Nell’aula magna della
Pontificia Università Gregoriana, si è aperto ieri sera (25 settembre
2005), alla presenza
di numerosi teologi ed esperti e studiosi di diverse religioni, il
Convegno internazionale “Nostra Aetate oggi” per commemorare il 40°
anniversario della Dichiarazione conciliare sui rapporti interreligiosi.
"Abbiamo fatto
esperienza di come sia possibile che persone di differenti religioni e
culture vivano armoniosamente l'una accanto all'altra per anni, per
secoli anche, ma poi accade qualcosa che rompe l'equilibrio e rende
difficile recuperare fiducia e tornare a coabitare in pace. La
conoscenza reciproca profonda è necessaria in società pluralistiche
come le nostre per assicurare una pace duratura". Così mons.
Michael Fitzgerald, presidente del Pontificio Consiglio per il
dialogo interreligioso, aprendo ieri 25 settembre a Roma i lavori
del convegno internazionale "Nostra
Aetate oggi", promosso in occasione del quarantesimo
anniversario della promulgazione della dichiarazione conciliare sui
rapporti interreligiosi (28 ottobre 1965). L'incontro, organizzato dall'Istituto
di studi religiosi su religioni e culture e dal Centro
"Cardinal Bea" per gli studi giudaici, è ospitato dalla
Pontificia Università Gregoriana e si concluderà il 28 settembre.
"Riflettiamo sul cammino percorso. Allo stesso tempo guardiamo
verso il futuro e tracciamo i percorsi che dovremo ancora affrontare
se vogliamo che il dialogo tra credenti diventi un elemento chiave della
cultura contemporanea" ha affermato il gesuita padre Daniel Madigan,
direttore del citato Istituto. La dichiarazione conciliare "Nostra
Aetate" sui rapporti tra la Chiesa cattolica e le religioni non
cristiane, ha incentivato in modo significativo il dialogo
interreligioso e, in particolare, le relazioni ebraico-cristiane. Queste
ultime, insieme ai rapporti tra cristiani e membri di alcune religioni
dell'Asia, e al dialogo tra musulmani e cristiani, sono al centro
delle tre giornate scandite da relazioni e tavole rotonde cui
partecipano rappresentanti di tutte le religioni provenienti da tutto il
mondo.
Il Simposio organizzato dalla Gregoriana si è aperto con un saluto del
rettore magnifico, il gesuita padre Gianfranco Ghirlanda, che ha
sottolineato il lavoro scientifico e culturale che l’Università compie
nella Chiesa in favore del dialogo. A seguire, la prolusione dell’arcivescovo
Michael Fitzgerald, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo
interreligioso, accolta con grande calore dal folto pubblico di esperti.
La sua prima riflessione è partita da un punto essenziale, troppe volte
dimenticato: la fondamentale unità del genere umano, la comune origine e
il medesimo destino. Proprio da questa riflessione, ha detto il presule,
era partito Giovanni Paolo II per la Giornata di preghiera per la pace, ad
Assisi, il 27 ottobre 1986. Mons. Fitzgerald ha poi proseguito parlando
dell’Incarnazione di Gesù di Nazareth e dei momenti salienti della sua
vita terrena, a quegli atti che hanno dato luce, in maniera universale,
anche alla vita di ogni essere umano. La Chiesa – ha detto – essendo
il corpo di Cristo, è prolungamento della sua Incarnazione e, seppure nei
limiti dell’umanità, deve essere segno di una tale grandezza e missione
nel mondo di oggi.
Una domanda centrale su cui ancora dobbiamo riflettere, ha detto il
presidente del dicastero pontificio, è questa: “Quando il cristiano
guarda alle persone delle altre religioni, può comprendere ciò che esse
hanno di buono e santo?”. La parola chiave è “rispetto”, nella
capacità illuminata di saper cogliere ciò che è buono e santo in una
diversità che non distrugge la verità del cristianesimo ma la mette in
risalto. In tale contesto, l’arcivescovo Fitzgerald ha chiesto di
combattere insieme la paura e le tensioni verso l’Islam. C’è bisogno
di un clima di fiducia per dialogare in favore di quella pace che oggi è
il compito fondamentale su cui lavorare per le tre religioni monoteiste.
Il convegno proseguirà fino al 28 e nella sessione di oggi si è
discusso sulle prospettive ebraico-cristiane: di quali passi si siano
compiuti finora e quali si potranno compiere in futuro, soprattutto
guardando alla grande attenzione che i Pontefici in questi 40 anni, e
ancora con il Papa Benedetto XVI, hanno posto sul dialogo. Nella
discussione si è centrato anche lo sguardo sul mondo giovanile sul come
le nuove tecnologie, specialmente Internet, possano essere per i giovani
veicoli di valori, di pace, di dialogo e rispetto, per far sì che,
seppure nella diversità religiosa, i vari popoli costituiscano una sola
comunità, poiché hanno in Dio l’unica origine e il medesimo fine.
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[Fonte: Radio Vaticana 26 settembre
2005]