Benedetto
XVI prega che la religione non sia più un “alibi per l’odio e la
violenza”. Nel ricevere una delegazione dell’ Anti-Defamation League
Benedetto XVI ha rivolto questo
giovedì una invocazione affinché Dio possa “benedire ogni sforzo per
eliminare ogni abuso della religione quale alibi per l’odio e la
violenza”. È quanto ha detto il Santo Padre nel ricevere in udienza, nella
Sala dei Papi del Palazzo Apostolico Vaticano, una delegazione dell’ Anti-Defamation
League. Fondata negli Stati Uniti nel 1913, l’Anti-Defamation League
è un’associazione che combatte l’antisemitismo, tutti i tipi di
intolleranza, e lotta per la tutela dei diritti civili attraverso una rete di
30 uffici nazionali nel mondo.
Dopo aver ricordato le udienze concesse in più
occasioni da Giovanni Paolo II a questa associazione, Benedetto XVI ha
sottolineato che “nel nostro mondo odierno, leader religiosi, politici, del
mondo accademico ed economico sono seriamente chiamati a migliorare il livello
di dialogo fra i popoli e fra le culture”.
Il Santo Padre ha quindi sottolineato il bisogno di
“conoscerci meglio gli uni gli altri e, sulla forza della nostra scoperta
reciproca, costruire relazioni non solo di tolleranza ma anche di autentico
rispetto”.
“Ebrei, Cristiani, Musulmani condividono infatti molte opinioni comuni e ci
sono numerose aree di impegno umanitario e sociale nelle quali – ha
sollecitato il Papa – possiamo e dobbiamo cooperare”.
La Dichiarazione “Nostra Aetate”, ha continuato, nel deplorare
“tutte le forme di odio o persecuzione dirette contro gli Ebrei e tutte le
manifestazioni di antisemitismo in ogni tempo e da qualunque fonte
provengano”, chiama Cristiani ed Ebrei a “superare i conflitti del passato
e a creare nuovi legami di amicizia e collaborazione”.
A quarant’anni da questa Dichiarazione conciliare sono stati compiuti molti
passi avanti, ha riconosciuto Benedetto XVI, auspicando il progredire di un
dialogo franco, base per solidi e fruttuosi rapporti.
>vedi precedenti sul
dialogo ebraico cristiano