatore
è visibile nel volto di Lui a cui Dio “colui che non aveva conosciuto
peccato…perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di
Dio”, Cristo nostra pace e nostra vera riconciliazione.
Nell’affidare a lei, venerabile fratello, questi pensieri le chiedo,
in occasione di questa Conferenza, di riaffermare il forte impegno della
Chiesa cattolica per lavorare incessantemente per la cooperazione fra
popoli, culture e religioni, così che grazie abbondanti e benedizioni
divine scendano sopra tutti i figli di Dio.
BENEDICTUS PP. XVI
Vaticano 4 novembre 2005
v. anche:
Nutrita documentazione
nella Sezione dedicata al dialogo